ALBANIA: IL PAESE DELLE AQUILE
Dalla metà del sedicesimo secolo,
dopo 40 anni di resistenza accanita guidata da Skanderberg, l'Albania
viene conquistata dai Turchi e ne diventa possedimento fino ai primi anni
del 1900. Negli anni '20 quest'ultima cerca di creare
una presenza militare a Valona, ma il tentativo fallisce per l'ostilità
della popolazione che insorge e ricaccia indietro le truppe italiane. Viene quindi coinvolta nella guerra imperialista scatenata dal nazifascismo e usata come base di partenza per l'aggressione alla Grecia. Ancora una volta è la città
di Valona a guidare la resistenza del Popolo Albanese con la guida di
Enver Hoxha e del Partito del Lavoro albanese, resistenza che porta alla
liberazione dall'occupazione fascista senza alcun intervento delle truppe
alleate (unico Paese in Europa) e alla formazione, per la prima volta
nella storia di questo popolo, di una entità statale autonoma ed
indipendente. L'onda d'urto del crollo dei Paesi dell'Est
e il dissolvimento del blocco comunista arriva in Albania con qualche
anno di ritardo, ma la travolge in modo drammatico, provocando un terremoto
politico e sociale di cui gli esodi biblici verso l'Italia sono uno dei
tanti aspetti. Ma che cosa sono queste finanziarie? Società nate nel 1992 e cresciute a macchia d'olio negli anni successivi. Inizialmente erano concentrate a Valona. Le più grandi avevano nomi come Vefa, Kamberi, Gjallica, Cfnat, Xhoferri, che rappresentavano le contrazioni dei nomi e cognomi dei proprietari. Invitavano gli albanesi a depositare i loro soldi contro interessi altissimi. Facevano condizioni da capogiro: inizialmente l'8% di interessi mensili, che corrispondono a circa il 100% annuo, nel 1995 altre società ampliarono il gioco arrivando a promettere interessi mensili fino al 25%. E, quel che è peggio, per i primi quattro anni gli interessi venivano corrisposti. L'infernale meccanismo messo in piedi dalle finanziarie ha permesso investimenti molto redditizi nei vari mercati neri di cui quello della guerra jugoslava era solo il più fiorente. Le orde di "finanzieri" so sono
potute scatenare nelle più svariate attività: armi, carburante,
sigarette, droghe vengono commercializzate con grandi capacità
manageriali e organizzative, come ad esempio con il "pacchetto ragazze
albanesi" che permetteva lo sbarco in Italia, con tanto di passaporti
rubati e visti falsi, dietro il pagamento di modiche cifre e la garanzia
del trasporto a destinazione dei panetti di marijuana. Sali Berisha, un "grande democratico" Chi è Sali Berisha? Laureatosi in medicina alla fine degli anni 60, resta nella facoltà di medicina di Tirana in veste di assistente e mostra subito le sue doti di arrampicatore: in venti anni colleziona cariche fino a diventare uno dei medici della Clinica Governativa e Segretario dell'Organizzazione dei Comunisti del Centro Universitario di Tirana. Coglie al balzo il crollo dei paesi dell'Est
e passa da Comunista ad indeciso ad "accanito oppositore del comunismo". Gli albanesi in Italia La maggior parte dei 56.336 albanesi legalmente impiegati in Italia, insieme alla cifra stimata in 100.000 di quelli che lavorano illegalmente, è entrata nel paese dopo la caduta del comunismo in Albania nel 1991. In Italia gli immigrati clandestini occupano il 30% dei lavori al mercato nero e costituiscono un terzo della popolazione carceraria, secondo il ministro della giustizia, Flick. Gli albanesi sono il gruppo più numeroso di immigrati dai Paesi dell'Europa orientale: l'ex Jugoslavia è la seconda con 51.518 immigrati legali e la Polonia si trova al terzo posto con 21.293. Il numero dei clandestini espulsi negli ultimi anni è salito drammaticamente: soltanto nei primi sei mesi del 1996 si è arrivati alla cifra record di 4.832 stranieri espulsi e di altri 115 arrestati. [torna all'inizio della pagina]
American Foundation For Eastern Europe, 10 marzo 1997 Il popolo americano esprime tutta la sua
simpatia per il Presidente Berisha e per il coraggioso popolo albanese
in lotta contro la mafia comunista. Dopo la caduta del comunismo gli ex comunisti
e il loro alleati della guerra fredda, e in special modo alcuni gruppi
internazionali, usano i mezzi della cospirazione politica e finanziaria
per attaccare le giovani democrazie dell'Europa orientale. Ironicamente i comunisti giocano ora la
carta delle libertà civili e democratiche per cercare alleati fra
i governi e gli strumenti di comunicazione occidentali. E infatti, dopo la rivoluzione anticomunista
in Romania nel dicembre 1989 i Comunisti usarono lo stesso nome per la
loro organizzazione I governi occidentali devono aiutare il
Presidente Berisha e il popolo albanese e non devono invece forzare il
presidente Berisha a scendere a compromessi inaccettabili con comunisti,
pistoleri e mercenari di ogni risma. Elena Visan [torna all'inizio della pagina] |