SENZA
CENSURA N.2 - NOVEMBRE 1996 |
SENIDEAK:
A FIANCO DEI PRIGIONIERI
SENIDEAK - GUREAK
Nel 1991, è stata creata nel Paese
Basco-Euskal Herria l'associazione dei familiari dei prigionieri, rifugiati
e deportati politici baschi, SENIDEAK. Dal 1992, tale associazione è
scritta presso il registro della Comunità Autonoma Basca e della
Comunità Autonoma Navarra.
Obiettivi di SENIDEAK sono: l'assistenza
giuridica, sanitaria e morale ai prigionieri, agli esiliati e ai loro
familiari; l'informazione e la denuncia della situazione nella quale versano
queste persone; l'attività legale volta al conseguimento del rispetto
dei Diritti Umani e delle libertà dei prigionieri, degli esiliati
e dei loro familiari; la denuncia delle violazioni degli stessi e delle
leggi fondamentali riconosciute dalla legislazione spagnola e dai diversi
trattati internazionali ratificati o dalle norme sul trattamento dei prigionieri
elaborate come raccomandazioni da diversi organismi internazionali.
SENIDEAK è un'associazione umanitaria,
nata per far fronte alle diverse violazioni dei Diritti Umani registrate
nei confronti di detenuti politici baschi nelle carceri francesi e spagnole.
I membri di questa associazione sono accomunati unicamente dalla relazione
familiare con i detenuti politici baschi, esistendo, all'interno della
stessa associazione, ideologie differenti tra i diversi componenti e talvolta
anche contrapposte.
Il lavoro di SENIDEAK consiste nel denunciare
queste siruazioni tramite l'azione legale e la mobilitazione sociale,
allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulla
situazione della violazione dei Diritti Umani dei prigionieri ed esiliati
politici baschi.
SENIDEAK elenca alcune delle violazioni
ricorrenti nelle carceri spagnole quali: pestaggi, isolamenti prolungati,
vessazioni, lontananza dalla famiglia e dal proprio ambiente sociale ed
affettivo, censura e controllo delle comunicazioni orali e scritte, morte
di due prigionieri per mancanza di assistenza medica, strumentalizzazione
delle malattie come forma di pressione...
Contro questa situazione i familiari dei
prigionieri politici baschi hanno attuato uno sciopero della fame a staffetta
e ad oltranza -della durata di una settimana per ciascun gruppo- dal 18
dicembre del 1995 nella cattedrale del Buon Pastore di San Sebastian.
Anche i prigionieri, dopo numerose lotte
nel corso di lunghi anni di carcere e repressione, hanno dato vita nel
gennaio del 1996 a una protesta ad oltranza con scioperi della fame e
"txapeos" (rifiuto dei colloqui e rifiuto di sottomissione al
regime carcerario). Il 9 settembre è iniziata una nuova fase di
lotta nelle carceri: 20 prigionieri politici baschi hanno nuovamente iniziato
uno sciopero della fame a tempo indeterminato.
La società basca -i sindacati maggioritari,
diversi Comuni e istituzioni, gli organismi di difesa dei Diritti Umani,
comprese numerose associazioni cittadine- hanno detto NO alla dispersione
dei prigionieri baschi. Ciò nonostante il Governo spagnolo e quello
francese continuano con la loro politica di dispersione, violando la legalità
statale e le norme di diritto internazionale.
La situazione di cui sono oggetto i prigionieri
politici baschi è la seguente:
1) DISPERSIONE
Attualmente (sebbene la situazione cambi
quotidianamente) ci sono 543 prigionieri politici baschi disseminati in
62 carceri dello Stato spagnolo (464 prigionieri) e in 14 carceri dello
Stato francese (59 prigionieri).
Obiettivo della dispersione è sottoporre
i prigionieri a una condizione limite di isolamento, aggressione e mancanza
di qualunque difesa per ottenere che crollino sia umanamente che politicamente.
La strategia della dispersione è diretta anche contro i familiari,
il cui obiettivo è quello di trasformarci, toccando i limiti della
crudeltà e della disumanità, attraverso elementi di ricatto
e pressione messi in atto contro i nostri congiunti. Per questo sosteniamo
che la dispersione è all'origine di gravi violazioni dei diritti
fondamentali.
Sebbene la Costituzione spagnola e la Legge
Generale Penitenziaria (che regola gli istituti di prevenzione e pena)
stabiliscono per i prigionieri obiettivi di rieducazione sociale, accesso
alla cultura, sviluppo integrale della personalità e integrazione
nella società, tutto ciò resta lettera morta per i prigionieri
politici baschi.
Le regole penitenziarie adottate dal Consiglio
d'Europa stabiliscono il diritto a comunicare con i propri familiari e
l'obbligo di mantenere e rafforzare i vincoli con la famiglia ed il mondo
esterno (regole 43 e 65).
La violazione di Diritti Umani, insita
nella dispersione, ha portato molti organismi internazionali a raccomandare
allo Stato spagnolo il trasferimento dei prigionieri politici nelle carceri
più vicine ai luoghi di origine: Rapporto del Human Rights Watch
(aprile 1992), Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (rapporti
sulle inchieste 1991 e 1994), Rapporto 1994 e 1995 dell'Osservatorio Internazionali
delle Prigioni.
