Senza Censura n. 6/2001 [ ] Security: principalmente un grosso affare... Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento su Echelon & dintorni. "Venite per sapere di più su Echelon, immagino. Il grande fratello, come lo chiamate voi in Europa. Finalmente avete scoperto che esiste, che la vostra vita è un codice seriale in un computer che ascolta, e ora avete paura. Potete stare tranquilli: è troppo tardi per intervenire".1 E' stato un ostinato ricercatore neozelandese, Nicky Hager, a svelare l'esistenza di una rete di sorveglianza planetaria chiamata Echelon e attiva almeno dagli anni '80, soprannominata "Never say anything" (non dite mai nulla) dagli addetti ai lavori. La sua inchiesta2, che naturalmente ha faticato a trovare un editore negli Stati Uniti, è stata poi finalmente distribuita con la rivista Covert Action Quarterly di Washington. Proprio questa inchiesta ha fatto luce anche sui particolari del funzionamento della "spia" più complessa e più capillare del pianeta. L'embrione del "network spione" statunitense risale all'inizio della guerra fredda, verso il 1947, quando Gran Bretagna e Stati Uniti strinsero un primo patto di raccolta e di scambio di informazioni chiamato Ukusa. La più importante agenzia di informazione che sostiene tutto il progetto, parte del Sigint (Signal Intelligence), è la NSA (National Security Agency). In seguito, a questi due stati, si sono affiancati il Canada, l'Australia e la Nuova Zelanda. Più tardi anche la Germania, il Giappone, la Corea del Sud e la Turchia entrano a far parte del gruppo. Alcune fonti sostengono che anche la Cina partecipi, con un ruolo più limitato, al progetto. La NSA creata da Truman nel 1952 è stata potenziata da Reagan che ha aggiunto tra le attività quella della sicurezza dei sistemi d'informazione (1984) e il sostegno alle operazioni di combattimento in collegamento con il dipartimento della Difesa (1986). Nel 1996 al fianco della NSA gli Usa hanno lanciato una nuova agenzia: la NIMA (National Imagery and Mapping Agency) che riuniva almeno 10.000 persone dipendenti del Pentagono, con il compito di centralizzare l'insieme delle immagini captate dai satelliti militari. "Mi sembrava una cosa grandiosa. Pensate che già dal 1984 con una di queste antenne in orbita potevamo filmare un francobollo caduto per terra"3. Stazioni di "ascolto "molto potenti, installate in molti paesi e sparse sistematicamente sul pianeta, captano i segnali ritrasmessi verso la terra da satelliti di vario tipo. Questi satelliti trasportano una parte non trascurabile del traffico internazionale delle telecomunicazioni. Ogni giorno centinaia di migliaia di fax, messaggi elettronici e di chiamate telefoniche del mondo intero sono passati al setaccio, smistati, selezionati, analizzati. Questo sistema è stato concepito in modo da interconnettere tutte le stazioni di ascolto, in gran parte grandi parabole situate in impianti militari e gestite dalle forze armate, per permettere loro di funzionare come le componenti di un tutto integrato. La massa di informazioni raccolte in questo modo è però troppo consistente per poter essere sfruttata dai numerosi dipendenti dei servizi di intelligence (la NSA sembra essere il primo datore di lavoro di matematici, ingegneri ed informatici negli USA). Sono quindi dei potenti computer denominati "dizionari" che hanno il compito di scrutare ed analizzare queste masse di messaggi per estrarne quelli che presentano qualche interesse e cioè quelli che contengono le keywords (parole chiave) prestabilite per il controllo. Un po' come dei motori di ricerca muniti di potenti sistemi automatici di riconoscimento vocale, di lettura ottica e di valutazione dei contenuti, una volta individuata la chiave, trattengono e analizzano il messaggio. E' la NSA che finanzia in gran parte l'installazione delle stazioni di ascolto e fornisce parte del personale. Il paese terzo fornisce i siti e il restante personale. Naturalmente il personale americano è costituito tutto di ingegneri, matematici e tecnici mentre tra il personale del paese terzo figurano, oltre ad una minoranza di operatori specializzati, la gran parte del personale ausiliario. Inoltre gli accordi di "collaborazione" tra i paesi firmatari del progetto molto spesso prevedono