BOLOGNA: CONDANNATI GLI OCCUPANTICoordinamento cittadino dei collettivi autorganizzati - Bologna
Il 25 settembre presso il Tribunale di Bologna si è svolta l'udienza conclusiva di un processo che per 5 anni ha visto imputate 11 persone per "Associazione a delinquere" ed "istigazione a delinquere". In pratica questi compagni erano accusati di avere organizzato le lotte sulla casa a Bologna dal 1988 al 1991, periodo in cui centinaia di persone hanno manifestato con la pratica dell'azione diretta e dell'occupazione la propria avversità alle politiche speculative e di strozzinaggio dei 'padroni della città', Comune compreso. Il processo si è concluso con una pesante condanna nei confronti di due compagni: un anno e tre mesi per istigazione a delinquere, assolti gli altri nove; per tutti è caduta invece l'accusa di associazione a delinquere. In questi anni altre occupazioni sono avvenute in città come in tutt'Italia ma le risposte non cambiano: i padroni, progressisti o conservatori, continuano a sgomberare! Anche quest'estate a Bologna abbiamo subìto sgomberi di case e di spazi sociali occupati, dalle palazzine di via del Pratello 76/78, alle case di via Mascarella, alle sale studio di via Zamboni 36. Da anni varie forze politiche (PDS in testa) sono impegnate nel tentativo di riportare l'ordine in città, azzerando qualsiasi forma di dissenso e opposizione e riaffermando le regole di una "legalità" e di una "civile convivenza" sempre più fondate sui privilegi, sullo sfruttamento e sulla miseria. Intanto privatizzazioni, tagli alle spese sociali, licenziamenti, speculazioni sono il costo che migliaia di lavoratori, di pensionati, di donne, di studenti come noi pagano ogni giorno in nome di questa "civile convivenza". E' vero, siamo contro queste regole, e ciò che cerchiamo di esprimere sono percorsi che portino alla loro radicale TRASFORMAZIONE! Crediamo ancora che chi lotta per i propri diritti valga molto di più di chi difende i propri privilegi, sia che si tratti di giovani coppie che non cedono al ricatto degli speculatori occupando case sfitte, sia che siano uomini e donne che non vogliono essere i soli a pagare i costi delle crisi economiche e lottano per garantirsi un reddito, per difendere il proprio posto di lavoro, la propria pensione, il proprio diritto alla casa, alla salute o allo studio. Per questi principi, per questa prospettiva rivendichiamo con forza l'importanza di aprire spazi di socialità e di aggregazione politica all'interno della città, dei quartieri, dell'università. Per questo denunciamo il sindaco Vitali, il rettore Roversi Monaco, il questore Gianni e tutti gli altri burocrati più o meno "progressisti", responsabili dei tentativi infami di criminalizzazione, dei processi e degli sgomberi di polizia che vorrebbero ridurre una pratica politica a fenomeno delinquenziale, a problema di "ordine pubblico". Per questo vogliamo urlare con forza che se non c'è giustizia, non ci sarà pace! Contro gli sgomberi! Contro i padroni della città! In solidarietà con i compagni processati per l'occupazione di case e spazi sociali! In mattinata si è svolto un sit-in con conferenza stampa sotto il Tribunale e nel pomeriggio un corteo di circa quattrocento persone, nonostante la pioggia battente, ha attraversato con determinazione le vie del centro cittadino, concludendosi con una assemblea al Teatro Polivalente Occupato di via Irnerio. Coordinamento cittadino dei collettivi autorganizzati - Bologna [torna all'inizio della pagina]
(Da Repubblica 26/9/96) TENSIONE, scritte su chiese e monumenti, danneggiamenti durante la manifestazione degli autonomi di ieri pomeriggio, mobilitati fin dal mattino per il processo a undici occupanti, accusati di associazione per delinquere e assolti. Il corteo di oltre duecento giovani, molto decisi, ha rischiato di scontrarsi ad ogni passo con la polizia schierata in assetto di guerriglia. Le forze dell'ordine si sono solo limitate a controllare e cosi gli autonomi del coordinamento dei collettivi auto-organizzati che protestavano per il processo, gli sgomberi di case occupate, il Comune e quant'altro, hanno lasciato segni evidenti del loro passaggio. Partiti da Piazza Verdi alle 17, con un'ora e mezzo di ritardo, sotto la pioggia, gli autonomi, tra slogan contro la Polizia, il Pds e il sindaco Vlitali e uno striscione Nessuna giustizia, nessuna pace, si sono movimentati in via Mascarella. Sono iniziate a piovere bombe di vernice contro gli scudi dei poliziotti (che davanti ai duecento hanno proceduto a ritroso per tutto il tragitto) e sono comparse scritte sui muri nei pressi della casa un tempo abusivamente occupata in quella via. In via Irnerio, invece, sono cominciati a volare per strada i cassonetti della spazzatura mentre quelli che rimanevano in piedi o facevano da cassa di risonanza ai petardi gettati dentro o finivano bruciati (cosicche' ai manifestanti e alla polizia si sono accodati i Vigili del Fuoco, che hanno spento via via cinque o sei cassonetti). I1 corteo ha proseguito minaccioso a file distanziate, con pressioni sui fotografi a non fare rlprese e con quelli al centro del gruppo che continuavano a lasciare graffiti sui muri (danneggiata la facciata di San Pietro e la Garisenda, oltre che il Teatro comunale). In via Zamboni un gruppo si e' staccato dal grosso e ha cercato di abbattere le nuove ringhiere sui loculi di San Giacomo (installate per impedire ai barboni di dormirvi dentro n.d.r) prima di confluire di nuovo in Piazza Verdi e ad un'assemblea nel teatro occupato di Via Irnerio. (...) [torna all'inizio della pagina] |