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Censura n. 1/2000
[ ] Colombia:
il prossimo Vietnam?
Intervento del Coordinamento
Nazionale di Appoggio alle FARC-EP
Per capire le dinamiche che caratterizzano il processo attuale di lotta
del popolo colombiano e della sua espressione più avanzata, il
movimento guerrigliero, così come gli sviluppi concreti attuali
e prossimi dell'imperialismo USA in Colombia, è indispensabile
fare alcune premesse di carattere generale.
La Colombia è uno dei paesi più ricchi al mondo dal punto
di vista delle risorse naturali, vegetazione, risorse idriche ecc.
Nonostante questa ricchezza potenziale e reale sia impressionante - si
calcola per esempio che le risorse complessive del paese garantirebbero
condizioni di vita più che decorose a 120 milioni di abitanti (la
popolazione colombiana è di 40 milioni circa) - la disuguaglianza
e le ingiustizie sociali raggiungono livelli tali da obbligarci a parlare
di crisi economico-sociale irreversibile, e non di semplice recessione
congiunturale, all'interno di questo modello mondiale neoliberista ed
imperialista.
Il 53% della popolazione vive nella povertà e di questa ben 6 milioni
vivono nella miseria più acuta; la disoccupazione interessa in
molte zone del paese oltre il 50% della popolazione economicamente attiva
che spesso si dimena all'interno dei meandri del cosiddetto "settore
informale", il 43% non ha accesso ad un'assistenza sanitaria ed il
50% non dispone di acqua potabile.
"Piani di Sviluppo", privatizzazioni, licenziamenti e svalutazione
della moneta colombiana hanno distrutto l'economia del Paese che nel 2000
dovrà sborsare, solo per il servizio del debito estero, il 36,2%
del bilancio nazionale; questo è solo uno dei tanti fardelli imposti
dall'imperialismo per mantenere sottomessa la Colombia, sempre più
economicamente vulnerabile nella misura in cui il modello dipende dalle
esportazioni di merci nazionali sul mercato mondiale, i cui parametri,
come è ben risaputo, vengono scanditi dai paesi a capitalismo avanzato
(USA in testa).
Dopo la seconda Guerra Mondiale si è manifestata, conformemente
alla Dottrina della Sicurezza Nazionale di matrice nordamericana, attraverso
la Guerra di Bassa Intensità, l'aggressione imperialista contro
ogni forma di protesta in America Latina; fu in questo contesto che nacquero,
il 27 maggio del 1964, le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia-
Esercito del Popolo, FARC-EP, dal seno di un movimento sociale reale contadino
che inizialmente si caratterizzò per essere un soggetto collettivo
armato di autodifesa dalla crescente repressione, ma che ben presto si
dette una strategia politico-militare rivoluzionaria di presa del potere.
Attualmente le FARC-EP, colonna vertebrale del movimento guerrigliero
in Colombia, non sono più un piccolo gruppo di contadini in lotta
per la sopravvivenza, ma un vero e proprio esercito del popolo in armi
con 60 Fronti di guerra e una presenza in tutto il paese, decine di migliaia
di combattenti ed un radicamento reale che è, ad un tempo, premessa
e conseguenza di un ribaltamento lento ma costante dei rapporti di forza
tra movimento insorto e forze militari governative, di cui oltre 500 effettivi
sono stati catturati e si trovano in potere delle FARC in qualità
di prigionieri di guerra.
Negli ultimi tre anni in particolare le FARC-EP hanno inflitto consistenti
sconfitte all'esercito colombiano, obbligando lo Stato, le classi dominanti
ed i poteri forti ad intraprendere un processo di pace, con la guerriglia,
che è iniziato formalmente il 7 gennaio 1999. Per iniziare i dialoghi
le FARC hanno posto delle chiare condizioni al governo del Presidente
Andrès Pastrana, prima fra tutte la smilitarizzazione totale di
un territorio comprendente cinque cittadine ed avente un estensione di
42.139 km? (più o meno quanto la Svizzera). Tale passaggio ha significato
un riconoscimento politico di fatto di quello che è il movimento
guerrigliero attivo più grande, poderoso ed antico del mondo.
Come c'era d'aspettarsi il governo colombiano, emanazione di un sistema
militarista e sfruttatore, ha cercato di giostrare il processo di pace
con l'unico scopo di ottenere la smobilitazione e la consegna delle armi
da parte delle FARC-EP, le quali fin dall'inizio hanno graniticamente
affermato che, fino a quando non verranno superate ed eliminate quelle
cause che hanno generato il conflitto, la guerriglia continuerà
a lottare per una nuova Colombia, in cui la pace non sia il mero silenzio
dei fucili ma il risultato logico e dialettico della giustizia sociale.
