Senza Censura n. 1/2000


[ ] "USA & Control Units"
Storia delle Unità di Massima Sicurezza:
intervento di Bonnie Kerness* (Criminal Justice Program) alle dienze sulle Control Units.

*Bonnie Kerness:
Avvocato penalista, membro dell'American Friends Service Committee, difende diversi Prigionieri Politici (PP) e Prigionieri di Guerra (PoWs).

Durante gli ultimi anni, abbiamo rilevato un incremento delle attività repressive nei confronti di detenuti, isolati, lontani dalla vista e dalle menti della popolazione, dai media e persino da quei funzionari statali che li hanno condannati. Probabilmente una delle espressioni più preoccupanti di questo tipo di repressione è la rapida crescita e diffusione delle Unità di Massima Sicurezza.

Queste unità sono prigioni dentro le prigioni, sono luoghi in cui i detenuti sono posti in isolamento totale non per quello che hanno fatto ma semplicemente per quello che rappresentano e per il loro credo politico. Sebbene le condizioni di isolamento e tortura possano variare da unità ad unità, il loro scopo specifico consiste nel distruggere spiritualmente, psicologicamente e/o fisicamente i detenuti. Questi obbiettivi sono facilmente raggiungibili in queste condizioni attraverso una serie di misure prima fra tutte l'arbitrarietà dell'isolamento. Nel Managment Control Unit di Trenton, New Jersey, per esempio, non c'è alcun criterio per essere segregati né per essere liberati. In altre parole, nessuna spiegazione ufficiale è data per l'essere stati rinchiusi in queste unità e non esiste nemmeno una via per "guadagnarsi" l'uscita. Oltre che dall'arbitrarietà, queste unità sono caratterizzate da anni di isolamento continuo: i detenuti sono rinchiusi per 23/24 ore al giorno in condizioni di totale isolamento sensoriale, molti definiscono il silenzio che avvolge le loro giornate come "spaventoso". Torture fisiche e mentali sono attività comuni condotte attraverso umilianti controlli anali, pestaggi dopo esser stati immobilizzati, inattività forzata, controllo della posta, censura di materiale politico, ecc....
L'uso dell'isolamento, negli Stati Uniti, iniziò intorno al 1829 e da lì a poco risultò evidente l'effetto devastante che esso esercitava sulle menti di quelle persone rinchiuse in tali condizioni. Per questo motivo, l'isolamento venne presto abbandonato come pratica abituale adoperata nei penitenziari statunitensi ma non scomparve del tutto come forma di controllo: è sempre stato un metodo usato per distruggere i detenuti identificati come "il peggio del peggio". Il governo federale ha giustificato la costruzione della prigione di massima sicurezza di Florence, Colorado, affermando che avrebbe ospitato i detenuti più pericolosi di tutti gli Stati Uniti. E da quanto vi dirò capirete perfettamente la falsità di quest'affermazione.

La storia delle "Control Units" è difficilmente narrabile in maniera unitaria. E' la storia dello sviluppo e della diffusione di queste unità nate dal perfezionamento degli esperimenti di lavaggio del cervello condotti durante la guerra di Corea; è la storia di uomini e donne, molti dei quali non rappresentano né "i più pericolosi" né "il peggio del peggio", al contrario di quanto sostenga il governo; è la storia dei familiari e delle persone care a questi detenuti ed infine è la storia dei loro avvocati e di tutti coloro che si battono per la difesa dei diritti civili che quotidianamente ricevono lettere e chiamate telefoniche che, disperate, cercano di descrivere l'indescrivibile: ciò che accade in questi penitenziari.

Lo sviluppo delle Unità di Massima Sicurezza può essere riconducibile ai tumultuosi anni sessanta, alla guerra in Vietnam ed al movimento per i diritti dei prigionieri. Già nel 1974, sia il penitenziario federale di Marion, Illinois, sia il dipartimento delle correzioni californiano possedevano unità di isolamento chiamate appunto "Control Units". In New Jersey, per esempio, il direttore del penitenziario di Trenton visitò e studiò le unità californiane e, nel giro di un anno, il New Jersey possedeva la propria versione chiamata "Managment Control Unit". L'intervista a Sundiata Acoli (BPP/BLA POW), uno dei primi ad essere segregati nell'MCU di Trenton, che segue vi illustrerà sulle condizioni di vita in questo tipo di unità. Nel 1983, dopo che due guardie del penitenziario di Marion vennero uccise, il direttore della prigione dichiarò lo stato d'emergenza ed istituì condizioni di massima sicurezza, creò condizioni di isolamento totale per tutti i detenuti. Le condizioni d'emergenza istituite a Marion 16 anni or sono, persistono a tutt'oggi. L'anno scorso, il Bureau delle Prigioni ha costruito un nuovo penitenziario statale a Florence, Colorado. In una testimonianza a seguire potrete leggere le impressionanti condizioni di isolamento in cui è costretto a vivere Ray Luke Levasseur (Anti-imperialist PP). Nel 1996, esistevano già più di 40 prigioni di massima sicurezza o che contenessero sezioni considerate tali al punto che un osservatore per il rispetto dei diritti civili, nel suo rapporto sulle "Condizioni dei detenuti negli Stati Uniti", concluse che: Probabilmente il fattore più preoccupante per il rispetto dei diritti civili dei prigionieri è questa tendenza che abbiamo osservato ed etichettato come "Marionization"... l'isolamento ... è stabilito dagli ufficiali carcerari, senza supervisione alcuna, con il rischio di condannare il detenuto due volte; la prima condanna all'imprigionamento per un determinato periodo di tempo stabilita da un tribunale; la seconda a condizioni di isolamento durissime decise dall'amministrazione carceraria. Questa seconda condanna non ha un tempo determinato - può durare quanto la condanna di un individuo - ed è imposta senza che si possa opporre il minimo tipo di opposizione.

