RICEVIAMO
& PUBBLICHIAMO - DICHIARAZIONE DI FRANCESCO CAVIGLIA |
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Documento allegato agli atti processuali
- II Corte d'Assise di Roma
Processo D'Urso - Udienza del 25 settembre 2002-10-22
Come militante rivoluzionario prigioniero nelle carceri
dello Stato borghese e Imperialista, per il ruolo di responsabilità
politica soggettiva che ne deriva, si rivendica la valenza politica dell'attacco
portato dalla Organizzazione Brigate Rosse - PCC al cuore del progetto
complessivo di rimodellazione della società a partire dalla riformulazione
del'organizzazione e della regolazione dello sfruttamento del lavoro salariato,
nonché della funzione centrale dell'attuale modello della negoziazione
neo-corporativa in costruzione. Come tentativi e risposte necessarie della
soggettività politica della borghesia alla crisi del capitale per
avviare quella ristrutturazione e riforma complessiva del sistema economico-sociale
e della relativa politica economica dello Stato in senso privatistico,
riforma statuale, che sostiene i termini di riposizionamento competitivo
dei diversi capitali nazionali al'interno del quadro della concorrenza
monopolistica multinazionale, e in essi gli interessi della frazione dominante
della Borghesia Imperialista.
Applicando i criteri rivoluzionari di centralità-selezione-calibramento,
definiti dal patrimonio della guerriglia delle BR nel nostro paese, in
particolare viene individuato e colpito Marco Biagi consulente legislativo
del governo, massimo esponente di punta di questa ipotesi di progettualità,
principale rappresentante di un possibile equilibrio politico tra parti
sociali diverse per il rafforzamento dei processi capitalistici competitivi
attraverso la coesione economica-sociale e l'uguaglianza delle opportunità
agli interessi complementari della B.I., per costruire le riforme in un'ottica
di flessibilizzazione e revisione delle attuali regole di legge e di contratto,
quindi tassello concreto di questo processo in costruzione. Marco Biagi
degno rappresentante dei sogni e delle aspirazioni della B.I., egli è
insieme formulatore e proponente delle linee politiche antioperaie e antiproletarie
contenute nel libro bianco del governo sul mercato del lavoro in Italia.
Questo attacco rende evidente sul terreno rivoluzionario e di classe i
passaggi politici che l'avanguardia comunista combattente ha compiuto
affrontando i compiti posti dalla fase di ricostruzione a partire dallo
stadio aggregativo delle forze rivoluzionarie verso la costruzione dell'Organizzazione
Comunista Combattente che agisce da Partito per costruire il Partito,
idonea a rilanciare sostenere e approfondire su un piano più avanzato
lo scontro di classe nel nostro paese, nonché la capacità
di sintetizzare e dare prospettiva politica e rivoluzionaria alla resistenza
operaia e proletaria contro l'offensiva della borghesia, nella costruzione
fabbricazione delle condizioni stesse della guerra di classe, indirizzando
questo potenziale verso o sviluppo della guerra di classe di lunga durata
nella prospettiva rivoluzionaria della conquista del potere politico e
della dittatura del proletariato.
Il saldo riferimento al patrimonio comunista in generale, e in particolare
a quello prodotto dalle BR nella direzione dello scontro rivoluzionario
nel paese e alle sue discriminanti teoriche strategiche, nel posizionamento
fin da subito, interno agli assiomi e ai caratteri dell'iniziativa politico
programmatica, in quanto contenuto strategico che consente di sviluppare
un processo che costruisca, seppure nella sua non linearità una
prospettiva di potere è ciò che riqualifica oggi la militanza
rivoluzionaria e guida le avanguardie rivoluzionarie, nell'assunzione
di ruolo politico nello scontro, sia nell'avviare un processo di ripresa
dell'iniziativa offensiva, che di aggregazione e di selezione in essa
dei termini della ricostruzione delle forze rivoluzionarie, tra queste
discriminanti teoriche strategiche, innanzitutto la valenza politica della
strategia della Lotta Armata, come modo in cui si rende praticabile un
processo rivoluzionario in riferimento alle attuali forme di dominio del'Imperialismo
e si materializza lo sviluppo della guerra di classe di lunga durata contro
lo Stato, processo con cui l'avanguardia politico militare si pone come
direzione in dialettica con le forme del'autonomia politica di classe
e organizza fin da subito i settori rivoluzionari di classe che si dialettizzano
e si dispongono sul terreno della Lotta Armata.