Per questo il movimento guerrigliero si è categoricamente rifiutato
di firmare una tregua o un cessate il fuoco, impensabili in una situazione
in cui il terrorismo/paramilitarismo di stato come strategia controinsurrezionale
assassina tutti i giorni leader popolari ed indigeni, dirigenti sindacali,
militanti di una sinistra legale ormai decimata dai massacri, giornalisti,
difensori dei diritti umani, contadini, operai e studenti (40.000 all'anno),
produce sempre più sfollati e profughi interni costretti ad abbandonare
le loro terre dalla violenza istituzionale (sono ormai quasi 2 milioni),
e zittisce con una dittatura mass-mediatica (oltre che col piombo) tutte
quelle voci dissidenti che rivendicano una soluzione politica del conflitto
diversa da quella per cui "tutto" deve cambiare affinchè
non cambi niente, tanto inseguita dall'oligarchia e dalle èlites
al potere.
La proposta delle FARC-EP per una soluzione politica di un conflitto che
dura ormai da oltre cinquant'anni, ha alcuni nitidi ed irrinunciabili
postulati: una riforma agraria integrale che elimini il latifondo (il
93% della terra coltivabile è nelle mani del 7% della popolazione)
unitamente alle politiche delle monocolture e dell'allevamento estensivo,
che dia crediti ai contadini, sviluppi istituti di ricerca agro-tecnici,
crei mercati popolari e vie di comunicazione per il trasporto dei prodotti
agricoli, permetta al paese di autoprodurre generi alimentari per il fabbisogno
nazionale, e consenta di articolare una risposta sociale ed economica,
diversa da quella militare e repressiva attuale, al problema della coltivazione
della coca; una riforma urbana, che metta in moto quelle sinergie indispensabili
a fare in modo che gli ormai saturati nuclei urbani del paese, in cui
vive circa il 75% della popolazione colombiana, si riorganizzino sulla
base della vivibilità, del diritto alla casa, all'educazione e
alla salute; una politica relativa all'uso delle materie e delle risorse
naturali (e specialmente del petrolio, che rappresenta il 20% delle esportazioni
e il 4,5% del Prodotto Interno Lordo della Colombia), che contribuisca
a costruire un modello economico sostenibile ecologicamente e non dipendente
dalle imposizioni neo-colonialiste del Fondo Monetario Internazionale
e della Banca Mondiale; la bolivarianizzazione dell'esercito, che deve
essere epurato e patriottico, e che deve essere destinatario di uno stanziamento
adeguato ad un paese non in guerra (attualmente ammonta, come spese complessive
per la difesa, al 28% del bilancio nazionale).
Se i negoziati non andassero a buon fine per il Governo, si scatenerebbe
la guerra totale che rischierebbe fortemente di assumere caratteri continentali
soprattutto a causa dell'intervento nordamericano già in atto.
I sovvenzionamenti USA hanno avuto un aumento spaventoso negli ultimi
anni passando da 80 milioni di dollari del 1997 ai 2000 milioni di dollari
circa previsti per l'anno 2000 e che rendono la Colombia il 2¡ Paese
al mondo come aiuti ricevuti dagli U.S.A.
Molto prima che il Pentagono iniziasse a mobilitare le più sofisticate
ed avanzate tecnologie militari e di intelligence di guerra (aerei con
apparati di monitoraggio satellitare OV-10, EP-3 ed RC-7B, elicotteri
con artiglieria Blackhawk, lance rapide da combattimento, ecc.) verso
l'Amazzonia colombiana e quella dei paesi limitrofi, centinaia di assessori
militari nordamericani erano stati dislocati in tutto il territorio nazionale
(ancora una volta con la scusa della lotta al narcotraffico) per addestrare
e coadiuvare i reparti speciali anti-guerriglia dell'esercito colombiano,
di cui un intero battaglione di oltre 1000 soldati delle truppe d'èlite
addestrati negli Stati Uniti è già operativo.
Dunque non possiamo non concludere che, se da un lato l'intervento USA
in Colombia è molto più di una minaccia, visto che è
già una realtà di fatto, dall'altro un'invasione, più
o meno diretta o indiretta, è dietro l'angolo.
Di fronte a questa situazione, tutto il movimento comunista e rivoluzionario
mondiale in generale, ed il movimento antagonista nel nostro paese in
particolare, devono mobilitarsi ed attivarsi per costruire un grande movimento
di solidarietà internazionalista con la lotta del popolo colombiano,
e di appoggio alle FORZE ARMATE RIVOLUZIONARIE della COLOMBIA- ESERCITO
del POPOLO, il cui processo ha una portata di assoluta strategicità
non solo per la Colombia e l'America Latina, ma per il mondo intero!
Coordinamento Nazionale di Appoggio alle FARC-EP
web: http://www.marx2001.org/cnafarc
e-mail: cna_italia_farc@iname.com
Tel: 03358059837
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