SENZA CENSURA N.2 - NOVEMBRE 1996

ROMA: SENZA CASA NESSUNA PACE

Gli/le ex occupanti di via degli Angeli 140 - Comitato di lotta Quadraro - Comitato romano contro la repressione per la liberazione di Mumia Abu Jamal

COMUNICATO

Nei prossimi anni Roma sarà palcoscenico di una serie di eventi che vedranno l'arrivo di una serie di finanziamenti e di milioni di persone tra turisti e pellegrini.

Per il giubileo si doveva intendere un anno santo, in cui il cattolico poteva ricevere l'indulgenza plenaria a patto di recarsi a Roma e visitare le quattro maggiori basiliche della "città santa". Il profitto accumulato con il primo giubileo (inventato nel 1300 da Papa Bonifacio VIII, al fine di uscire dalla crisi economica dello Stato della Chiesa) fu di proporzioni enormi, tanto che il Giubileo venne fissato, in un primo momento ogni cinquant'anni, successivamente ogni venticinque.

Questa volta, le forze in campo per accaparrarsi i profitti non sono circoscritte al Vaticano, ma vedono in prima fila l'ateo Rutelli con la sua progressista Giunta, e i poco spirituali padroni della Confindustria con i loro vecchi e nuovi palazzinari.

A questo si aggiungo le probabili olimpiadi del 2004 (in questo periodo è prevista la visita della commissione che deciderà la città), e una serie di vecchi e nuovi progetti come SDO, Roma Capitale, terza università.

Ma cosa succederà in concreto all'assetto urbanistico della nostra città?

Innanzitutto il centro

Smetterà di essere un settore della città in cui la gente vive e lavora per diventare la vetrina di una città in procinto di entrare in Europa.

Il progetto dello S.D.O., dopo decenni in cui tutto è rimasto fermo, verrà attuato nelle sue linee essenziali (chiaramente rimodellati in vista del Giubileo e delle probabili olimpiadi).

Tale progetto prevede lo spostamento delle sedi dei ministeri e con esso la "forzata migrazione" per migliaia di impiegati che in questi lavorano, e soprattutto una vera e propria deportazione verso l'estrema periferia della città per tutte quelle persone che abitano lì dove lo SDO andrà a costruire (sono circa 6000 gli sfratti che verranno eseguiti a Roma, di cui 1000 solo nella zona di Tor Pignattara e Quadraro).

In questi quattro anni che ci separano dal Giubileo sarà completata l'espulsione del proletariato romano dal centro e dalla vecchia 'periferia' attraverso l'aumento stratosferico dei prezzi d'affitto degli appartamenti, l'allontanamento dei luoghi di lavoro e lo smantellamento di una serie di quartieri popolari.

Tutto questo porterà alla distruzione di un tessuto sociale costruito negli anni sui territori (nelle mille contraddizioni di questa metropoli), attraverso la precarietà abitativa e lavorativa.

La condizione giovanile nel 1.9.9.6. risulta colpita dalla precarietà, dall'instabilità e dalla mancanza di garanzie e prospettive per il futuro.

Repressione e selezione sono le caratteristiche principali delle istituzioni scuola e università (per chi le frequenta, e sono sempre di meno) finalizzate a inquadrare i giovani in un contesto lavorativo estremamente disagiato, in cui lo sfruttamento diventa il compromesso necessario per poter sopravvivere.

Le alternative in questo senso sono poche: lavoro nero, sottopagato e non garantito, contratti di formazione lavoro, a termine, stagionali, etc..

Tutti egualmente sottopagati, garantiti solo a parole, di fatto precari ne più ne meno dei lavori non in regola.

Disoccupati o no è sempre impossibile un'esistenza dignitosa all'interno di una società che sotto ogni punto di vista risulta marcia e lanciata all'arrivismo e all'individualismo, tipici dell'economia capitalistica.

Da ciò emerge enormemente la difficoltà della/del giovane precario o disoccupato a soddisfare i bisogni primari, tra i quali fondamentale quello alla casa, oltre tutto in mancanza di un reddito.

Per aver diritto alla casa popolare, bisogna costituire un nucleo familiare, e ciò accresce il disagio di chi vuole avere "un tetto" indipendentemente dalle sue scelte di vita e sessuali.

