Senza Censura n. 5/2001

[ ] La costruzione di uno stato di polizia in Grecia



Grazie a un movimento di sinistra, con forti elementi democratici, provenienti dalla resistenza contro la giunta militare che collassò nel 1974, la Grecia ha resistito per molto tempo ai molti tentativi di stabilirvi uno stato di polizia.
Questi tentativi, che per la maggior parte esprimevano concetti ideologici della destra tradizionale, ossia del partito della "Nuova Democrazia", si presentavano principalmente come leggi "antiterroriste", che pretendevano abolire un ampio spettro di diritti e libertà, con il pretesto di lottare contro una pratica molto limitata e senza impatto politico nella sinistra rivoluzionaria in Grecia. Tutti questi intenti fallirono, ma senza dubbio crearono, dopo il 1974, un gran numero di prigionieri politici, che all'inizio la polizia e gran parte dei mezzi di comunicazione presentarono all'opinione pubblica come terroristi, senza alcuna prova. In seguito queste persone vennero proclamate innocenti dai tribunali.
Adesso è il PASOK, il partito "socialista" che governa il paese, a prendere l'iniziativa di imporre uno stato di polizia in Grecia, sottomettendosi alle forti pressioni USA e, allo stesso tempo, volendo rafforzarsi di fronte alle reazioni inevitabili che si produrranno a fronte delle riforme neoliberali di carattere istituzionale ed economico, a causa dell'ingresso del paese nell'Unione Economica e Monetaria e nel globalizzato sistema economico. Lo stabilirsi di uno stato di polizia verrà realizzato principalmente tramite tre progetti di legge, che già sono stati avviati o che saranno avviati quanto prima in parlamento.

Il primo progetto di legge si dirige contro gli immigrati. La Grecia è un paese con una forte tradizione di emigrazione. La prima ondata migratoria, verso gli stati uniti, iniziò alla fine del 19° secolo e culminò durante il decennio 1950-1960. Secondo le statistiche questo paese è oggi al primo posto fra i paesi europei per quanto riguarda la xenofobia. Gli attacchi razzisti, contro gli immigrati, sono cosa quotidiana, e la pratica razzista dello stato contro essi ricorda comportamenti medievali. Tutta questa situazione si va a integrare con il voto in parlamento della nuova legge contro gli immmigrati. Secondo questa legge coloro che hanno passato illegalmente la frontiera del paese, che sono la maggior parte degli immigrati, saranno privati di ogni tipo di protezione e di diritto politico e sociale se verranno arrestati. Questo progetto di legge prevede la penalizzazione di qualsiasi tipo di aiuto verso gli immigrati "illegali", con incarceramento e multe pesanti per chi non si conforma. Soprattutto, gli immigrati che sono "illegali" non possono usufruire dei servizi pubblici e possono ricorrere solo al Consiglio di Stato. Questo procedimento è molto lento e costoso. Oltre a questo, il progetto di legge obbliga i medici a convertirsi in informatori, dato che dovranno riferire alla polizia qualsiasi caso di assistenza medica a un immigrato "illegale". I medici saranno obbligati a negare l'assistenza a immigrati senza permesso di soggiorno. Sono previsti incarceramento e multe per per chi ospiti o affitti la casa a un immigrato senza documenti "in regola", e per chi "impedisca" l'arresto di un "illegale" da parte della polizia. In questa maniera, si penalizza qualsiasi movimento di solidarietà con gli immigrati.

Il secondo progetto di legge si riferisce a "la lotta contro il terrorismo e il crimine organizzato" (vedi Senza Censura n. 4, pag 21, ndr). Sono previste l'abolizione della "presunzione di innocenza" dell'accusato (così l'accusato deve provare la sua innocenza e non è lo stato che deve provare la colpevolezza dell'accusato), la penalizzazione delle relazioni personali con "terroristi", l'abolizione dell'istituzione dei giudici popolari (dato che si considerano i meno sottoponibili a pressioni politiche e più socialmente sensibili rispetto ai giudici professionali), la possibilità di sostenere un'accusa basandosi su un teste anonimo, la cui identità non viene rivelata durante il processo penale, la possibilità di violare la privacy dell'individuo, per compiere in maniera estensiva il processo, etc. La verità è che l'attività delle organizzazioni armate è in recessione e non ci sono vincoli con i movimenti sociali. Quindi, in realtà, la legge contro il terrorismo mira a coloro che continuano a resistere, ossia alla sinistra e alla gente antiautoritaria. Bisogna menzionare che un'informativa recente del Dipartimento di Stato caratterizza come "atti di terrorismo" le manifestazioni contro la guerra in Jugoslavija e altre manifestazioni antimperialiste. Quel che è in pericolo con la nuova legge, sono le ultime libertà democratiche finora salvatesi. Il governo greco tenta di "eliminare il terrorismo", seppellendo il cadavere dei diritti civili.

Il terzo progetto di legge è volto a limitare il diritto di manifestazione e obbliga chi contesta la politica dominante a richiedere un "permesso di manifestare" e a definire un "responsabile della manifestazione", che sarà poi perseguito se avrà luogo un qualche incidente. Nello stesso tempo, si pongono condizioni restrittive riguardo ai luoghi in cui si andranno a tenere le manifestazioni, etc.

Il movimento greco di sinistra si oppone e si opporrà a tutte queste leggi che aprono la strada per convertire il paese in uno stato di polizia. Con questa conversione che il governo liberale di Simits pretende di operare, si vuole creare un clima di obbedienza generalizzata di tutta la società a fronte della prospettiva dei giochi olimpici del 2004, che si terranno in grecia.
Con questo testo iniziamo uno sforzo di informazione e chiediamo la solidarietà di tutti i compagni che vivono all'estero con la nostra lotta contro la politica di repressione esercitata dal governo greco.

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