Senza Censura n. 4/2001

[ ] Lega Araba a Accordi antiterrorismo



L'accordo siglato al Cairo il 24-4-98 tra i ministri della Lega Araba (di cui tracciamo una rapida sintesi ma che può essere visto interamente sulla rivista N.12 SISDE settembre-dicembre 1998 - http://www.sisde.it) contiene al suo interno molto di quanto ritroviamo negli accordi internazionali dei paesi imperialisti per la lotta al terrorismo. Se da una parte si considera la lotta armata strumento non terroristico all'interno di un processo di liberazione nazionale, dall'altra la si trasforma in terrorismo quando questa viene usata come mezzo di liberazione dalle barbarie capitaliste. Emerge così il carattere controrivoluzionario di tale accordo che pone le basi per intervenire, nelle varie forme previste, all'interno di singoli paesi davanti ad un livello di scontro di classe tale da poter impensierire la "stabilità" dell'area e degli interessi capitalistici.
La sempre più marcata subalternità agli interessi dell'imperialismo americano dei governi dei paesi aderenti alla Lega Araba, come dimostrato dalle blande prese di posizione in favore della lotta del Popolo Palestinese e contro la violenza sionista, sono la chiara chiave di lettura per comprendere gli obiettivi di tale accordo.
In particolare questi accordi tendono a favorire il rafforzamento di sistemi che permettano di rilevare l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione, l'uso e la detenzione di armi, munizioni, esplosivi e prodotti pericolosi e rinforzare il controllo alle dogane ed alle frontiere per non permettere l'infiltrazione dei terroristi, o il traffico di armi, di esplosivi e munizioni; a rinforzare i mezzi di protezione delle personalità, degli obiettivi strategici e dei mezzi di trasporto pubblico; a rafforzare i mezzi di protezione e sicurezza ai corpi diplomatici, consolari ed alle organizzazioni regionali ed internazionali, a rafforzare le attività di informazione e sicurezza ed il loro coordinamento con le attività degli altri stati, per permettere di scoprire gli scopi dei gruppi e delle organizzazioni terroristiche e farne fallire i progetti .
A questo scopo ogni stato deve avviare la raccolta di informazioni e la loro analisi, su persone, gruppi, organizzazioni e movimenti terroristici e seguire ogni novità sul fenomeno, aggiornare queste informazioni e informarne gli apparati specializzati degli altri stati .
Oltre a questi aspetti generali sono significativi anche vari passaggi legati agli aspetti più apertamente legati alle modalità operative per contrastare il fenomeno: gli stati che aderiscono a questo accordo si impegnano infatti ad arrestare i terroristi o a consegnarli ad altri paesi.
A questo scopo va naturalmente potenziato e protetto l'apparato repressivo-giudiziario e va opporunamente incentivata e protetta la delazione stabilendo una più efficace cooperazione tra i gruppi specializzati nella lotta anti-terrorismo e i potenziali testimoni e/o informatori.
E' scontato che gli stati firmatari si impegnano a non partecipare in nessun modo all'organizzazione di atti di terrorismo, a finanziarli, oppure anche prestare il proprio aiuto al loro compimento, anzi, dovranno incrementare lo scambio di informazioni su:
a. -attività e crimini dei gruppi terroristici, i loro capi, membri, basi, il loro addestramento, le armi, i munizionamenti, esplosivi impiegati ed ogni altro prodotto pericoloso;
b. -modi di comunicazione ed informazioni diffuse dai gruppi terroristici, il loro modo di operare, i movimenti dei capi, dei membri ed i documenti di viaggio impiegati.

Inoltre ogni stato si impegna a dare avviso agli altri stati, in tempi brevissimi, circa le informazioni che siano disponibili su crimini commessi sul proprio territorio, che abbiano come scopo quello di colpire gli interessi dell'altro stato e a fornire tutte le informazioni e dichiarazioni che possano essere utili alla sicurezza preventiva.

Investigazioni
Sul terreno delle investigazioni gli stati si impegnano ad incrementare la cooperazione tra di loro ed a fornire assistenza su base di reciprocità per le indagini, la ricerca e la cattura di latitanti.
Inoltre ciascun paese contraente si impegna ad estradare gli
accusati - oppure i condannati - per fatti di terrorismo
verso ciascun altro dei paesi partner.


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