A questo punto individuiamo l'occupazione giovanile non solo come risposta al bisogno di casa ma anche come strumento di lotta e di presenza nel territorio; come risposta alle mire pacificatorie e normalizzanti che padroni e centro sinistra vogliono imporre.

Lotte sociali e movimento

L'avvento del centro sinistra ha significato la perpetuazione, in continuità con gli altri governi, delle sciagurate politiche economiche neo liberiste, fate di privatizzazione ed attacchi alle condizioni di vita di milioni di persone, rendendo il rilancio delle lotte sociali un obbiettivo irrinunciabile per il movimento antagonista.

Il nuovo clima di pacificazione sociale, creato dalla nuova compagine governativa, in tutte le ramificazioni dello stato, hanno fatto del "conflitto" inteso come momento di rivendicazione dei propri diritti/bisogni, una prospettiva minoritaria.

L'elargizione di regali e promesse elettoralistiche poco convincenti sembra aver portato una parte del movimento a riconoscere l'ineluttabilità del modello di produzione capitalistico, scegliendo di fatto, l'internità o il "dialogo" con le forze istituzionali.

Il quadro locale romano si complica con i progetti antipopolari che si abbatteranno sulla città nei prossimi anni: piani di 'riqualificazione' delle periferie, giubileo, alta velocità, olimpiadi, che impongono alla realtà romana un processo di pacificazione forzato.

Se da una parte per chi si adegua vi sono le briciole dello sperpero della montagna di danaro pubblico, per chi continua a rivendicare una alterità all'ordine di cose presenti, vi sono solo arresti, sgomberi e denuncie.

Noi, come ex occupanti di via degli Angeli, abbiamo sperimentato la differenza che intercorre tra occupazioni filo istituzionali ed occupazioni volte alla riacquisizione ed alla rivendicazione del diritto alla casa per tutti e tutte, siano singoli o famiglie, prescindendo dalle scelte sessuali di ognuno, ognuna, in conflitto con i responsabili a tutti i livelli delle sciagurate politiche economiche.

Il giorno dello sgombero, lunedì 9 settembre, gli/le okkupanti di via degli Angeli sono stati affrontati da una squadraccia di vigili urbani, che armati di manganelli, fruste (come quelle dell'esercito israeliano) e pistole ne arrestavano tre.

Il giorno 10 settembre gli occupanti recatisi in circoscrizione per richiedere una ferma presa di posizione contro l'azione squadrista e per il rilascio dei tre, hanno dovuto subire ingiurie e calunnie dal presidente (Pds) Enzo Puro, provocando negli occupanti una forte reazione di rabbia, non premeditata, né prevista, ma certamente comprensibile.

A seguito dei fatti della VI circoscrizione il giorno 22 ottobre su mandato del PM Jonta, Digos e Ps hanno tratto in arresto, alle 6,30 nelle proprie abitazioni, tre compagni, mentre una compagna risulta latitante. Dal 26 ottobre i compagni sono agli arresti domiciliari.

Il dato che emerge dalla nostra esperienza è che le lotte sociali volte alla riacquisizione dei bisogni e diritti negati, subiranno da qui al futuro un inasprimento repressivo.

I tanto decantati poliziotti di quartiere, del programma elettorale dell'ulivo (che dovrebbero avere un ruolo di controllo e repressione diretta e immediata nel territorio), si stanno istituendo attraverso la trasformazione in corpo armato della polizia municipale, il pizzardone detestato e beffeggiato sta mutando sotto i colpi del sindacato fascista dell'Ospol, e della volontà politica del governo Comunale, divenendo di fatto la nuova figura di 'sceriffo di quartiere'.

Sorge d'obbligo la domanda su 'che fare' per aprire contraddizioni in questa fase politica, senza essere spazzati via dalla repressione.

Una considerazione d'obbligo riguarda l'impossibilità di sostenere lotte che abbiano una portata cittadina (o nazionale) senza una qualsiasi forma organizzativa che costruisca almeno su alcune battaglie (casa, lavoro, reddito, etc.) una azione coordinata nei territori, scuole, posti di lavoro.

Le occupazioni giovanili, per come noi le intendiamo, non potranno esistere a Roma senza l'assunzione di questa battaglia come una istanza di lotta cittadina, e quindi come assunzione di questo obiettivo da parte delle varie componenti del movimento antagonista, attraverso una azione comune.