che il paese terzo fornisca i dati captati dalle proprie stazioni, sia in possesso dei dizionari per l'analisi dei messaggi, ma non delle parole chiave usate dall'alleato. L'iniziale natura militare di Echelon, in poco tempo ha visto aggiungersi interessi di natura politica e sempre di più economica. "L'Europa un nemico! Quando ho chiesto delucidazioni al mio capo, Gerry Godin, mi sono sentito rispondere: 'dovresti aggiornare il significato della parola'. Mitterand, Khol, Cossiga erano sempre più presenti nelle intercettazioni che apparivano sui pc di Ottawa. Altri nomi erano sigle di aziende: Airbus, Thompson, Alenia. E la ragnatela si è allargata fino a catturare i gruppi sociali ribelli" da GreenPeace alla Croce Rossa"4. Abbiamo letto e ascoltato dell'inquietudine dei paesi Europei negli ultimi mesi. La sorpresa di essere ascoltati e osservati. E abbiamo sentito i vari portavoce statunitensi dichiarare di doversi difendere dalla corruzione che caratterizza gli affari delle grosse imprese europee. "Siamo intorno al 94-95 e il governo brasiliano indice una gara d'appalto per realizzare un sistema radar di copertura della foresta amazzonica. Si tratta di un lavoro molto importante, che prevede la realizzazione di una ventina di radar, otto satelliti di meteorologia, insomma un progetto di alto livello che mira a monitorare 24 ore su 24 l'intera foresta. C'è un'azienda brasiliana che fallisce ed ecco che scatta la gara. Partecipiamo noi, insieme alla tedesca Dasa, la francese Thomson e la solita Raytheon..."5 Vince l'americana Raytheon. E non è la prima volta. "Echelon? Certo, sappiamo benissimo e da diversi anni di essere spiati. Infatti i telefoni di noi dirigenti sono criptati, fax ed e-mail non ne mandiamo, manteniamo con rigore la prima regola che un'azienda come la nostra deve sempre rispettare: il silenzio".6 Che lo spionaggio per mano americana nei confronti dell'Europa fosse cosa conosciuta è ormai scontato da tempo. Come scontato ne era l'utilizzo. La fine della guerra fredda ha determinato esclusivamente uno spostamento di obiettivi: dal controllo politico-militare a quello economico-militare senza ovviamente rompere la prassi della sorveglianza tra alleati o meglio dell'imposizione agli alleati di un controllo limitato sulla totalità delle informazioni a disposizione degli USA. Il progetto Enfopol ne è un esempio. Promosso a partire dal 1991 dal gruppo Trevi (Terrorism, Radicalism, Extremism, Violence, che riunisce i ministri dell'Interno dell'Unione Europea), questo progetto si ispira a un analogo programma dello Fbi condotto attraverso l'International Law Enforcement Telecommunications Seminar e mira a permettere alle forze di polizia europee un accesso illimitato a ogni forma di trasmissione elettronica. Gli operatori commerciali dovranno modificare i loro sistemi per questo scopo, che si tratti di Internet provider, di telefoni Gsm o satellitari. L'Unione Europea ha condotto diversi seminari di studio con rappresentanti di Stati Uniti, Australia, Canada, Nuova Zelanda (i paesi di Echelon) e Hong Kong sulle tecniche specifiche di origine americana utili a garantire questa capacità di ascolto globale. Questa collaborazione in termini di formazione e ricerca di operatori specializzati e tecnologie all'avanguardia non possono che farci supporre che il parlamento europeo nel commissionare il primo studio su Echelon, alcuni anni fa, avesse probabilmente altri scopi che non quello di conoscerlo. Il documento discusso dallo stesso parlamento Europeo nel settembre scorso ha posto in gran parte l'accento sulle modalità di difesa delle grosse multinazionali europee dallo spione americano. Il che ci fa supporre che le informazioni più interessanti sulla ricerca e sulle discussioni in materia siano per ora tenute nascoste. Inoltre che la difficoltà di far decollare un progetto europeo equivalente, non solo sia in parte ostacolato dalla mancanza di strutture, siti e personale qualificato, ma anche da una carente politica comunitaria in materia. Lo sforzo in questo senso però è rappresentato dal centro di Torrejón in Spagna, appartenente all'Ueo e all'Unione Europea, incentrato nello spionaggio satellitare ed in particolare nel recupero di immagini. I paesi europei - Regno Unito a parte - non hanno un'agenzia apposita per il Sigint. In genere queste attività sono svolte dai reparti tecnici dei servizi di spionaggio estero. In Italia il Sismi gestisce, tra gli altri, il centro di Cerveteri che sarebbe anche in grado di intercettare segnali satellitari. In Francia la Direction Générale pour la Sécurité extérieure (Dgse) è incaricata del Sigint strategico. In particolare, essa gestisce attraverso la sua Divisione tecnica un articolato sistema d'intercettazione delle comunicazioni satellitari tramite le basi ubicate in Dordogna (a Domme), in Nuova Caledonia e, grazie ad un apposito accordo con le autorità locali (ottime clienti dell'industria bellica francese), negli Emirati Arabi Uniti. Queste ultime due installazioni intercettano i satelliti che coprono l'area pacifico-asiatica e quella mediorientale. Infine la stazione di Kourou nella Guyana francese copre l'area americana. Quest'ultima base è gestita insieme al BND tedesco. La Germania, come si è visto, collabora sia con la Nsa americana che con la Dgse e le sue attività Sigint strategiche sono appannaggio dell'Agenzia per la sicurezza delle informazioni. Il BND è più legato all'agenzia americana che a quella francese; infatti alcune delle informazioni raccolte dalla stazione franco-tedesca di Kourou vengono fornite dal BND alla Nsa, mentre il servizio tedesco collabora nella gestione di una centrale di ascolto a Taiwan frutto di uno sforzo congiunto con la Nsa e il servizio segreto militare di Taiwan. La collaborazione spionistica tedesco-americana ha una radice storica, essendo il BND erede dell'organizzazione Gehlen, una struttura semiufficiale finanziata dalla Cia che riciclava le spie del Terzo Reich. La controversia tra Stati Uniti e Germania sull'accesso da parte di quest'ultima agli archivi della Stasi, acquisiti poi dalla Cia, dimostra inoltre un certo grado di dipendenza da parte dei servizi tedeschi di fronte alle controparti americane che persiste dalla fine della guerra fredda. La Svizzera, territorio neutrale del quale si servono servizi segreti e corporazioni legali e illegali per le proprie transazioni finanziarie coperte, è uno dei bersagli prioritari della sorveglianza elettronica. La Confederazione a sua volta si è, però, attrezzata per sorvegliare i suoi vicini. Il Groupe Renseignement (Gr) gestisce due basi d'ascolto a Merihausen e a Ruthi i cui dati sono analizzati presso il centro di Zimmerwald. A questa installazione faranno capo i sistemi che verranno collocati in due basi vicino a Berna e che diverranno operativi dal 2004 per lo spionaggio delle comunicazioni satellitari, in particolare delle nuove reti Iridium e Globalstar e dei satelliti utilizzati dalle Telecom di Francia, Germania e Italia. Lo storico isolamento svizzero non è tale e i servizi elvetici cercano di ottenere informazioni importanti da scambiare con quelli stranieri. Il sistema Iridium e simili hanno una copertura del segnale molto stretta; la Nsa e le altre agenzie saranno così obbligate ad aumentare le stazioni di ascolto per coprire questi nuovi mezzi di comunicazione. E' proprio in questo momento che la Svizzera potrebbe rientrare in un programma ad ampio raggio che coinvolge gli Stati aderenti a UkUsa e quelli dell'Unione Europea. Inoltre, anche la Germania partecipa a questa operazione. Secondo un articolo di Covert Action Quarterly, la Crypto AG sarebbe gestita dalla Nsa e dal BND tedesco insieme con la Siemens e la Motorola, due aziende che forniscono ai governi tedesco e americano sistemi crittografici. Dalle testimonianze raccolte presso i tecnici della ditta elvetica si deduce che ogni loro nuovo prodotto prima di essere messo sul mercato veniva inviato in Germania e negli Stati Uniti, dove tecnici di questi paesi suggerivano modifiche volte a rendere più facilmente decrittabili i messaggi inviati tramite queste macchine. In pratica, il congegno invia clandestinamente prima del messaggio la chiave con la quale è protetto; a sua volta questa chiave è protetta da un'altra in modo che solo la Nsa possa riceverla. Dall'indagine di Covert Action Quarterly si ricava che quest'operazione coinvolge le ditte Crypto AG e Gretag in Svizzera, Transvertex in Svezia, Nokia in Finlandia. L'ultima frontiera della Nsa è la sorveglianza