SENZA CENSURA N.2 - NOVEMBRE 1996

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QUESTA E' BENEVENTO!

Da una parte una mancanza cronica di spazi sociali, di luoghi di socializzazione, di discussione, di confronto, dall'altra strutture comunali disponibili a chiunque, ma previo pagamento ( e i soldi dove li prendiamo ? ) e autorizzazione.

In mezzo un gruppo di giovani che sente il bisogno di rompere la monotonia e il silenzio di una generazione soffocata dalla massificazione, dove l'unica alternativa per "uscire dal ghetto" e' entrare nel tunnel dell'eroina. Giovani con l'unica colpa di voler fare arte, cultura, di voler interessarsi dei problemi e dei bisogni di questa città, di conquistare un ruolo attivo perchè stanchi di subire sulla loro pelle le decisioni altrui. Opposizione sociale e antagonismo: questi sono i percorsi sui quali si e' sviluppato e cresce un movimento per la riappropriazione di una citta' che ci viene negata.

E' in questo percorso una tappa fondamentale passa necessariamente per il comune, per la sua valenza simbolica di fulcro, foro della vita pubblica, luogo di incontro/confronto sulla res pubblica. Ma la nostra res pubblica non c'e', perchè attorno agli intrighi di palazzo che hanno fatto cadere i rappresentanti (?) della citta', c'è la desertificazione sociale di un territorio ricco solo di disoccupazione, stupri, corruzione e asocialità.

E' allora incontrarci e discutere nel comune, nella sala consiliare, diventa un segnale netto e profondo di riappropriazione degli spazi, della parola, della città.

Una citta' che necessita di un fermento sociale e culturale, di un antagonismo politico, altrochè una passarella artistica di pochi giorni qual' e' la Città Spettacolo.

Ma incontrarsi nel cuore della res pubblica significa anche riportare il problema degli spazi sociali (ma piu' in generale dei bisogni di questa citta') nella sua sede idonea, perchè la "freddezza" e l'ipocrisia giuridica ha trasportato e svilito bisogni e diritti sociali. La nostra presenza, come la nostra identita', non e' un problema di ordine pubblico !

E' un problema di vivibilita' che, venendo alla luce, smaschera l'infamia di chi costruisce il suo potere e la sua ricchezza sulle spalle di tantissimi uomini e donne le cui condizioni materiali peggiorano ogni giorno sempre piu'; ed allora ecco i padroni della città (giudici,forze del dis-ordine,politicanti) pronti a coalizzarsi contro coloro i quali non subisono in silenzio ed anzi rivendicano in pubblico diritti e bisogni collettivi.

E' cosi' una condanna diventa un preciso monito perche' nessuno in futuro si permetta di chiedere che fine abbiano fatto il diritto al lavoro, alla casa, alla salute, ai servizi e agli spazi sociali. Ma proprio su questi diritti irrinunciabili, sulla soddisfazione dei bisogni materiali della collettivita', sentiamo la necessità di rilanciare un movimento di lotta, unitario e di massa , da cui ripartire per ristabilire equita', giustizia, democrazia, liberta'.

Benevento, 19 settembre 1996

collettivo rive gauche

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BOLOGNA: OCCUPAZIONE CONTRO IL DEGRADO SOCIALE

Questa mattina abbiamo liberato un altro spazio dalla condizione di inutilizzo ed abbandono riservatogli dalla proprieta' (opera pia), e lo abbiamo aperto alla citta' affinche' venga utilizzato socialmente, quale spazio pubblico di aggregazione e comunicazione. Con questa azione ci opponiamo attivamente al processo di degrado urbano - l'eliminazione dei luoghi sociali della cultura e della politica gestiti dal basso, e il conseguente azzeramento dei rapporti interpersonali - desertificazione del centro urbano realizzata con l'allontanamento degli abitanti a basso reddito, con l'aumento dei costi e con la diminuzione dei servizi sociali
- conseguente chiusura di abitazioni ed edifici consegnati alla speculazione immobiliare
- la progressiva e prepotente diffusione di sedi di banche, finanziarie, assicurazioni e immobiliari, reali responsabili e uniche beneficiarie delle trasformazioni economiche in atto.

E' necessario contrastare questa politica avallata dall'amministrazione comunale e dai poteri forti cittadini, con l'apertura e l'autogestione dei luoghi abbandonati; per una radicale trasformazione della vita quotidiana, un recupero del rapporto cittadino-territorio attraverso la cooperazione sociale e la valorizzazione delle conoscenze, delle attitudini e dei saperi.

Sindaco e forze dell'ordine hanno combattuto con violenza e murato fisicamente e politicamente ogni realta' che negli ultimi mesi si e' opposta a questo degrado. Ricordiamo in particolare l'esperienza di via Zamboni 36, spazio occupato autogestito dove attraverso laboratori, seminari e iniziative di lotta veniva opposta alla cultura sterile e normalizzatrice dalle istituzioni una cultura altra, autoprodotta e autonoma. In continuita' con quest'esperienza intendiamo proseguire i lavori di elaborazione e osservatorio sulla ristrutturazione del lavoro, sul progetto Bologna Sicura, sul rapporto arte-mercato, riaprire uno spazio al femminile, un cineforum gratuito e un centro di studio, documentazione ed emeroteca.