Negli ultimi anni, coloro i quali hanno osservato la rapida diffusione di queste unità, non hanno semplicemente osservato il proliferare di quest'ultime, hanno rilevato un grave peggioramento delle condizioni di isolamento. In tutto il paese, per esempio, quando un detenuto rinchiuso in queste unità lascia la sua cella, viene sottoposto ad una perquisizione corporale completa nonostante abbia avuto contatti solo ed esclusivamente con le guardie carcerarie. Il fatto che siano ammanettati e mantenuti in questo stato durante gli incontri all'interno del penitenziario serve solo ad evidenziare il carattere esclusivamente punitivo di questi trattamenti. Oscar Lopez, un prigioniero di guerra portoricano, ha riferito di esser stato sottoposto a tre perquisizioni rettali prima di ogni visita, nella quale avrebbe parlato attraverso un vetro con i suoi interlocutori, ed altre tre al ritorno alla sua cella. All'epoca Oscar era in isolamento totale, quindi senza alcun contatto umano da mesi. Nel gennaio 1996 una Commissione d'Indagine sui Diritti Umani delle Nazioni Unite produsse un rapporto sulla " Questione concernete i diritti umani dei detenuti": non c'è da stupirsi se il rapporto documentava svariati esempi di brutalità e tortura all'interno dei penitenziari statunitensi ed, in particolare, richiamò l'attenzione sulle Control Units del penitenziario di Pelican Bay, California.

Quando parliamo della storia delle Unità di Massima Sicurezza, dobbiamo riflettere su persone come Ojore Lutalo, che a febbraio entrerà nel 15¡ anno di isolamento continuo. Ojore rappresenta le migliaia di persone recluse e segregate per anni in celle senza alcuno stimolo sensoriale solo ed esclusivamente per quello che rappresentano e per quello in cui credono. In tutta la nazione, le persone che vediamo in queste unità sono ex membri del Black Panther Party, ex membri del Black Liberation Army, militanti islamici, indipendentisti portoricani, membri dell'American Indian Movement, avvocati radicali ed attivisti che si dedicano a denunciare il problema penitenziari. In nessun caso essi rappresentano "il peggio del peggio" come il governo vorrebbe farci credere. La storia di queste unità è strettamente correlata ai movimenti di opposizione politica e sociale. Nel 1978, Andrew Young affermò che nelle carceri statunitensi esistevano "centinaia, migliaia di persone che egli avrebbe tranquillamente definito Prigionieri Politici". Le critiche governative furono tali che Young fu costretto a sconfessare la sua affermazione. In realtà, il governo statunitense ha sviluppato una serie di operazioni di controspionaggio, chiamate COINTELPRO, che avevano come unico scopo la distruzione del Black Panther Party e di molte altre organizzazioni radicali negli anni sessanta e settanta, e non è certo un caso se lo sviluppo di queste unità di massima sicurezza sia avvenuto parallelamente all'uso di queste operazioni da parte delle agenzie federali.

