LA LOTTA NEW AFRIKAN IN
CARCERE
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DAL XVI SECOLO FINO ALLA GUERRA CIVILE |
La lotta carceraria africana comincia sulle rive dell'Africa dietro le mura dei recinti medievali che detenevano i prigionieri destinati alle navi dirette a ovest, verso la schiavitù. Continua oggi dietro le mura dei moderni penitenziari Usa dove tutti i prigionieri vengono detenuti come schiavi legali - una flagrante violazione del diritto internazionale.
La concezione di un'ideologia carceraria comincia a prendere forma durante il regno di Luigi XIV di Francia (1943-1715), quando il monaco benedettino Mabillon scriveva che: "... i penitenti devono essere reclusi in celle come quelle dei monaci certosini, e lì essere impiegati in vari tipi di lavoro". Nel 1790, il 5 aprile, i quaccheri della Pennsylvania attualizzarono questo concetto come caposaldo della loro lotta durata 14 anni per riformare il carcere di Walnut Street, di Philadelphia. Le punizioni corporali non furono somministrate a lungo. Poco dopo i prigionieri sarebbero stati segregati nelle loro celle con una Bibbia e costretti a far penitenza per riabilitarsi? Così nasceva il penitenziario.
Nel 1850, circa 6700 persone erano detenute nel nascente nuovo sistema penitenziario della nazione. Non vi erano Neri quasi del tutto. Loro erano più valutabili economicamente fuori dalle carceri perché c'erano altri mezzi di controllo razziale. In quei tempi la maggior parte dei new afrikan, uomini, donne e bambini, erano già imprigionati a vita nelle piantagioni come schiavi. Di conseguenza, la lotta africana dietro le mura fu intrapresa innanzitutto dietro le mura dei quartieri degli schiavi attraverso cospirazioni, rivolte, insurrezioni, incendi, sabotaggi, rallentamenti del lavoro, avvelenamenti dei proprietari di schiavi, automutilazioni e fughe. Se gli schiavi venivano ripresi, essi continuavano la loro lotta dietro le mura delle prigioni locali, molte delle quali erano state costruite proprio per detenere i prigionieri ricatturati. In seguito furono usate per i cittadini locali.
Poco dopo il 1850, il tasso di carcerazione crebbe, rimanendo in seguito quasi stabile con un tasso tra i 75 e i 125 prigionieri ogni 100.000 persone. La lotta africana continuò innanzitutto dietro le mura dei quartieri degli schiavi, anche attraverso la questione del Proclama di Emancipazione, dichiarazione promulgata dal presidente Lincoln del 1 gennaio 1863, all'apice della guerra civile. Dichiarava liberi gli schiavi solo in quegli stati ancora in ribellione ed ebbe un piccolo effetto per la liberazione degli schiavi in questione. I loro padroni, ancora impegnati nella guerra contro l'Unione, semplicemente ignorarono la dichiarazione e continuarono a tenere i loro schiavi in schiavitù. Alcuni proprietari di schiavi tennero segreta la dichiarazione, dopo che la guerra si concluse con la resa di Lee il 9 aprile 1865.
Risultato fu che la notizia del Proclama di Emancipazione raggiunse gli schiavi del Texas solo il 19 giugno 1865. Questa data, chiamata "Jeneteenth" viene celebrata annualmente dai new afrikan in Texas e altri stati periferici come il "Black Indipendence Day".
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DAL POST GUERRA CIVILE AL XX SECOLO |
Immediatamente dopo la guerra civile e alla fine della schiavitù, un gran numero di Neri fu imprigionato per ogni cosa, dal non firmare contratti capestro con i proprietari delle piantagioni al non sembrare "giusti" ad alcuni bianchi, o per simili "piccoli crimini". Ogni "trasgressione" percepita dai bianchi come di più seria natura veniva normalmente sbrigata su due piedi con il fucile o la fune...; ciò fece sì che i Neri fossero ridimensionati e disarmati. I reati "black-on black" (tra Neri, ndt) furono considerati, come adesso, essere "piccoli crimini" dal sistema giudiziario Usa. Ma piccoli o no, dopo l'arresto alla maggior parte dei new afrikan furono date lunghe e severe condanne ai lavori forzati.
Nei cinque anni dopo la fine della guerra civile, la percentuale di Neri nella popolazione carceraria arrivò da quasi zero al 33%. Molti di questi prigionieri venivano assunti dai bianchi con salari ancora inferiori a quelli degli schiavi. Tutt'a un tratto, le carceri divennero i nuovi quartieri degli schiavi per molti new afrikan. Nello stesso modo, la lotta carceraria afrikan si trasformò da lotta dietro le mura dei quartieri degli schiavi in lotta dietro le mura delle case di lavoro, campi di lavori forzati e delle piantagioni e fabbriche che impiegavano i prigionieri come lavoratori-schiavi.
