Senza Censura n. 4/2001 [ ] Notizie dall'Intifada Al-Aqsa Intervista a Khalida Routrut di Addameer Come si sono sviluppate concretamente le dinamiche repressive dall'inizio dell'Intifada Al-Aqsa? Quali sono stati i settori maggiormente colpiti? All'inizio dell'Intifada, per il primo mese, non ci sono stati arresti di massa perché gli israeliani erano prevalentemente impegnati a capire come rapportarsi ad essa. Questo, del resto è avvenuto anche nell'Intifada dell'87. Il secondo mese sono iniziati gli arresti di massa, ma visto che ora la situazione è cambiata e le città sono sotto controllo palestinese, la maggior parte degli arresti è avvenuta nei villaggi ed ai check-points, quando la gente cercava di spostarsi da un luogo all'altro. Naturalmente tutti hanno cercato di prendere delle contromisure evitando quanto più possibile di spostarsi e trasferendosi dai villaggi alle città. Per questo motivo la maggior parte degli arresti è avvenuta nell'area di Gerusalemme, che è sotto il controllo israeliano, ed ha colpito soprattutto i ragazzi e in generale chi partecipava alle manifestazioni pubbliche. Ci sono stati molti arresti anche oltre la "green line": sono stati arrestati più di 100 minorenni nell'area di Gerusalemme e circa 500 persone nei territori palestinesi occupati nel '48. Nella West Bank sono state fatte campagne di arresti in alcuni villaggi, oltre agli arresti dei palestinesi che si stavano spostando da un luogo all'altro, e anche a Gaza sono stati fatti diversi arresti, per esempio tra chi cercava di raggiungere l'areoporto. Complessivamente nella West Bank e Gaza sono stati fatti dai 400 ai 500 arresti. Rispetto a come viene spesso chiamata,- anche tu l'hai fatto- questa Intifada, cioé Intifada Al-Aqsa, voglio precisare che noi la chiamiamo anche "Intifada per l'indipendenza", perché questo è l'obiettivo che tutti i gruppi palestinesi stanno perseguendo. Al-Aqsa è sicuramente un simbolo molto importante per i palestinesi, ma la lotta per l'indipendenza va anche oltre, riguarda la questione di Gerusalemme nel suo complesso, i rifugiati, la sovranità nazionale, l'autodeterminazione. Quali sono stati gli effetti di questa Intifada all'interno delle prigioni, sia rispetto all'aumento dei prigionieri sia rispetto alle condizioni di quelli che già si trovavano in carcere. I prigionieri si trovano in una situazione più dura a livello materiale, ma il loro morale è molto migliorato. La questione dei prigionieri per tutto il periodo dei negoziati è stata tralasciata ed usata strumentalmente, portando I prigionieri ad una grande frustrazione. Questo, del resto, è avvenuto per tutti i palestinesi che in questi 7 anni hanno visto continuare l'occupazione, la confisca delle proprie terre, il furto di ogni loro risorsa e la costruzione di nuove colonie. Con l'Intifada i prigionieri hanno condiviso quello che tutti i palestinesi hanno sentito: la volontà di lottare ancora per la propria causa. Da un punto di vista psicologico è stato molto difficile perché non hanno più avuto notizie dei loro cari e dei loro compagni e amici, non sapevano se erano vivi o morti........, ma questa ripresa della lotta ha fatto sentire che il loro caso era ancora vivo. Un altro fatto molto importante è stato l'arresto da parte di Hezbollah di 4 militari israeliani. Questo ha riaperto nei prigionieri la speranza di essere rilasciati nell'ambito di uno scambio. Per quanto riguarda la situazione materiale gli israeliani all'interno delle carceri hanno applicato delle misure di emergenza, hanno applicato la "chiusura" anche all'interno delle carceri e hanno reso quasi impossibile muoversi da una stanza all'altra, seguire le notizie di quanto stava avvenendo in TV o sui giornali. Ma alla fine I prigionieri sono riusciti a far rientrare queste misure, quindi, in questo momento, il problema più grosso è che a causa della chiusura dei territori occupati non possono ricevere le visite dei loro familiari. Parlando invece dei nuovi arresti, il problema per loro è soprattutto quello che avviene tra il momento dell'arresto e l'arrivo al centro di interrogatorio: sono minacciati pesantemente e picchiati per costringerli a rilasciare qualche dichiarazione. Questo ha un effetto devastante soprattutto sui più giovani. Dopo l'arresto vengono portati nei centri di interrogatorio e poi divisi tra le varie carceri. Già da oltre un anno gli israeliani dividono I prigionieri o in base al gruppo di appartenenza o alla provenienza, per esempio a Nafha vengono messi gli islamici, ad Askelon i prigionieri dell'OLP, a Shatta quelli di Gerusalemme, del 48 e del Golan. Questa divisione per categorie ha l'obiettivo di rompere l'unità dei prigionieri. Però permette ai prigionieri delle varie organizzazioni di stare insieme..... Sì, però rende molto più difficile la solidarietà e il coordinamento di azioni di lotta da parte di tutti I prigionieri. Delle centinaia di prigionieri di quest'ultima Intifada quanti si trovano ancora in carcere? Attualmente sono circa 200 perché una parte è stata processata ed e, uscita dopo aver pagato una multa, mentre alcuni sono in attesa di processo. In che modo la solidarietà internazionale con i prigionieri palestinesi è stata influenzata da quest'ultima Intifada? Premetto che mi riferisco alla solidarietà di gruppi e comitati, non di situazioni legate ai governi. C'è stato un aumento della solidarietà, ma in generale con l'Intifada, e soprattutto legata al suo aspetto più tragico ed evidente: l'assassinio di un gran numero di palestinesi. La solidarietà è stata grande, soprattutto nel mondo arabo dove ci sono state enormi manifestazioni. In quest'ultimo periodo notiamo invece un calo generale di tensione e solidarietà, sia nel mondo arabo che a livello internazionazionale, mentre ora ce n'è molto bisogno. Comunque, tornando alla tua domanda sulla solidarietà specifica con i prigionieri, anche qui in Palestina non è stata il punto centrale, nonostante la campagna di arresti di massa. Anche noi come comitati di solidarietà con i prigionieri siamo stati impegnati soprattutto a scoprire se le persone che non si sapeva più dove fossero erano state arrestate o uccise, e paradossalmente era un sollievo trovarli tra gli arrestati. Si è trattato di un impegno molto gravoso anche perché i nostri avvocati con licenza palestinese non potevano cercare di seguire questi casi per la chiusura dei Territori occupati. Francamente devo dire che durante quest'Intifada la questione dei prigionieri non è stata la più scottante. Anche se ci sono state iniziative e manifestazioni per i prigionieri non è stato come nell'Intifada dell'87 che aveva tra i sui principali obiettivi la liberazione dei prigionieri politici. Ora la sensazione dei prigionieri è che potrebbero essere liberati da un momento all'altro in uno scambio di prigionieri tra Hezbollah e il governo israeliano. Pensi che questa opzione sia all'ordine del giorno? Io credo di sì. Del resto anche nell'85 sono stati liberati oltre 1500 prigionieri nell'ambito di uno scambio tra gli israeliani e il Fronte Popolare - Comando Generale. [ ] Close |