Mentre analizziamo la storia di queste unità di massima sicurezza, dobbiamo considerare anche gli innumerevoli problemi e sofferenze di chi ha un familiare segregato: l'isolamento prolungato, continuo è una forma di tortura e provoca alterazioni nella personalità dei detenuti. Riferendo sulle condizioni di isolamento nei penitenziari californiani, il dottor Stuart Grassian ha riferito e discusso a lungo sugli effetti dannosi, a livello psichiatrico, provocati dall'isolamento prolungato. Egli ci ha raccontato di aver parlato con detenuti disposti ad incontrarlo solo per il fatto che almeno potevano "sentire qualcosa"; ci ha riferito di una progressiva incapacità, da parte di questi prigionieri, di rispondere agli stimoli. Mi viene in mente la storia di un detenuto, trasferito da una di queste unità in un'altra area della prigione, che riferiva di aver problemi di adattamento "con tutte quelle persone"; domandatogli di quante persone stesse parlando, egli rispose 36. Il Dr Grassian parla anche dei frequentissimi attacchi di panico di cui soffrono questi detenuti: l'isolamento è stato accertato essere la causa di paranoia, problemi d'impulsività, incapacità motoria, stati di delusione, di sospetto, confusione e di depressione. Per coloro i quali hanno contatti quotidiani con questi prigionieri, nessuna di queste reazioni è una sorpresa, tutti quanti conosciamo il facile stato d'irritabilità dei nostri cari segregati in quelle condizioni. Tentare di visitare uno di questi prigionieri comporta enormi difficoltà, quali maltrattamenti, perquisizioni e ritardi, anche per i familiari più stretti. Personalmente ho aiutato numerosi familiari su come reagire ed affrontare questo tipo di vessazioni e su come essere d'aiuto ai familiari in isolamento; ho anche lavorato sui casi di numerosissimi detenuti che, una volta rilasciati, soffrono di gravi sintomi di stress da trauma. Sfortunatamente una delle realtà da tenere in mente è che, in molti casi, i rapporti familiari vengono distrutti dalle difficoltà che emergono, nel corso degli anni, nel relazionarsi con chi sta soffrendo queste forme di tortura.

Le Unità di Massima sicurezza sono chiaramente unità punitive e si può discutere sul loro essere una forma di tortura. Esse sono una parte della grave minaccia nei confronti dei diritti umani che la Costituzione pone come difesa - totalmente arbitraria- dello status quo. Ed è proprio questa crescita continua dell'uso arbitrario del potere statale a spaventarci così tanto. Il trattamento e la sorveglianza che i detenuti in queste unità soffrono sono al di là di ciò che umanamente possibile: sono forme di tortura fisica e psicologica. Se approfondiamo lo studio e l'analisi di tali pratiche, è impossibile non sottolinearne la loro funzione politica. La polizia, i tribunali ed il sistema carcerario operano tutti come forme di controllo sociale.

Le prigioni riflettono sia la struttura della società che la natura della lotta contro questo tipo d'organizzazione sociale. Molti dei reclusi in queste unità lo sono proprio per la loro visione e lotta alla ricerca di una società più onesta, più umana e tollerante: per lo più essi sono dissidenti politici. Credo fermamente che lo scopo del governo sia quello di costruire un muro di silenzio attorno a loro e non c'è da sorprendersi se anche coloro che parlano e si battono per la loro difesa siano soggetti, a loro volta, a forme di controllo governativo. La situazione in termini di espansione delle unità di massima sicurezza, degli esperimenti psicologici condotti al loro interno e del numero di detenuti segregati in celle d'isolamento, senza alcuno stimolo sensoriale, sta sensibilmente peggiorando.

Voglio leggervi un memorandum scritto dall'unità investigativa del penitenziario statale di Pelican Bay, una prigione di massima sicurezza in California. In questo memorandum vi sono tutti i documenti principali concernenti il detenuto in questione e questo fu il loro commento: "questo memorandum si riferisce alla corrispondenza del detenuto con Bonnie Kerness che opera come collegamento tra prigionieri ed organizzazioni estremiste in tutti gli Stati Uniti. IL Prison News Service ... organizzato da Bonnie Kerness è stato identificato come bollettino informativo del Black Guerrilla Family ...". Questo memorandum continua con falsità e distorsioni per oltre tre pagine ... il punto è che se non facciamo qualcosa immediatamente, potremmo essere i prossimi ad essere posti in isolamento per il nostro dissenso politico. Sono giunta alla conclusione che le pratiche poliziesche, le pratiche giudiziarie, le pratiche carcerarie e quelle concernenti l'isolamento, adempiano tutte alla medesima funzione di controllo sociale. Il sistema giudiziario che controlla questi penitenziari dovrebbe seriamente analizzare la loro capacità nel continuare ad operare come hanno sempre fatto. Il Congresso dovrebbe esercitare la propria funzione di controllo nei confronti del Bureau delle Prigioni. A parte tutto ciò ognuno di noi deve considerare sé stesso come "un guardiano" con la responsabilità di raccogliere dati ed informazioni ed agire in base ai medesimi. Speriamo che queste udienze possano dare un contributo in questo senso.

Grazie.


[L'intervento di Bonnie Kerness e' stato tratto dal Dossier informativo "Control Units - Unita' di Controllo e Forme di Annientamento nella Bocca del Leone" ovvero: utilizzo e funzioni delle Unita' di Massima Sicurezza negli Usa. A cura di Control Units & Prison Industrial Complex Watch come contributo alla Campagna Internazionale Contro l'Esecuzione di Mumia Abu-Jamal.
E' possibile richiedere il presente Dossier a:
Control Units & Prison Industrial Complex Watch
tel.: 347-2390183 oppure 338-3491583]



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