Senza
Censura n. 2/2000
[
] Il grande fratello
Una testimonianza dalla Pirelli di Figline Valdarno (FI)
Verso la fine degli anni 90' nello stabilimento Pirelli di Figline Valdarno
(FI), dove si produce steelcord (cordicella metallica per la mescola base
dei pneumatici) si assiste ad un cambiamento nelle forme di controllo-repressione
sui lavoratori impiegati nella produzione diretta.
Per rispondere alle nuove esigenze produttive (e il conseguente incremento
dello sfruttamento sugli operai) del mercato si attuano modelli produttivi
derivati dalle "ceneri" del Toyotismo; la fabbrica integrata,
la parcellizzazione esterna, non bastano più ed ecco che dal Giappone
si fa largo un nuovo metodo produttivo che possa abbattere ancora di più
i costi e dare maggiori garanzie di controllo sulla manodopera: il TPM
(Total Performance Mantenance).
Si delega, anzi si carica il singolo operaio addetto alle macchine in
produzione di una serie di interventi e mansioni legate alla messa a punto
del macchinario e alla qualità del prodotto; mansioni che in precedenza
erano di competenza di altre figure operaie specalizzate (meccanici, attrezzisti,
addetti al controllo qualitativo), cioé non solo produrre il solito
quantitativo di prodotto, con ritmi produttivi allucinanti ma abbattere
anche i "costi" con l'eliminazione graduale delle figure sopracitate.
Il tutto si basa sulla divisione in aree indipendenti di lavorazione,
lasciando la manutenzione ordinaria a ditte esterne "guidate"
da un meccanico interno; queste squadre di lavoratori, come gli addetti
alle pulizie, sono frà i più ricattabili e sfruttati (ci
sono anche lavoratori immigrati) e non hanno la minima tutela sindacale.
Il livello repressivo ha fatto un notevole balzo in avanti. Un esempio
che può sembrare banale ma che dà un segnale preciso è
l'utilizzo di ditte specializzate in sicurezza che sono subentrate ai
normali portieri e alla sicurezza interna (ex operai che per motivi di
salute venivano tolti dalla produzione e messi a fare i portinai o simili).
Questo per quanto riguarda l'esterno; il controllo sugli operai invece
è più tecnologicamente avanzato e sfiora la fantascienza
ma è purtoppo realtà: circa un anno fa l'azienda comunica
al sindacato, con la motivazione di avere una certificazione qualitativa
del prodotto più all'avangurdia e che seguisse ogni singola bobina
di cordicella d'acciaio nel percorso progettazione-produzione-spedizione,
l'eliminazione della compilazione dei dati sulle carte macchina (ogni
macchina che produce la suddetta corda aveva una propia carta macchina
dove noi dovevamo scrivere sia la produzione sia le anomalie e gli interventi
effettuati) e l'introduzione di un sistema computerizzato collegato a
dei terminali portatili (lettori laser di codici a barre) che gli operai
devono portarea addosso (grandezza simile ad un telefono cordless) e con
i quali digitare per ogni mansione effettuata il codice a barre corrispondente
che si trova sulla macchina stessa!
Ma subito abbiamo capito che non interessava tanto al padrone snellire
le procedure dei dati ma controllare sia il tempo impiegato per ogni singola
mansione "in diretta" telematica (prima non era poissibile ed
avevamo un accettabile margine per non ammazzarci di lavoro!) sia il tempo
effettivo di lavoro che ogni singolo operaio effettua; addirittura si
può "vedere" se l'operaio si sposta dalla propria area
lavorativa (ma il sindacato ci ha assicurato(?) che questa mansione del
terminale è disattivata).
Per tornare all'orario di lavoro; noi lavoriamo 6 giorni la settimana
compreso il sabato per 6 ore su 4 turni giornalieri compresa la notte
(gli operai dei forni lavorano anche la domenica ed hanno un giorno di
riposo settimanale a scorrimento) e per contratto i 360 minuti delle 6
ore li riduciamo a 330' (mezz'ora per le esigenze normali, visto che non
facciamo pause durante l'orario) cioé possiamo assentarci dalla
macchine nelle 6 ore per mezz'ora complessiva!!
Ma se le macchine si fermano mentre noi stiamo un attimo fermi o siamo
a prendere un caffè o fare colazione la mattina siamo a rischio!
Se prima il controllo era delegato agli assistenti alla produzione che
spesso chiudevano un occhio (o venivano trattati in malo modo da noi operai),
adesso con l'introduzione del terminale portatile il controllo repressivo
è quasi totale, anche se viene mascherato ufficialmente come controllo
sul prodotto.
IL GRANDE FRATELLO E' UNA REALTA'
Un operaio della Pirelli di Figline Valdarno (FI)
(E-mail: antinebbia@flashmail.com)
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