Senza Censura n. 4/2001 [ ] Le gallerie della morte Lettera dei compagni prigionieri nel carcere di Dueñas (Palencia, spagna) Salve compagne/i!! Prima di tutto vogliamo far arrivare il nostro messaggio di solidarietà e incoraggiamento a Eduard Garcia Macias, che è in carcere, vittima di una montatura poliziesca, accusato di aver spinto sino alle ultime conseguenze l'impegno e la solidarietà con il Movimento dei prigionieri/e in lotta. Un abbraccio di battaglia, compagno, comunque siano le tue idee ed azioni le assumiamo come nostre. Hai perso la tua libertà per i tuoi rapporti e solidarietà con noi ... che più di altri possiamo dare il giusto peso al significato di questa parola. Hai alzato molto il livello (del morale) per tutti, da entrambi i lati del muro e faremo in modo di non deluderti nelle battaglie che si avvicinano. Negli ultimi mesi, abbiamo portato avanti azioni rivendicative e di protesta utilizzando ogni mezzo a nostra disposizione, da un'ottica collettiva cercando di migliorare le nostre condizioni particolari e di risolvere altri problemi che ci siamo postei a livello di gruppo e individualmente, ma inserendo questa lotta in una prospettiva di movimento nel suo insieme, cercando sempre di spingerlo, rafforzarlo e svilupparlo, tenendo sempre presente che siamo un gruppo di prigionieri che resistono in ciò che ogni individuo pensa con il proprio cervello e mette in pratica con le proprie mani, che hanno delle necessità, sensibilità e aspirazioni differenti in molti casi, che però sono consapevoli di far parte di un tutto. Questo tutto che è il Movimento prigionieri in lotta (M.P.L.) e nel quale i compagni prigionieri e gli individui, gruppi, collettivi e organizzazioni che ci appoggiano in strada, sono due facce della stessa UNITA' sostenuta da alcuni obbiettivi comuni a breve e medio termine e una serie di idee condivise per quanto riguarda l'essenziale. Questa linea che noi stiamo proponendo crediamo che sia quella che si adatta alla complessa realtà nella quale tutte dobbiamo cavarcela e che non limita la libertà personale di nessuno, ne' l'iniziativa ne' l'autodeterminazione ... semplicemente apporta metodologie di lavoro e di lotta e forme di organizzazione più avanzate per continuare ad aprire la strada. La stessa esperienza del Movimento dei prigionieri in lotta mira a quello e sarebbe un grande passo avanti che il " piano telefonico " che dalla AAPPEL si è tracciato per coordinare la lotta dello sciopero della fame indeterminato, l'uno dicembre, potesse durare nel tempo. Parliamo del progetto telefonico nel senso di base razionale che ci serva come strumento di coesione e direzione collettiva (di tutti per tutti) nel M.P.L. Nei digiuni di due giorni di ottobre e novembre in questo dipartimento a regime speciale (modulo 15) hanno partecipato una media di 15 compagni in ogni occasione, praticamente tutti quelli che si trovano qui. Il compagno Laudelino Iglesias ha fatto lo sciopero della fame dal 9 settembre al 21 ottobre per esigere la sua liberazione dopo aver fatto più di 20 anni e 26 con i benefici penitenziari ottenuti, ragione per cui dovrebbe essere fuori da più di un anno. Per tutto il tempo che durò questo sciopero della fame, tutti noi compagni siamo rimasti chiusi nelle nostre celle senza uscire in cortile (sciopero della reclusione) in solidarietà con Laudelino e Francisco Brotons Beneyto, prigioniero politico del PCE e dei Grapo, che ha passato in galera 23 anni (da prima dell'amnistia del 1977). Fuori si stanno portando avanti due grandi campagne di appoggio per esigere la liberazione di entrambi. Il 24 settembre, nonostante Laudelino fosse in sciopero della fame da 16 giorni, i secondini lo hanno picchiato e mezza dozzina di noi in risposta a questo, ha rotto la propria cella, causando gravi danni materiali (si sono rotti i vetri delle finestre, elementi elettrici, tavoli di cemento armato ecc.) e opponendo resistenza all'abuso e alla tortura per mezzo dell'azione direttissima. Per questi fatti, a Daniel Rodriguez, per esempio, hanno comminato due anni di prigione; certo, il caso di tortura, già era stato archiviato due volte all'Udienza Provinciale. Come sempre, dopo, noi resistenti attivamente siamo stati tutti dispersi all'interno del dipartimento e inoltre, ultimamente, ci hanno limitato ogni comunicazione con l'esterno con procedimenti " legali " e illegali sfacciati. Josè Manuel Luengos, uno dei compagni che ha rotto la sua cella il 24 settembre e che avrebbe partecipato con noi allo sciopero della fame che inizieremo il 1 dicembre, lo hanno trasferito in ottobre al Centro Penitenziario di Picassent 3. Occasionalmente portano compagni dai moduli di vita normale all'isolamento, temporaneamente, e li minacciano e picchiano perché non comunichino con noi dalla finestra. Alcuni rimangono 3 o 4 giorni senza parlare, finchè non li riportano alla vita normale, non possono neppure chiedere del tabacco , le uniche cose che vengono loro concesse sono lenzuola e coperte. Il 22 ottobre, giorno dell' EKINTZA (azione) di ETA contro il capo delle guardie carceriare e responsabile della mafia sindacale CC.OO della prigione di Nanclares de Oca (Langraiz), portarono un compagno in questa occasione e di lui non abbiamo potuto sapere nemmeno il nome dopo il trattamento " democratico ". Un altro, Victor Paredes Iglesias, lo picchiarono e minacciarono il 30 ottobre, semplicemente perché parlava dalla finestra con un compagno in lotta interessandosi a fatti inerenti la nostra lotta. Tutto questo è un riflesso dell'onda repressiva che fuori, per strada, sta colpendo il Movimento " radicale " che ci appoggia coerentemente. Per paradosso, noi che abbiamo lottato con i nostri comunicati per estendere la lotta nei moduli a vita normale, qui troviamo molto arduo farlo, non solo per il grado di isolamento a cui ci obbligano con metodi coercitivi, ma anche per le caratteristiche stesse di questa prigione dove l'80 % dei prigionieri sono stranieri, magrebini, sudamericani principalmente, se è difficile estendere la lotta tra gli spagnoli al momento risulta quasi impossibile farlo con questi compagni. Riceviamo appoggio solo dai prigionieri politici baschi e da alcuni compagni sparsi in diversi moduli che ricevono puntualmente i nostri comunicati, collaborano con alcuni bollettini e solidarizzano con noi in modo isolato e nella misura in cui le loro condizioni lo permettono. Il 22 ottobre circa 75 solidali provenienti da diversi posti della " Castilla " hanno fatto una marcia verso questa prigione da "Duenas" (distante circa 4 Km). Fecero un gran baccano e quando abbiamo sentito le loro grida nonostante la distanza e le varie recinzioni che separano la carcere dall'esterno, abbiamo risposto picchiando sulle porte e sulle finestre. Questa marcia era compresa nelle proteste che si stanno realizzando in tutto lo stato contro le carceri nella dinamica del M.P.L. A questa hanno partecipato anche alcuni compagni con i quali abbiamo preso contatto qui a Palencia .... Per info: adelantea@yahoo.com [ ] Close |