Nel rivendicare l'intero percorso e patrimonio storico dell'Organizzazione
Brigate Rosse è possibile affermare dunque che l'esperienza trentennale
nel nostro paese di un processo rivoluzionario di Lotta Armata per il
Comunismo orientata per la conquista del potere politico e l'instaurazione
della dittatura del proletariato, prodotto, portato avanti e sviluppato
programmaticamente dall'O.C.C. BR, in dialettica relazione con i nodi
dello scontro, con l'autonomia politica di classe, con una visione internazionalista
e antimperialista, e con i principii di Marx, Engels e Lenin, ha maturato
e costruito nel vivo del processo quelle condizioni materiali oggettive:
teoriche-pratiche-politiche-militari-criteri-termini-organizzative-tecniche
ed altro, come elementi strategici di riproducibilità rivoluzionaria
all'interno dello scontro di classe, caratterizzando quantitativamente
lo stesso processo rivoluzionario come capacità offensiva di rilanciare
il progetto di attacco al cuore dello Stato. Ed è per questo nel
contempo, patrimonio rivoluzionario e impianto strategico valido del Proletariato
Metropolitano nel cuore dell'Europa e in un paese della catena imperialista.
Quello a cui stiamo assistendo in questa fase come prima lettura della
realtà in evoluzione, sia sul piano internazionale che nella specificità
dei singoli Stati, sonno delle profonde forzature politiche e militari
operate dagli USA e dalla catena imperialista, su un quadro generale (di
crisi) già preesistente, nel tentativo di frenare la caduta tendenziale
del saggio (medio) di profitto e contemporaneamente per entrare nel cuore
dell'Asia, nelle Repubbliche ex Sovietiche, con l'obiettivo di contenere
l'eventuale potenziale in crescita di Russia e Cina, per il controllo
delle aree di fonte di approvvigionamento delle materie prime, di cui
in particolare il petrolio, cercando di mettere contemporaneamente delle
basi fisse in un quadro di riferimento e di avanzamento strategico NATO
su delle zone geo-strategicamente "nuove" per l'imperialismo.
Interventi e forzature prodotte dalla B.I. e dai paesi della catena a
dominanza USA, sono resi evidenti con maggior peso in questa congiuntura
in parte come risposte agli avvenimenti del 11 settembre 2001, che provocano
comunque delle relative modificazioni tutt'ora in corso del'ordine mondiale
costituito di quelle norme, rapporti di forza ed equilibri finora esistenti,
ma che nello stesso momento nella comune cooperazione delle diverse specificità
nazionali di B.I. indirizzata alla ricerca di possibili equilibri internazionali
e geo-strategici da ricomporre in forme politiche più stabili in
funzione sia di un avanzamento del processo di espansione ad Est, che
dell'allargamento relativo del modo di produzione capitalistico su delle
basi produttive sempre più ristrette, a fronte di una resistenza
incontrata producono e motivano l'accelerazione l'approfondimento e l'applicazione
di alcune scelte politiche aggressive e controrivoluzionarie dell'imperialismo
in una cornice complessiva di:
a) caratteristiche generali di crisi strutturale capitalistica, intesa
come sovraccumulazione di capitali - di mezzi di produzione - e di sovrapproduzione
di merci dovuta ala saturazione del ciclo del mercato capitalistico in
quanto non possono operare come capitale e riproporre plusvalore (o profitto)
per l'alto sviluppo raggiunto dal plusvalore relativo (e assoluto); caduta
tendenziale del saggio generale di profitto; conseguente aumento dello
sfruttamento della forza-lavoro nel processo lavorativo; e risposte di
carattere politico-economiche complessive della borghesia attraverso processi
di ristrutturazione e riforma complessiva economico-sociale. Sviluppando
la necessaria e contraddittoria dinamica interna di crisi-sviluppo del
capitale e dall'azione soggettiva delle politiche di controtendenza della
B.I. interessando la contraddizione capitale/lavoro e Borghesia/Proletariato.
