UNA PROPOSTA DA ROMAComitato romano contro la repressione per la liberazione di Mumia Abu-Jamal, Compagne e Compagni dell'Università, Comitato 'Dire per Fare', Coordinamento romano CobasIl 12 dicembre è una data che il movimento tutto, indipendentemente dalla sua base politica, deve tramandare alle nuove generazioni. Non deve essere un tramandare che ricordi solamente che in quella data, nel 1969, il primo ordigno è esploso contro un sempre più crescente movimento di classe. Non dimenticare significa ripercorrere le tappe che seguirono a quell'infame manovra che la classe dirigente politica insieme a servizi segreti e magistratura attuavano ai danni del paese: il colpire tra la gente, l'incutere la paura per poter poi avere il controllo totale; l'annientare le conquiste che forti movimenti di lavoratori e studenti si erano presi con dure lotte che hanno visto molti morti, la montatura che ne seguì contro i compagni soprattutto nei confronti degli Anarchici. Da allora ad oggi il movimento tutto ha subito attacchi repressivi di ogni tipo, culminati alla fine degli anni '70 e i primi degli anni 80, con migliaia di compagni e compagne prigionieri/e. In questo clima la classe dirigente politica ha continuato ad usurpare una ricchezza prodotta da un sempre più selvaggio sfruttamento nei posti di lavoro, con ritmi sempre in ascesa al contrario dei salari e delle condizioni di lavoro. La stessa classe dirigente politica oggi ha ratificato il suo potere assolvendosi di fatto, mentre diverse compagne e compagni vivono uno stato di carcerazione speciale, a questo si aggiungono coloro che sono costretti all'esilio o alla semilibertà. Nonostante il tentativo di cancellazione di un periodo storico, il movimento ha continuato nel corso degli anni ad esprimersi: la solidarietà internazionalista verso i popoli oppressi (Messico, America Latina, Asia, Kurdistan, Palestina...); le lotte dei lavoratori autorganizzati contro il dominio sindacato-padroni; le lotte sui bisogni primari (casa, salute, lavoro); la grande campagna per togliere alla morte Mumia Abu-Jamal. Proprio perché il movimento continua ad esprimersi i compagni e le compagne subiscono una repressione che è fatta di arresti, processi, persecuzioni, denuncie e sgomberi di spazi occupati. La repressione è data dal ricompattamento di tutte le forze istituzionali su una serie di punti: l'ingresso in Europa, le privatizzazioni, lo sfruttamento del sud del mondo. In una fase in cui il potere attacca tutto il movimento, indipendentemente dall'estrazione ideologica, è importante che lo stesso movimento riesca a fare un fronte comune su una serie di parole d'ordine che possano essere una reale minimo comune denominatore. Qui a Roma proprio in questo periodo abbiamo subito un vero e proprio assedio, che ha portato all'arresto di numerosi compagni e compagne ma, nella consapevolezza di questo clima repressivo nella nostra città, abbiamo ancora la capacità di vedere che la repressione arriva ovunque, dal nord al sud di Italia. Proprio con questa consapevolezza, ci siamo trovati d'accordo con i compagni e le compagne di Cosenza sulla necessità di una forte mobilitazione, che non cancelli la storia e che ci riporti al presente. Un presente che come dicevamo è fatto di compagne e compagni prigioniere/i. Un presente che è fato di sfruttamento e oppressione per interi popoli. A questo proposito, la rappresentanza Curda in Italia si è dichiarata disponibile alla partecipazione con i propri contenuti. Da questa necessità nasce la volontà comune di costruire questa grande mobilitazione proprio a ridosso della giornata del 12 dicembre (sabato 14), con una manifestazione nazionale Roma, che abbia una caratterizzazione internazionalista e di liberazione (soprattutto dal carcere). La sede di Roma viene indicata proprio per riuscire ad avere una partecipazione più ampia, vista la posizione geografica. Vogliamo che questa proposta venga allargata il più possibile e proprio per questo convochiamo per il giorno 7 novembre un'assemblea cittadina, che discuta anche l'ipotesi di un'assemblea nazionale da tenersi a Roma (orientativamente il 23 novembre), finalizzata a costruire la manifestazione del 14 dicembre e i passaggi che ne dovranno seguire, per non lasciare la manifestazione fine a se stessa, affinché al contrario apra degli spazi al dibattito e faccia crollare cristallizzazioni che riteniamo oggi improduttive. Comitato romano contro la repressione
per la liberazione di Mumia Abu-Jamal, [torna all'inizio della pagina] |