di Internet che avviene soprattutto spiando i nodi strategici passanti per gli Stati Uniti, come quelli della Nasa a Sunnyvale in California e College Park nel Maryland. Uno studio francese sullo spionaggio economico avverte infatti le imprese transalpine di non fidarsi troppo del Web e propone che lo Stato promuova lo sviluppo e l'uso di sistemi di sicurezza di origine francese. E Internet... Nel 1992 il Congresso degli Stati Uniti dà il permesso alla US National Science Foundation di aprire la Rete, fino a quel momento vincolata all'ambiente militare e accademico, a usi commerciali. Sono bastati tre anni per trasformare una risorsa pubblica quale la rete delle reti in un lucroso affare influenzato da personaggi legati alle agenzie di intelligence ed ex ufficiali del Pentagono. Fino al settembre '95 per avere un indirizzo internet bisognava registrarsi presso l'Internet Network Information Center (InterNIC) il servizio di gestione dei domini era gestito da una ditta privata, la Network Solution Inc. (in regime di monopolio) e sovvenzionato dal governo. Pochi mesi prima di settembre la NSI viene assorbita dalla Science Application International Corporation (SAIC) e a settembre la NSI impone una spesa di 100$ per registrare un nuovo dominio e 50$ per mantenerne uno esistente. Il sistema dei domini che permette alla gente di usare dei nomi più facili al posto dei tanto ostici indirizzi IP, aumenta in maniera esponenziale il numero di registrazioni degli stessi. L'affare arriva a raggiungere cifre altissime. Solo nel marzo '96 vengono registrati 45.000 domini, con un incasso per la NSI di circa 20 milioni di dollari nel semestre da settembre '95 a marzo '96. La SAIC (Science Application International Corporation) oltre ad avere 450.000 uffici sparsi per il mondo e 20.000 lavoratori alle sue dipendenze, annovera anche fra i suoi dirigenti Bobby Inman, ex capo della NSA, Melvin Laird, ex segretario della Difesa Usa, Donald Hicks ex capo del settore ricerca e Sviluppo del Pentagono, Robert Gates ex direttore della CIA. Inoltre ben l'83% dei due miliardi di dollari fatturati ogni anno deriva da commesse governative, dalla difesa, all'intelligence, alla giustizia. "Stanno facendo da legislatore, amministratore, giudice, giuria ed esecutore"7. Sono le parole dell'avvocato e organizzatore della Domain Name Rights Coalition, una organizzazione no-profit che ha fatto un lavoro di lobby al Congresso sulla problematica dei "domain name". Gli interessi in ballo sono troppo importanti. La reazione di gruppi politici, sociali ed economici internazionali è fortissima e nel 1997 Clinton incarica la NTIA (National Telecomunications and Information Administration) di predisporre un progetto di riforma della gestione del DNS che ne favorisca la privatizzazione. Alla scadenza del contratto di cinque anni viene tolta la gestione del servizio dalle mani della NSI e viene creato l'Icann. Ma la guerra per il "dominio" continua. La rete planetaria deve essere controllata da tutti i continenti. Dei 19 membri previsti, nove sono nominati dalle sottorganizzazioni dello stesso Icann e gli altri nove vengono eletti da utenti della rete. Il diciannovesimo sarà il presidente eletto in seguito dagli stessi direttori. Nella notte del 24 agosto 2000 le elezioni. Quasi a rispecchiare le attuali posizioni di potere, la Germania surclassa totalmente gli altri stati dell'Europa ed elegge un suo rappresentante. Per i paesi più "deboli", Asia, Sud America e Africa vincono i candidati promossi dal consiglio direttivo dell'Icann. Nel 2001 erano previste le elezioni degli altri quattro membri. Ma l'entrata ufficiale dei membri già eletti viene posticipata in attesa della definizione dei nuovi domini di primo livello visto che gli esistenti (.com, .org ecc.) risultano già intasati. Le numerose Registry Authority8 nel frattempo si ribellano all'Icann per i versamenti obbligatori senza nessuna rappresentanza. L'Unione Europea ha presentato ed ormai ha già organizzato l'authority per il dominio .eu. Ed alcuni imprenditori africani stanno presentando la proposta del dominio .Africa Il dominio .Eu, di primo livello, permetterebbe all'Europa un pieno controllo amministrativo sul dominio. E' da sottolineare che comunque ogni decisione dell'Icann