Solo attraverso una ripresa del lavoro di propaganda nei rispettivi luoghi d'intervento, ed al coordinamento delle strutture in lotta, è possibile rilanciare battaglie di riappropriazione come la casa ai/alle giovani, altrimenti non realizzabili.

Libertà per i compagni e le compagne arrestate.

Nessuna repressione fermerà le nostre lotte.

Gli/le ex occupanti di via degli Angeli 140

Comitato di lotta Quadraro

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CRONOLOGIA DEI FATTI ACCADUTI A ROMA

Lunedi 9 settembre, intorno alle ore 18,00, agenti in borghese e polizia municipale, hanno fatto irruzione nella casa occupata di via degli Angeli, armati di spranghe, pistole e fruste, hanno pestato i compagni e arrestato altri 2 compagni e una compagna.

Martedi' in mattinata si è svolto un presidio sotto il tribunale a cui hanno partecipato piu' di cento compagni; nel primo pomeriggio veniva occupata e distrutta la sede della sesta circoscrizione (quella di appartenenza territoriale).

Ne seguiva un corteo che chiedeva la liberazione dei compagni.

Nel tardo pomeriggio i compagni arrestati vengono liberati.

All'indomani gli organi di stampa parlano di azione squadrista, il pidiessino Enzo Puro, presidente della sesta circoscrizione, dichiarerà di essere stato sequestrato, di aver subito un processo politico e di denunciare ad uno ad uno gli autori del fatto

L'intero quartiere è presidiato giorno e notte da polizia e militari

Sabato 14 pomeriggio ci sarà un corteo cittadino.

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APPELLO A TUTTE LE FORZE ANTIFASCISTE E ANTIRAZZISTE!

Quanto e accaduto alla casa occupata di via degli Angeli e estremamente grave.

Vi e un livello di repressione e di squadrismo che necessita di una forte risposta popolare per far s' che il neofascismo mascherato di sinistra non faccia di pestaggi e arresti il suo pane quotidiano.

In tutta la vicenda emerge una responsabilita politica (e non solo) dell'amministrazione capitolina e circoscrizionale, una responsabilita che e aggravata dalle parole fortementi razziste dell'assessore Loredana De Petris la quale cita "sono giovani venuti da chissa dove e pretendono di dettare legge"; si comincia cosi per poi finire sostenendo che gli zingari devono stare con gli zingari, i negri con i negri, o, per meglio interpretare le parole, "ognuno se ne stia nel suo ghetto".

Proprio come nell'america clintoniana, che tanto piace al nostro sindaco, le metropoli diventano sempre piu un'insieme di ghetti che trovano difficolta di comunicazione tra loro; i ghetti sono delle polveriere pronte ad esplodere e non ce lo insegna solo l'america ma anche i cosiddetti partners europei.

Vi e poi la gestione politica della vicenda che sta conducendo in particolare il presidente della sesta circoscrizione Enzo Puro: non accenna mai all'aggressione dei vigili, ovvero alla scintilla che ha fatto esplodere la polveriera.

Ma chiunque, in ogni parte del mondo, quando vede esplodere la rabbia sa che questa e la punta di un'iceberg.

Le politiche sociali non possono essere fatte con ghetti e spartizione di miliardi.

Il problema casa, quello del lavoro, quello degli alti costi per l'istruzione si accentuano sempre di piu, l'unico argine e il sommerso che gravita intorno a queste problematiche.

Le occupazioni di case sono l'estremo tentativo, attraverso una lotta, di avere un diritto negato.

Ma di fronte ad arresti, pestaggi, distruzione di cose intime da parte di gente in divisa, l'amministrazione capitolina e la circoscrizione cosa si aspettavano, che venissero dei giovani con il ramoscello di ulivo in mano? Vi e stato quindi un fortissimo errore di valutazione di quanto accadeva e per chi amministra la citta questo e sintomo o di lontananza dai cittadini, o di incapacita di amministrare.

Per una citta a misura d'uomo, senza ghetti,
che faccia esprimere realmente tutti, antirazzista e antifascista

Aderiamo e partecipiamo al corteo cittadino che ci sara in sesta circoscrizione
sabato 14 nel pomeriggio.

Comitato romano contro la repressione
per la liberazione di Mumia Abu Jamal

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