Senza Censura n. 5/2001

[ ] Da una lettera di Nikos Maziotis



20 dicembre 2000, prigione di Koridallos, Atene

"... Il processo del luglio '99 si tenne sotto le pressioni che il governo USA faceva su quello greco affinche' schiacciasse il "terrorismo" ed approvasse una legge "antiterrorismo", cosa che ci si aspetta a breve termine.
La mia condanna a 15 anni di prigione e' stata una decisione politica imposta, presa sotto il carico di quella pressione, e come tale e' stata decretata da un funzionario americano. Quella condanna mirava a condannare le lotte sociali, gli anarchici e la loro solidarieta' con le lotte sociali, la solidarieta' tra coloro che resistono; a condannare gli abitanti dei villaggi di Strimoniko's, la rivolta contro la stato ed il capitale, tutti quelli che resistono contro l'attuale ordine politico e sociale che regna sul mondo. ...
... C'erano compagni dall'estero, dall'Italia e dalla Francia, che sono venuti al processo per esprimere la loro solidarieta', ed anche messaggi di solidarieta' mandati o letti in aula, come quello per i tre rivoluzionari di Action Directe imprigionati ed altri messaggi da parte di gruppi anarchici.
La dimensione della solidarieta' internazionale espressa durante quel processo e' stata di grande valore ed importanza ed ha provato che la lotta contro lo stato, il capitale ed il Nuovo Ordine e' diffusa in tutto il mondo.
Il significato politico e sociale del processo d'appello dell'otto gennaio e' comprensibile. Per gli uomini dello stato e' la seconda opportunita' per esercitare il loro potere di repressione, cosa che sanno fare molto bene. L'opportunita' di mettere di nuovo sotto processo non solo me, ma, tramite me, la lotta degli abitanti di Strimoniko's, la solidarieta' con la loro lotta, la resistenza contro i progetti di distruzione del territorio e delle sue fonti di ricchezza, la resistenza contro la modernizzazione e le direttive di sviluppo delle multinazionali, gli anarchici e tutti coloro i quali resistono allo stato ed al capitale.
Con questo processo condannano le lotte sociali in generale e la solidarieta' degli anarchici con queste. Ogni processo, come il mio e quelli di altri compagni, come i processi agli studenti per i blocchi stradali o agli abitanti di Strimoniko's processati per la loro resistenza, e' un chiaro avvertimento terroristico che lo stato manda alla societa' nel suo complesso, che qualcuno lo recepisca oppure no.
Quando condannano ed imprigionano qualcun'altro e' come se stessero condannando ed imprigionando noi. Quando minacciano di giustiziare la Pantera Nera Mumia Abu Jamal, e' come se stessero minacciando di giustiziare noi. Quando sparano ai senzaterra in Brasile, e' come se sparassero a noi. Quando bombardano la gente come in Iraq ed in Jugoslavia, e' come se bombardassero noi. Quando torturano qualcuno dentro una caserma di polizia, e' come se torturassero noi. Quando dei combattenti muoiono bruciati nelle prigioni e nelle celle d'isolamento, come in Turchia, in Spagna o in Peru', e' come se morissimo noi.
Per noi il processo e' una possibilita' per affermare ancora una volta che loro, lo stato, il capitale, i giudici, sono i veri terroristi, i veri criminali. Di affermare che le lotte e la rivolta contro il loro regime, in tutto il mondo, sono cose giuste, che la solidarieta' non e' una parola vuota bensì la nostra stessa lotta. ...
... E la legge "antiterrorismo" che sara' approvata tra poco, riguarda quelli che lottano, gli anarchici, ma anche l'intera societa' e tutti quelli che resistono.
Lo stato sceglie dei criteri, secondo i quali alcune persone vengono definite "terroristi", come hanno fatto ad esempio con gli abitanti di Strimoniko's dopo gli scontri del 9 novembre '97, quando lo stato e la polizia reagirono imponendo nella zona la legge marziale. La legge "antiterrorismo" e' un'esplicita forma di dittatura dello stato e dei servizi di sicurezza.
Non solo i nemici dichiarati dello stato saranno chiamati terroristi, ma anche le lotta sociali e le dimostrazioni che oltrepassano i limiti delle loro leggi e del loro controllo. Saranno chiamati terroristi anche coloro che solidarizzano con i "terroristi" e con le lotte sociali . ...
... Il potere fa terrorismo criminalizzando le lotte sociali, quando attacca le manifestazioni, quando imprigiona dei combattenti e quando emana leggi "antiterrorismo", quando mette in prigione centinaia di immigranti.
Il loro "sviluppo", la loro "democrazia", per noi significano solo sfruttamento, guerra, repressione, morte e devastazione della terra. Per gli uomini di stato ed i capitalisti cio' che importa sono potere e profitto, non la vita umana.
Per noi cio' che importa sono la liberta' e la dignita' della vita umana. E' per questo che siamo rivoluzionari. ..."

[Info: Zorry Kid - zorrykid@hotmail.com]


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