è sottoposta ancora all'avvallo del Dipartimento del Commercio americano e così sarà anche per il prossimo futuro malgrado la costituzione dei nuovi domini.. Ancora oggi come nel medioevo i sudditi pagano il "dominio" al proprio signore. Per ritornare allo "spione" pensiamo sia interessante riportare un esempio del risultato del lavoro svolto dalle agenzie di intelligence tramite informazioni pervenute dai sistemi di intercettazione. Si tratta di alcuni articoli del National Infrastructure Protection Center sull'Hacktivism relative alle proteste di Luglio - Settembre 20009. Uno di questi articoli, pubblicato il 28 Luglio 2000 da un centro del governo USA con la collaborazione del Domestic Terrorism Office dell'FBI dedicato alla sicurezza definisce e fa una storia dell'hacktivism, ne analizza l'uso durante le ultime proteste e si sofferma in particolare sull'uso da parte dei differenti gruppi nel coordinarsi fra loro, scambiarsi informazioni ed evidenziare l' "influenza" delle multinazionali nei luoghi di decisione internazionale. Ecco la traduzione di un brano del testo: 'Altamente efficaci, relativamente a basso costo l'equipaggiamento della video-camera, accoppiato con la comunicazione wireless e la connessione Internet, puo' fornire la protesta e i gruppi di attivisti delle seguenti capacita': primo, l'abilita' di catturare immagini potenti di eventi che possono essere documentati quando catturati o editati per descrivere eventi da ogni prospettiva che gli organizzatori possono scegliere. Secondo, e' un mezzo per la disseminazione quasi istantanea, in tutto il mondo, dell'orientamento che questi gruppi vogliono enfatizzare impiegando la comunicazione cellulare e links Internet. La copertura dei media aiuta gli attivisti ad attirare e mantenere un supporto anonimo, con cio' accrescendo la loro forza organizzativa nel cyberspazio.' Questo documento analizza anche i tentativi di disobbedienza elettronica come i sit-in virtuali che furono promossi inizialmente dall'Electronic Disturbance Theater (EDT) ed il cambiamento delle pagine web di siti famosi, per poi passare ad esaminare l'interesse da parte di siti del movimento per la sicurezza elettronica (vedi http://security.tao.ca) e quindi la possibilita' di uso del sabotaggio elettronico (intrusione e danneggiamento di siti di banche ed infrastrutture) di cui riporta alcune voci relativamente agli eventi in questione: interruzione del 911 (equivalente del 113) durante la Convention Democratica (che non si e' assolutamente verificata ne' sentita ed inoltre sarebbe un mezzo antipopolare), interruzione di 3 computer farms in USA ed una in Australia durante i Giochi Olimpici. Pare quindi che il governo USA stia mettendo sotto occhio le attivita' del movimento contro il capitalismo globale, anche inventandosi inesistenti sabotaggi, per magari montare una repressione preventiva e creare mostri. "Non siate paranoici: tecnicamente non possiamo essere controllati tutti. Echelon oggi è usato come la bomba atomica: è un ottimo deterrente"10 1 Intervista a Fred Stock, operatore alle comunicazioni top secret del CSE fino al 93. Da "Echelon e l'Europa. Ecco tutti i segreti" pubblicato su La Repubblica del 17 giugno 2001. 2 Nicky Hager, Secret Power. New Zeland's Role in the International Spy Network, Craig Potton Publishing, Nelson, Nuova Zelanda, 1996. 3 Fred Stock, La Repubblica del 17 giugno 2001. 4 Intervista a Fred Stock, operatore alle comunicazioni top secret del CSE fino al 93. Da "Echelon e l'Europa. Ecco tutti i segreti" pubblicato su La Repubblica del 17 giugno 2001. 5 Intervista a Giancarlo Elmi, direttore marketing e vendite di Alenia Marconi System pubblicata da Repubblica il 17 giugno 2001. 6 Intervista a Fred Stock, operatore alle comunicazioni top secret del CSE fino al 93. Da "Echelon e l'Europa. Ecco tutti i segreti" pubblicato su La Repubblica del 17 giugno 2001. 7 Covert Action Quarterly, inverno 96. 8 Autorità che sovrintendono ai domini nazionali. 9 Documenti pubblicati al sito: http://www.nipc.gov/warnings/assessments/2000/assess00-051.htm 10 Intervista a Fred Stock, operatore alle comunicazioni top secret del CSE fino al 93. Da "Echelon e l'Europa. Ecco tutti i segreti" pubblicato su La Repubblica del 17 giugno 2001. [ ] Close |