Senza Censura n. 5/2001 [ ] Aggiornamento su Mumia Abu-Jamal Dopo mesi di completo silenzio, giuridicamente parlando, attorno al caso di Mumia, tutto ad un tratto si sono susseguiti una serie di avvenimenti molto importanti, probabilmente fondamentali per il proseguio dell'iter giudiziario che vede Mumia in attesa di essere convocato in Corte Federale. Prima il licenziamento dei suoi avvocati, poi la corsa frenetica alla ricerca di un nuovo team legale (per altro resa particolarmente difficile dallo stesso Weinglass, l'ex avvocato principale di Mumia, il quale a tutt'oggi si rifiuta di consegnare all'ICFMAJ i soldi del Fondo Legale), quindi la richiesta di Mumia di auto-difendersi in tribunale con l'immediato diniego ufficializzato dal giudice Yohn, poi la conseguente richiesta di tempo presentata al giudice dallo stesso Mumia e ancora la risposta di Yohn che concedeva a Mumia non piu' di 30 giorni. Alla fine il nuovo team di avvocati e' stato formalizzato, e in questo momento Mumia non si trova piu', per cosi' dire, "scoperto". I suoi nuovi legali sono Marlene Kamish di Chicago, Eliot Lee Grossman di Los Angeles, J. Michael Farrell di Filadelfia e l'avvocato (britannico) patrocinante Nicholas R. D. Brown. Ma le sorprese non finiscono qui. A quanto pare sarebbe spuntato fuori il vero assassino dell'agente di polizia per cui venne condannato, nel 1982, Mumia. Tale Arnold R. Beverly (nome che gia' era conosciuto a Weinglass e al vecchio team difensivo, senza che per altro fosse mai tenuto in considerazione) avrebbe affermato, prima agli avvocati di Mumia, quindi in una deposizione ufficiale, che lo stesso Mumia sarebbe capitato, il giorno in cui venne ammazzato il poliziotto, nel posto sbagliato al momento sbagliato, scagionandolo di fatto dall'accusa e dalla condanna a morte. Scenario: all'interno del Dipartimento di Polizia di Philadelphia vi era un cospicuo numero di agenti corrotti, dediti allo spaccio di droga, alla gestione della prostituzione, ecc...e fin qui nessuna sorpresa. La notte del 9 Dicembre, mentre Mumia, allora taxista, accorreva in difesa del fratello, fermato e malmenato da un paio di agenti del Dipartimento, nello stesso luogo stavano agendo alcuni dei poliziotti corrotti. Stando a quanto affermato da Arnold R. Beverly, gli agenti con nella mani il fratello di Mumia (i "non corrotti") riconobbero poco distante da loro alcuni loro colleghi. Da qui nacque una sparatoria (tutta interna al dipartimento), con il conseguente ferimento di Mumia (mentre era intento ad accorrere verso il fratello, disarmato) e il colpo mortale indirizzato all'agente "non corrotto". E' quantomai ovvio che questo nuovo quadro andra' a ridisegnare la storia del processo di Mumia. O per lo meno se lo augurano i suoi nuovi avvocati, e noi con loro. Ma e' anche vero che il nuovo percorso difensivo, alla luce di quanto fin qui esposto, potrebbe de-politicizzare tutto il "caso Mumia", puntando unicamente sul discorso "colpevole/innocente". La situazione e' comunque, soprattutto con un Oceano di distanza, ancora non proprio chiara e in continuo sviluppo. Cercheremo di seguire passo a passo le prossime azioni del team difensivo, in attesa che venga convocata la prima udienza in Corte Federale, tenendo sempre ben presente che la liberazione di Mumia, per essere tale, dovra' passare per un processo di lotta collettiva, un processo di massa. Questo e' stato da sempre il contributo che abbiamo dato alla Campagna Internazionale contro l'esecuzione di Mumia, e questo presupposto rimane la base del nostro lavoro. (tratto dal bollettino telematico Mumia Abu Jamal - lista-mumia@ecn.org) [ ] Close |