E' nostra intenzione instaurare un rapporto costruttivo e di reciproco rispetto (non ci interessa un concertificio) con gli abitanti del quartiere attraverso la collaborazione e lo scambio sulle problematiche comuni.

Bologna 11 novembre 1996

I nuovi occupanti di via Riva di Reno 122

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FIRENZE: SGOMBERATO VIOLENTEMENTE STABILE OCCUPATO DI VIA CASCINE 9

Uno scenario apocalittico ha accompagnato questa mattina lo sgombero di via delle Cascine 9. Alle 5 e mezzo del mattino oltre 50 vigili urbani, accompagnati da un centinaio di poliziotti, agenti della Digos e carabinieri hanno fatto irruzione nello stabile occupato. Non si contano i danni provocati da simile irruzione.

1) Tutte le porte degli alloggi occupati sono stati spaccati o distrutti. 2) I vigili urbani hanno fatto irruzione negli alloggi armati di manette, manganelli e pistole.

3) Intere famiglie sono state fotografate seminude all'arrivo di vigili e polizia.

Intanto all'esterno dello stabile la zona veniva completamente circondata e venivano sbarrate, da polizia e carabinieri, tutte le strade di accesso allo stabile occupato.

Il comportamento della giunta su questo episodio e' gravissionmo. Mentre si spendono fior di miliardi sui progetti dell'alta velocita' consegnati dall'Amministratore delegato Necci, mentre si regalano decine di miliardi per piani regolatori dannosi e devastanti. Mentre si sono spesi oltre 80 miliardi per un EURO vertice altrettanto dannoso, si cancellano e si elimininano di colpo i diritti e i bisogni di migliaia di persone. La vicenda delle Cascine e' particolarmente significativa sotto ogni profilo. Si concede al corpo di polizia municipale una struttura abbandonata da oltre 5 anni. Ricordiamo che la polizia municipale di queste strutture ne ha piu' di 30.

Il Movimento di Lotta per la Casa e gli occupanti delle Cascine invitano tutta l'opposizione sociale a continuare a denunciare le collusioni tra amministratori pubblici e speculatori, tra magistrati e grandi proprietari. Intanto le 9 famiglie e i loro bambini sono nuovamente in mezzo alla strada. Diffidiamo chiunque a parlare di droga e prostituzione nei confronti di queste famiglie che hanno la sola colpa di vivere e lavorare a Firenzee di vedere i propri diritti costantemente cancellati.

Firenze, 30/09/96

Movimento di Lotta per la Casa di Firenze

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PADOVA: UNA SENTENZA REAZIONARIA!

Martedì 9 luglio 1996 viene pronunciata nell'aula del nuovo tribunale la sentenza di sgombero dell'immobile ESU di via Decorati 59 e di condanna a vari mesi di reclusione commutabili in pene pecuniarie dai 3 ai 6 milioni di lire a testa per 17 imputati del processo Gramigna. L'artefice è il pretore Citterio, coadiuvato dalla PM Cameran.

In questo modo si tenta di chiudere un'esperienza collettiva di aggregazione e di lotta proletaria che ha coinvolto centinaia di persone a Padova.

Un'esperienza che si è caratterizzata politicamente per aver sempre preso posizione a fianco delle lotte dei lavoratori, degli studenti, degli abitanti delle case popolari e in genere di tutti i proletari che subiscono un attacco alle loro condizioni di vita e che si organizzano per difendersi.

Un'esperienza in cui si sono sviluppate numerose attività sociali, culturali e creative (concerti, sala prove, laboratorio di teatro, corsi di kung-fu, di chitarra e di canoa, ecc;) che hanno mostrato la possibilità di cooperare produttivamente al di fuori della logica del profitto.

Un'esperienza che ha ricevuto innumerevoli attestati di solidarietà primo fra tutti quello dei proletari che hanno partecipato in massa alle iniziative e alle attività ma anche quelli di molti organismi sindacali e politici tra cui: il Coordinamento delle rappresentanze sindacali unitarie, la FIOM di Padova, RSU Officine Stanga, RSU Nir, RSU Corriere della Sera, Cobas delle poste, Casa dei diritti sociali, Rifondazione Comunista, Circolo Gastone Foco, ecc.

La sentenza del pretore Citterio considera tutto questo illegale e perseguibile mentre considera lecito il comportamento dell'ESU (Ente per il diritto allo studio) quando acquista lo stabile con il denaro pubblico proveniente dalle tasse degli studenti e lo tiene in stato di abbandono per oltre 3 anni e ha avvalorato la politica dell'Amministrazione comunale e del sindaco Zanonato che con colpevole disinteresse ha relegato il problema degli spazi posto dal CPO Gramigna a problema di ordine pubblico. Per questo è una sentenza politica.

