RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO
DICHIARAZIONE DI FRANCESCO AIOSA, CESARE DI LENARDO, STEFANO MINGUZZI E ARIO PIZZARELLI |
NOTA RIGUARDANTE QUESTA SEZIONE:
Questa sezione del sito raccoglie quei materiali pervenuti alla rivista e che la Redazione ha deciso di non pubblicare ma di mettere comunque a disposizione di chi ne fosse interessato, indipendentemente dalla condivisione dei contenuti, di cui solo gli autori indicati sono responsabili.
Per il tribunale di Milano, Udienza del 26 marzo 2003
Abbiamo il dolore e l’orgoglio di rendere onore al nostro compagno Mario Galesi, caduto il 2 marzo 2003 combattendo per il comunismo.
Nella guerriglia si mette a disposizione se stessi, si combatte e si può cadere, come è accaduto nella nostra storia a tanti compagni. Mario Galesi ha fatto questa scelta di militanza con la responsabilità che ne è connessa e con la coerenza di cui è stato capace, cosciente di quanto ciò sia necessario per l’avanzamento del processo di liberazione del proletariato, nella lotta per il potere, la distruzione dello Stato e dell’imperialismo, per l’abolizione di lavoro salariato e capitale, per il superamento rivoluzionario dell’attuale società divisa in classi.
La sua vita e la sua storia dimostrano come, nel processo di costruzione del partito comunista combattente, la militanza rivoluzionaria si misura con una profonda frattura politica soggettiva, necessaria alle avanguardie cresciute nelle lotte del proletariato per trasformare un ruolo politico che si forma e matura nel contesto del movimento di classe in un ruolo indispensabile e più avanzato: un ruolo che determina il proprio rapporto con la classe in quanto combattente contro lo Stato e l’imperialismo. E’ questo un mutamento complessivo del punto di vista formatosi nella storia di una militanza e nella mobilitazione della lotta armata per il potere come propria finalità soggettiva.
La concezione della costruzione del partito combattente nel vivo dello scontro, come condizione e risultato dello sviluppo del processo rivoluzionario, è infatti una conquista cruciale dell’esperienza delle Brigate Rosse. Nella concezione guerrigliera della lotta armata il definirsi di questo carattere si è precisato con la necessità di unificare sempre il piano politico con quelle militare, e assieme alla linea politico militare di attacco al cuore dello Stato secondo i criteri di centralità, selezione e calibramento sedimentati e verificati in più di trent’anni di attività, dimostratasi nella storia valida, vincente, propositiva. E’ basandosi su questo impianto, è applicando questa linea politica militare che le Brigate Rosse-partito comunista combattente hanno rilanciato la lotta armata, individuando e colpendo il progetto neocorporativo come aspetto dominante della contraddizione classe/stato.
Il compagno caduto ha messo a disposizione senza limiti le proprie forze nel programma rivoluzionario delle Brigate Rosse. Il suo impegno, lo studio e il lavoro politico-militare, la sua vita sono ricchezze collettive del partito combattente e del proletariato rivoluzionario. Vivono, come la storia di cui è parte, nelle finalità, nella strategia, nella linea, nel programma, nella prassi combattente delle Brigate Rosse, che egli ha contribuito a sviluppare, entro cui operava quando è caduto; e che oggi l’organizzazione porta avanti nella conduzione dello scontro, adesso e domani.
Perché lo scontro continua. E le BR-PCC proseguiranno nella linea di attacco al cuore dello Stato, oggi che, anche confidando nel vantaggio militare momentaneamente conseguito contro la guerriglia, il governo Berlusconi si prepara all’avvio dell’applicazione della riforma Biagi del mercato del lavoro,nel quadro dello scontro di potere fra classe e Stato sulla rimodellazione economico-sociale e istituzionale delle forma di dominio statale, condizione interna imprescindibile per il ridefinirsi del ruolo dell’Italia nelle politiche centrali dell’imperialismo.
E’ la crisi capitalista che genera la guerra imperialista, necessariamente. Nel rapido precipitare attuale degli assetti internazionali e nella conseguente ridefinizione generale in corso, l’attacco all’Iraq è finalizzato ad abbattere il principale ostacolo all’egemonia dell’entità sionista, bastione dell’imperialismo nell’area, per conseguire il ridisegno geopolitica del medio Oriente anche con l’obiettivo di imporre la soluzione finale di Sharon al problema palestinese nell’illusione di annientare la resistenza, punto di riferimento e di forza per tutte le masse arabe e islamiche espropriate e umiliate dall’imperialismo; che nel complesso costituiscono il naturale alleato del proletariato metropolitano dei paesi europei.
Lo scontro continua. E le avanguardie rivoluzionarie sapranno fare del contrasto contro le mire israelo-anglo-statunitensi di ridefinizione a proprio vantaggio degli equilibri in Medio oriente un punto di programma su cui aprire la prospettiva storica della costruzione del fronte combattente antimperialista; promovendo i termini politico-militari necessari per affrontate gli impegnativi e decisivi compiti legati alla trasformazione della guerra imperialista in avanzamento della guerra di classe.
Come militanti prigionieri, coscienti dell’importanza dei compiti che ha saputo affrontare, abbracciamo fraternamente, con amore rivoluzionario, il combattente comunista caduto, nella memoria di tutti i compagni caduti nella lotta armata per il comunismo.
Ai tribunali dello stato Imperialista non riconosciamo il diritto di giudicarci: siamo combattenti nemici prigionieri, nel quadro di un conflitto concreto oggi, marzo 2003, più chiaro che mai. Di fronte al nemico, e di fronte alla nostra classe, rivendichiamo la nostra piena responsabilità per la sua storia, per il programma, per la linea-militare, per prassi e condotta combattente della nostra organizzazione;integralmente, dal 1970 ad oggi.
Saprà la nostra organizzazione in attività valutare adeguatamente anche l’esperienza del 2 marzo, e farne tesoro nel proseguimento della lotta: meglio di noi prigionieri, dunque, parlerà la guerriglia, le Brigate Rosse.
-attaccare e disarticolare il progetto antiproletario e controrivoluzionario di rimodellazione economico-sociale neocorporativa e di riforma dello Stato.
-organizzare i termini politico-militari per ricostruire i livelli necessari allo sviluppo della guerra di classe di lunga durata.
-attaccare le politiche centrali dell’imperialismo, dalla linea di coesione europea ai progetti e alle strategie di guerra e controrivoluzionari diretti dagli USA e dalla Nato.
-promuovere la costruzione del fronte combattente antimperialista
-trasformare la guerra imperialista in avanzamento della guerra di classe
Onore al compagno Mario Galesi! Onore ai martiri della rivoluzione palestinese!
Onore a tutti i combattenti comunisti e a tutti i combattenti che cadono in tutto il mondo nella guerra contro l’imperialismo, oggi!
Rivoluzione fino alla vittoria!
I militanti delle Brigate Rosse per la costruzione del partito comunista combattente
Francesco Aiosa
Cesare Di Lenardo
Stefano Minguzzi
Ario Pizzarelli
Milano 26 marzo 2003
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