b) connessione dialettica di fattori strutturali di fase storica del capitale
(nella sua fase di imperialismo) con condizioni congiunturali, che si
sono formate, oltre ai fattori economici e storici, anche in relazione
alla azione soggettiva della B.I. dei paesi della catena, nel tentativo
di dare risposte di controtendenza alla crisi capitalistica; di contenere
lo scontro di classe e lo svilupparsi della lotta di classe in guerra
di classe nella metropoli imperialista che di contenere i processi di
liberazione nazionali dei popoli, con condizioni di intervento verso Est
che approfondiscono l'avanzare della tendenza alla guerra, non solo come
conflitti locali, ma come possibilità di conflagrazione generale
dovuta all'accumularsi delle contraddizioni capitalistiche.
c) Evidente azione di contrasto sul piano internazionale all'espansione
del modo di produzione capitalistico e alla politica aggressiva imperialista
degli U.S.A. e dei paesi della catena che la sostiene, che corrisponde
contemporaneamente ai livelli di resistenza dei popoli e degli Stati,
nonché alla riproposizione e all'avanzamento dei processi di liberazione
nazionale e di autodeterminazione dei popoli, interessando la contraddizione
Imperialismo/antimperialismo e Borghesia Imperialista/Proletariato Internazionale.
d) Evidente espressione di sviluppo della lotta di classe, visibile dalla
resistenza delle lotte operaie e proletarie nella difesa delle conquiste
di spazi di mediazione politica, dei diritti sociali e nel campo dei diritti
del lavoro come nella lotta e opposizione alla riforma del mercato del
lavoro proposta in questa legislatura dal governo Berlusconi; nella costruzione
di livelli di autonomia di classe in dialettica politica all'avanzamento
del processo rivoluzionario che nel nostro paese è diretto ed orientato
nello scontro di potere per il potere rivoluzionario dagli assiomi programmatici
e strategici della guerriglia delle Brigate Rosse. Interessando la contraddizione
classe/stato e Borghesia/Proletariato, nonché il piano rivoluzione/controrivoluzione.
e) L'uso strumentale in senso neo-corporativo e spregiudicato della mediazione
politica, parallela all'uso strutturale della forza militare, da parte
del governo e dello Stato, con istituti tipo il dialogo sociale possibile
- gli accordi convergenti - tavoli comuni - convegni e conferenze finalizzati
- l'azione diplomatica - vari patti di stabilità... ed altro. Per
tentare di governare la crisi e non solo l'ampiezza delle contraddizioni
che di volta in volta si presentano sul piano internazionale che interne
al paese, ma contemporaneamente per recuperare nell'alveo delle istituzioni
di rappresentanza preposte della democrazia borghese quell'attivismo politico
contrario alle proprie posizioni e quei danni prodotti come eccessi e
quindi controproducenti e immediatamente non governabili. Eccessi prodotti
sul terreno della applicazione e sperimentazione delle scelte politiche
e di controrivoluzione.
In questa cornice complessiva di condizioni oggettive e soggettive, di
modificazioni essenzialmente prodotte dalle risposte dalle scelte e dalle
forzature della B.I. U.S.A. e dal peso dei paesi della catena, il quale
con proprie relazioni economico-politiche, normative giuridiche, e indirizzi
politico-militari in senso geo-strategico e rapporti di forza determinatesi
a livello internazionale influenzano il sistema di relazioni nell'area
Europea nel processo di costruzione di Unità Europea, ne condizionano
gli interessi il corso e l'autonomia, come sul processo di espansione
verso i paesi dell'Est interessando l'area Europea - Mediterraneo - Mediorientale,
legandoli al carro degli interessi economici politici e geo-strategici
della Borghesia Imperialista.