Abbiamo sempre denunciato quanto di udienza in udienza la persecuzione e la provocazione sia sempre stata la materia prima di cui siamo stati vittime. Di fatto il processo come era prevedibile si è concluso nel modo più consono alla giustizia borghese che difende l'interesse privato a scapito di quello collettivo, che difende i propri interessi di classe a scapito degli interessi dell'intera società.

Il processo è servito a formalizzare un tentativo di eliminazione politica nella forma di un'azione giudiziaria. Questa sicuramente non è e non potrà essere la soluzione alle questioni che l'esperienza del CPO Gramigna ha posto a Padova.

Finché la violenza di stato si chiamerà giustizia, la giustizia proletaria sarà resistenza. L'erba cattiva non muore mai!

CPO Gramigna

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PERUGIA: ATTIVA PRESENZA DI ENERGIE (DELLA SERIE "A VOLTE RITORNANO")

Lo sgombero del C.S.O.A. Ex Cim di Perugia, come repressione poliziesca e istituzionale non ha sicuramente annientato il bisogno di socialità e di espressione collettiva e soggettiva di molte persone in questa città. Città in cui le contraddizioni e le pressioni sociali, sicuramente meno acute che in altre metropoli italiane, sono presenti e tangibili.

Per questo abbiamo occupato un altro stabile inutilizzato.

Normalizzare l'anomalia Ex Cim (multe, intimidazioni, fermi, taglio dell'energia elettrica e acqua, e infine lo sgombero) era diventato il presupposto indispensabile per permettere all'Università per stranieri e a tutte le lobby affaristiche di eseguire le loro operazioni immobiliari, e per scaricare colate di cemento e catrame nel Parco senza dover fronteggiare alcuna resistenza da parte dell'opinione pubblica.

L'iniziativa delle varie istituzioni e associazioni sui "bisogni giovanili e sulle politiche sociali" si riduce a pura propaganda e autorappresentazione: a dispetto dei soldi spesi per pomposi convegni e per cattedrali nel deserto (vedi CVA del Comune), Perugia resta una città povera di spazi di espressione slegati dalla logica della mercificazione.

E' ovvio che, a dispetto dei discorsi ufficiali e delle campagne politiche, si preferisce la proliferazione degli egoismi sociali (secondo la logica del divide et impera) che portano diritti al miraggio del benessere consumista, alla morte per overdose...

Rivendichiamo con forza l'occupazione e la riappropriazione di spazi ed aree urbane non utilizzate come risposta dal basso ai bisogni sociali negati, visto che spesso gli spazi abbandonati vengono abbattuti cancellando memoria storica (vedi la fornace di S. Marco e l'Ex Cim) e lasciando libero accesso alla speculazione edilizia.

Ricordiamo a tutti coloro che si proclamano "democratici", che l'azione diretta" e non la delega, è la soluzione migliore al disagio sociale delle nostre città. Di più: non è certo con la politica di tagli a pensioni, sanità e redditi da lavoro (mentre si "riformano" scuola e università con tagli, numero chiuso, tasse elevate e convenzioni con i privati) che la "sinistra democratica" sta varando con la finanziaria che si combatte l'esclusione sociale.

L'autorganizzazione e l'autogestione sono gli strumenti che rivendichiamo con determinazione e consapevolezza, per sviluppare un progetto collettivo che lasci spazio alle più disparate soggettività, alla creatività, e alla valorizzazione delle differenze.

Perugia, 26/9/96

CSOA Ex Cim

(palazzo dell'ex-catasto - via Scarlatti, Parco S. Anna, vicino a Piazzale Europa)

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PIACENZA

Per protestare contro lo sgombero di mercoledi' 18 settembre il Centro Sociale Belfagor ha interrotto il consiglio comunale di lunedi' 23.

All'intervento dei vigili sono partiti pesanti insulti per sindaco, assessori e Pidiessini.

A seguito dell'interruzione il volantinaggio in piazza per la manifestazione di sabato 28.

CSOA BELFAGOR

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ROMA: SGOMBERATE LE CASE DI COLLE FIORITO

Questa mattina alle ore 6 sono state sgomberate le case occupate da 3 anni, da 40 nuclei familiari a Colle Fiorito (Guidonia - provincia di Roma). Lo sgombero, annunciato da ieri, e' stato effettuato con un esagerato spiegamento di forze... 30 blindati, automezzi dei Vigili del Fuoco e 4 ambulanze, blocco della strada statale 48 e allontanamento di tutti i giornalisti.

Grazie alle lotte degli occupanti e del Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa si e' ottenuta da parte del comune la requisizone di 12 appartamenti dove sistemare alcune famiglie; le altre verranno alloggiate in alberghi sparsi per la provincia, molto distanti, circa 40 km con i relativi problemi di sradicamento e delle scuole per i bambini e le bambine.

Gli occupanti hanno cercato di far si che lo sgombero avenisse con relativa calma, visto anche lo sproporzionato schieramento poliziesco. Nessuna presenza invece da parte dei componenti della nuova giunta comunale "di sinistra", neanche di Rif. Comunista.

Per ora tutto procede "tranquillamente" tranne per una donna dell'ultimo piano che si e' barricata e sta dando in escandescenze.

Roma, 19 settembre 1996

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