Il Parlamento europeo nella sua Risoluzione
B4-0043 e 0065/96 ha mostrato preoccupazione per l'allontanamento dei
prigionieri dalle loro famiglie e ha chiesto agli Stati della Unione Europea
che "vengano applicate rigorosamente le Norme Minime del Consiglio
d'Europa in tutte le prigioni". E il Parlamento basco con sede Vitoria-Geistaz
ha approvato il 28 dicembre del 1996 una Risoluzione chiedendo che "tutte
le persone di cittadinanza basca private della libertà scontino
le loro pene in Euskal Herria".
2) ISOLAMENTO
I prigionieri politici baschi vengono separati
da ogni contesto sociale e culturale dal quale provengono (isolamento
sociale) ed inoltre sono costretti all'isolamento carcerario (isolamento
dal gruppo).
Gli stessi sono incarcerati in prigioni
lontane centinaia o migliaia di chilometri dalle loro famiglie (sebbene
la legge prescriva di evitare lo sradicamento dei detenuti). Le visite
-in molti casi- sono proibite agli amici e sono durata breve (alcune unicamente
di dieci minuti), i colloqui sono di applicazione arbitraria, entrambi
si svolgono sotto controllo e sono registrati. La corrispondenza privata
è limitata, la stampa e le pubblicazioni di tipo politico sono
ristrette o addirittura proibite.
I prigionieri sono isolati nelle loro celle,
a questo si aggiunge la privazione continua del sonno, la temperatura
sfavorevole e le cattive condizioni alimentari che causano angustia e
sfinitezza. Tutto questo produce difficoltà nel prigioniero, soprattutto
al suo equilibrio psicofisico.
3) DIRITTO ALLA SALUTE
I prigionieri politici baschi hanno difficoltà
a ricevere un'assistenza sanitaria adeguata da parte dei medici penitenziari.
In particolar modo, sono assai gravi i casi di prigionieri con infermità
psichica. Inoltre i prigionieri baschi non vengono separati dai detenuti
che presentano malattie infettive e contagiose.
Nè l'amministrazione francese ne
quella spagnola permettono l'assistenza di medici esterni al carcere,
sebbene questo sia un diritto previsto dalla legge.
Attualmente 3 prigionieri baschi presentano
malattie gravi ed incurabili , secondo gli articoli di legge (art.60 del
Reglamento Peninciario) essi dovrebbero essere scarcerati. Tuttavia, malgradola
loro grave situazione, il Governo Spagnolo rifiuta di applicare questa
legge nei loro confronti.
4) TRASFERIMENTO DEI PRIGIONIERI
I prigionieri sono sottoposti a continui
trasferimenti. Solo nel 1995 sono stati registrati più di 600 trasferimenti
da un carcere all'altro, o da cella a cella senza alcun tipo di motivazione.
L'obiettivo è quello di mantenere il prigioniero costantemente
sotto pressione e di romperne la stabilità e l'equilibrio. Noi,
in quanto familiari, siamo seriamente preoccupati per i problemi psichici
che tutto questo provoca ai prigionieri.
Inoltre noi familiari non veniamo informati
dei trasferimenti, delle situazioni dei nostri cari, e questo aumenta
i nostri problemi e ci procura una grave tensione.
5) LIBERTA' CONDIZIONALE
Il codice penale spagnolo prevede che scontati
3/4 della condanna, il restante quarto sia portato a termine in regime
di libertà vigilata, ciò nonostante 125 prigionieri politici
baschi continuano a languire in prigione sebbene dovrebbero essere in
libertà, seppure vigilata.
6) DIRITTO ALLA DIFESA
La Costituzio spagnola ed il Codice di
Procedura Penale, così come gli Accordi Internazionali, prevedono
che il diritto alla difesa è un diritto fondamentale.
La dispersione dei nostri familiari provoca
la violazione di fatto di questo diritto fondamentale. In condizione di
dispersione dei prigioieri è impossibile una strategia comune di
difesa. Tra l'altro, tutte le conversazioni tra avvocati e prigionieri
vengono registrate.
CONCLUSIONI GENERALI
Il Governo spagnolo e quello francese utilizzano
la sofferenza dei nostri familiari per raggiungere i loro obiettivi politici,
usando la violazione dei diritti fondamentali nei confronti dei prigionieri
nel contesto di una strategia politica.
Non possiamo, come familiari dei prigionieri
politici baschi, accettare questa situazione, rifiutata dalla stessa società
basca.
Il nostro obiettivo è che la legge
e i Diritti Umani siano rispettati, per questo motivo chiediamo:
- Trasferimento dei prigionieri nelle
carceri basche;
- Libertà per i prigionieri colpiti
da infermità gravi e irreversibili, come previsto dalla legge;
- Libertà per i 125 prigionieri
che, secondo quanto prevede la legge spagnola, dovrebbero già
essere liberati per scadenza termini;
- Rispetto dei Diritti Umani nelle carceri.
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