Per le BR con l'attacco al cuore dei progetti politici dominanti dello
Stato. Lo sviluppo del processo rivoluzionario continua a realizzarsi
facendo la "rivoluzione nel proprio paese" perché questa
rimane la dimensione politica principale della lotta tra le classi, ma
richiede fin da subito di praticare l'obiettivo dell'indebolimento dell'imperialismo
operando sull'asse programmatico dell'attacco all'imperialismo, alle sue
politiche centrali. Asse programmatico sulla base del quale può
essere realizzata una politica di alleanze con forze rivoluzionarie Europeo-Mediterraneo-Mediorientale,
che ad una sua intrinseca complementarietà economico-politica,
per la costruzione di un Fronte Combattente Antimperialista che sviluppi
un programma d'attacco comune alle politiche centrali dell'imperialismo.
Sul piano della concretezza delle dinamiche dello scontro di classe, il
processo che si sta portando avanti nell'aula di questo tribunale rappresenta
un aspetto progettuale della politica di controrivoluzione preventiva
attualizzata dalla B.I. nazionale, e riflettendone la situazione generale
dei rapporti di forza tra le classi, aspira ad una duplice funzione, da
un lato quella di avviare un complessivo processo di desolidarizzazione
nei confronti della Strategia della Lotta Armata per il Comunismo con
la costruzione di un clima di criminalizzazione e di attacco repressivo
nei confronti dei militanti rivoluzionari prigionieri, che delle avanguardie
rivoluzionarie all'esterno, pratica politica controrivoluzionaria che
al di là di come si esplica sul piano giuridico/legislativo e di
criminalizzazione/repressione, dall'altra vuole avere una funzione che
è quella di riversare poi, qualsiasi tipo di risultato ottenuto
e con il peso controrivoluzionario dei rapporti di forza, sul terreno
attualmente sfavorevole del campo proletario, politica di controrivoluzione
tatticamente tesa a sfiancarne la resistenza e a stabilizzarne l'arretramento.
Il suo agire complessivo non consiste solo in una costruzione di un'azione
semplicemente repressiva nei confronti dei militanti rivoluzionari prigionieri,
e di attacco alle avanguardie esterne, ma questa si connette strutturalmente
ad una azione politica nei confronti delle contraddizioni di classe, rivolta
a prevenirne lo sviluppo in direzione della loro politicizzazione e traduzione
in organizzazione sul terreno rivoluzionario. Rappresenta uno dei modi
possibili insieme alla mediazione neo-corporativa per la B.I. per trovare
terreno agevolato all'avvio dei piani di riforma e di ristrutturazione
economico-sociale e di rimodellazione complessiva della società
per la costruzione di un sistema economico-competitivo. Tra l'altro occorrendo
dotare l'ordinamento del lavoro di una nuova gamma di strumenti regolatori
che già sono in uso in diversi paesi con cui l'Italia si confronta
nella competizione internazionale.
Comunque al di là dell'attacco alla Guerriglia e ai militanti rivoluzionari
e le ripercussioni che questo produce sul campo proletario, i due piani
di contraddizioni distinti all'interno dello scontro di classe e cioè
Classe/Stato e Partito/Stato la relazione dialettica e storico-politica
tra classe e il Partito esiste ed informa continuamente tutto il percorso
rivoluzionario. Sia nei suoi aspetti positivi di avanzamento che relativamente
negativi di arretramento provvisorio strategico. Ed è su questa
relazione dialettica e storico-politica tra Classe e Partito che opera
scientemente la controrivoluzione per poter incidere sui rapporti di forza.
Questo ridimensionamento del campo proletario nei sogni della B.I. per
poter avviare su un retroterra di lotte proletarie relativamente pacificato
quel processo di riforma e ristrutturazione complessiva del sistema economico
sociale insieme al'esplicazione concreta del ruolo avanzato dell'Italia
nell'Alleanza Atlantica e negli obiettivi N.A.T.O.
La politica antiguerriglia attuale dunque non è che un aspetto
modellato congiunturalmente della controrivoluzione preventiva il quale
nel suo procedere controrivoluzionario in rapporto allo scontro di classe
ha integrato livellato e affinato, tutte quelle espresse precedentemente
nelle diverse fasi e congiunture per combattere la guerriglia le Brigate
Rosse e per alcuni aspetti contenere il conflitto di classe, non è
che l'arma spuntata della medesima applicata oggi come negli anni '80,
rappresentata allora dalla costruzione ad hoc di diversi strumenti repressivi
e controrivoluzionari quali il piano della legislazione contro la sovversione
interna e la guerriglia, i tribunali speciali per i rivoluzionari, unità
e corpi speciali in funzione antiguerriglia, il circuito delle carceri
speciali e la politica della differenziazione, l'articolo 90, nonché
l'uso episodico ma intensificato di pratiche di tortura. Volendo attaccare
contemporaneamente con lo stesso livore antiproletario e controrivoluzionario
la guerriglia e le Brigate Rosse sul piano interno, cercando di scompaginare
le fila tramite la legislazione sui pentiti e la dissociazione; e la questione
successivamente e continuamente posta, a periodi opportunamente dosati
e decisi politicamente dell'indulto e amnistia, in quanto il suo operare
politico in parallelo alla controrivoluzione è teso a costruire
un fronte di forze ampio e variegato da usare strumentalmente per scopi
specifici, come massa di manovra e di pressione politica, e come logica
consequenzialità per affermare la posizione politico-istituzionale
dell'indulto e dell'amnistia dovrebbe scalzare per così dire la
posizione rivoluzionaria delle Brigate Rosse.
Pratiche antiguerriglia e controrivoluzionarie, che venivano condotte
con la stessa funzione di oggi, nell'obiettivo particolare di attaccare
la Guerriglia, il processo rivoluzionario le O.C.C. e i propri militanti
prigionieri per spezzarne la resistenza e di converso unica necessaria
modalità della B.I. nazionale per poter insieme contenere in particolare
il processo rivoluzionario e azzerare rendendolo controllabile il movimento
di resistenza del proletariato. Interventi controrivoluzionari necessari
e dettati dall'esigenza impellente della B.I. di allora come d'altronde
di quella attuale, per avviare e definire quel progetto di complessiva
ristrutturazione e riforma economico-sociale rimodellando nell'obiettivo
della competitività del capitale il quadro complessivo della formazione
Economica sociale ereditato dall'equilibrio politico del dopoguerra, condizionato
anche dalla modificazione dei rapporti di forza dovuti al ridimensionamento
dell'ex URSS e dei paesi del Blocco dell'Est, riadeguando le forme politiche
del dominio statuale di classe nell'indirizzo di questi percorsi.
Sul piano interno quindi progetti e percorsi avviati precedentemente negli
anni passati dalla borghesia che ne aveva tutto l'interesse ma rallentati
nella loro piena applicazione e definizione per via della forte opposizione
e resistenza delle lotte operaie e proletarie contro i programmi del governo
in relazione dialettica e politico-programmatica con la linea politico-militare
di combattimento, della Guerriglia delle BR diretta in modo offensivo
al cuore dei progetti politici dominanti dello Stato e delle politiche
centrali dell'imperialismo. La forte opposizione di classe e l'iniziativa
rivoluzionaria dell'avanguardia come dati caratteriali di qualità
del proletariato italiano nel processo rivoluzionario, dati caratteriali
derivati storicamente, dal periodo della L.A. resistenziale al Nazi-fascismo,
dai cicli di lotte operaie e proletarie successive, e dal percorso discontinuo
di rottura/affermazione della Lotta Armata come Strategia politico-militare
per il proletariato per la conquista del Potere Politico e la dittatura
della Classe contro la borghesia, costringevano nel ciclo di lotte e combattimenti
precedenti la classe politica al governo espressione della B.I., a limitare
il proprio raggio di azione non riuscendo a farle esplicare compiutamente
tale progetto di riadeguamento della propria arretrata F.E.S. che si è
detto rappresentava una necessaria risposta complessiva alle condizioni
di crisi-sviluppo del capitale e per ripristinare i livelli di profitto
erosi dalla crisi di valorizzazione capitalistica.
Sebbene sul piano della controrivoluzione la borghesia riusciva ad assestare
dei colpi durissimi alla Organizzazione Brigate Rosse e al processo rivoluzionario
nel nostro paese, quel fronte di resistenza offensiva costringeva i progetti
della B.I. ad impattarsi e ridimensionarsi, producendo contemporaneamente
con la propria azione contro il governo e lo Stato l'aggravarsi di quelle
condizioni di arretramento della F.E.S. capitalistica nel non dare soluzione
a quella contraddizione, costringendola per certi aspetti a doverle far
rincorrere e a dare parziale soluzione alle contraddizioni presenti nell'immediato
che si sviluppavano sul piano del governo dell'economia e sul piano del
governo del conflitto di classe. O meglio, la borghesia tentava di risolvere
le esigenze interne del nodo strutturale della crisi avviando quel necessario
progetto di riadeguamento e rimodellazione dell'arretrato perché
esaurito corso dell'ordinamento economico-sociale del dopoguerra affrontandole
solamente su queste due direttrici, sul piano del governo dell'economia
e sul piano del governo del conflitto di classe, rimanendo così
di fatto aperta la contraddizione del grave e profondo arretramento accumulato
e continuando a sperimentare la classe politica al governo con ritardo
rispetto a tutti gli altri paesi capitalisticamente avanzati con cui l'Italia
si confrontava e si confronta nella competizione internazionale, sia della
catena imperialista che dell'area europea. Riadeguamento politico complessivo
necessario indirizzato nel quadro dei nuovi termini di competitività
dell'economia, delle politiche militari dell'Imperialismo che sul piano
della controrivoluzione, che si rende impellente per l'Italia per far
fronte alle condizioni di crisi-sviluppo del capitale, per la sua collocazione
nel quadro della divisione internazionale del lavoro e dei mercati, nella
sua collocazione di ruolo avanzato nella Alleanza N.A.T.O. con proprie
responsabilità, interessi e peso politico sia nel processo di espansione
ad Est che, nell'internità a quelle politiche di integrazione U.E.
Nodi strutturali che attualizzati alle necessità capitalistiche
e della B.I., rimangono tuttora aperti sia come contraddizioni interne
al movimento del capitale che alla stessa B.I., ma essenzialmente impattati
dall'attacco delle iniziative offensive, al governo e allo stato, del
20 maggio 1999 e del 19 marzo 2002 portate dalle BR-PCC in relazione dialettica
con i livelli di espressione dell'autonomia politica di classe.
Con questa posizione politica soggettiva si vuole qualificare il proprio
posiizonamento in relazione allo scontro di classe, nell'internità
al tessuto politico della resistenza delle lotte operaie e proletarie,
e nell'internità alla linea e agli assiomi politico-programmatici
e politico-strategici dell'Organizzazione Brigate Rosse - Partito Comunista
Combattente. Con ciò non essendoci alcun legame con questo tribunale
se non in un rapporto relazionato allo scontro di classe, si revoca il
mandato all'avvocato di fiducia e si diffida chiunque dall'assumerne il
ruolo.
- Per il Comunismo Brigate Rosse per la costruzione del
Partito Comunista Combattente.
- Solidarietà all'eroica resistenza del popolo Palestinese, sostenendo
politicamente e militarmente la Lotta di liberazione per l'Indipendenza
e l'Autodeterminazione contro l'occupazione Sionista e Imperialista.
- Onore a tutti i compagni e combattenti antimperialisti caduti.
- Attaccare e disarticolare il progetto neocorporativo,
cuore politico della rifunzionalizzazione dello Stato Imperialista e della
ristrutturazione economico-sociale in Italia.
- Costruire le condizioni della Guerra di Classe di lunga durata per la
conquista del Potere Politico e la Dittatura del Proletariato.
- Rilanciare la prospettiva della presa del Potere Politico come sbocco
alla crisi della Borghesia e alla sua guerra e unico piano di avanzamento
della Guerra di Classe.
- Agire da Partito per costruire il Partito.
- Attaccare le politiche centrali dell'imperialismo per indebolire il
dominio imperialista nella nostra area geo-politica.
- Attaccare la coesione europea che rafforza la Borghesia Imperialista
nei confronti del Proletariato del centro.
- Attaccare la N.A.T.O. e lo sviluppo della guerra imperialista.
- Promuovere la costruzione del Fronte Combattente Antimperialista.
- Trasformare la guerra imperialista in avanzamento della Guerra di Classe
e Rivoluzionaria.
Per il Comunismo Brigate Rosse - PCC
Il Militante Rivoluzionario
Francesco Caviglia
Roma, 25 settembre 2002
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