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DAL XX SECOLO ALLA II GUERRA MONDIALE |
Dal 1910 al 1950, i Neri costituiscono dal 23 al 34% dei prigionieri del sistema carcerario Usa. La maggior parte delle persone, condizionate da film di filone carcerario come "La parete di fango" ("The defiant ones", con Sidney Poitier, un nero, e Tony Curtis, un bianco), o "Io sono un evaso" ("I escaped from the chaingang", con Paul Nuni, un bianco in un campo di lavori forzati misto), o "Nick Manofredda" ("Cool hand Luke", con Paul Newman, un bianco in un campo di lavori forzati al sud), crede erroneamente che la popolazione carceraria Usa fosse di fondo integrata. Non è così. Gli Usa erano una società segregata fino al 1950, incluse le carceri; anche quelle del nord. La maggior parte dei prigionieri new afrikan furono mandati nelle case di lavoro di contea, campi di lavori forzati per Neri e oscure prigioni per Neri. Così, l'iniziale popolazione delle carceri statali e federali più famose e "sulla breccia" - Attica, Sing Sing, Alcatraz e Atlanta - era in modo predominante bianca e maschile.
Quando i new afrikan venivano mandati a queste carceri "di grido", si ritrovavano in enorme minoranza, relegati dietro in fila, in file separate o senza fila del tutto. Venivano spesso negate loro apertamente quelle magre attrezzature esistenti in carcere. Il razzismo era rampante. I new afrikan venivano soppressi razzisticamente sia dalle guardie sia dai prigionieri bianchi. Tutte le guardie erano bianchi - non c'erano a quel tempo guardie o ufficiali Neri. I prigionieri africani continuarono a lottare dietro le mura di queste case di lavoro segregate, campi di lavori forzai, carceri statali e federali; le condizioni di galera rimasero le stesse fino alla II guerra mondiale. All'interno le condizioni riflettevano accuratamente le condizioni della società fuori le mura, con l'eccezione della sedia elettrica di Stato che aveva soppiantato per la maggior parte le corde dei linciaggi della teppaglia.
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DAL DOPOGUERRA ALL'ERA DEI DIRITTI CIVILI |
Le cose cominciarono a cambiare alla vigilia della II guerra mondiale. Quattro fattori in contemporanea presiedettero a questi cambiamenti: l'esplosione demografica della popolazione dei ghetti, l'influsso della droga, l'emergere di nazioni africane indipendenti e il movimento dei diritti civili.
L'esplosione demografica nei ghetti
I lavori abbondanti durante la guerra, insieme a una pesante diminuzione dei lavoratori bianchi, portò le industrie di guerra Usa ad assumere new afrikan. New afrikan vennero dal sud per cogliere queste inaudite opportunità di lavoro, e la già numerosa popolazione dei ghetti si moltiplicò come funghi.
L'influsso della droga
I soldati new afrikan combatterono durante la guerra per preservare le democrazie europee. Tornarono a casa impazienti di unirsi alla lotta per rendere democratica pure l'America segregata. Ma gli Usa avevano visto Marcus Garvey organizzare un simile fermento dopo la I guerra mondiale, in uno dei più grandi movimenti Neri dell'emisfero occidentale. Stavolta gli Usa erano più preparati a contenere la nuova e prevista attività dei new afrikan. La loro arma fu "il re eroina".
Gli Usa usarono i servigi della Mafia durante la II guerra mondiale per raccogliere informazioni in Italia e sconfiggere il fascista Mussolini. Prima della II guerra mondiale, Mussolini intraprese una grande campagna contro la mafia, che fece arrabbiare i leaders del gruppo. Il fascismo era una grande mafia e così non poteva tollerare che esistesse un'altra mafia. Le attività di Mussolini trasformarono i mafiosi in energici antifascisti, e il governo americano cooperò con la mafia sia negli Stati Uniti, sia in Sicilia. Agli occhi di molti siciliani, gli Usa aiutarono la mafia a riprendere il suo potere perduto. Gli americani dovevano vincere la guerra e così non potevano fare troppa attenzione a queste cose. "Pensavano che la mafia potesse aiutarli, e forse lo fece" diceva Leonardo Sciascia, forse il più noto scrittore e studioso della mafia siciliano.
Durante la II guerra mondiale, l'Office of Strategic Services (Oss), predecessore della Central Intelligence Agency (Cia), collaborò nel commutare la condanna di Lucky Luciano, detenuto in un carcere federale, e nel concordare il suo rimpatrio in Sicilia. Luciano era uno dei "don" più importanti del sindacato della mafia e un capo dell'organizzazione della prostituzione e del traffico di droga. La Oss sapeva che Luciano aveva eccellenti legami con la mafia siciliana e voleva il sostegno di quella organizzazione per lo sbarco alleato in Sicilia nel '43.
Quando Luciano lasciò gli Usa, molti politici e "don" della mafia erano insieme al porto di Brooklyn per salutarlo, in quella che fu la prima di molte occasioni in cui i trafficanti internazionali di droga venivano reclutati dal governo Usa per mandare avanti i suoi interessi in politica estera. Dopo la guerra, in cambio dei "servizi resi", gli Usa videro un altro modo con cui la mafia avrebbe potuto servire: sommergere di eroina i principali ghetti degli Usa. Nei sei anni dopo la II guerra mondiale, a causa delle strategie di mercato della mafia, più di 100.000 persone erano tossicodipendenti, e molti tra loro erano Neri.
L'emergere di nazioni africane indipendenti
Gli africani dell'Africa che avevano combattuto per salvare l'indipendenza europea, tornarono al continente africano e cominciarono a lottare per l'indipendenza delle loro nazioni colonizzate. Piuttosto che combattere e perdere le guerre coloniali africane, la maggior parte delle nazioni europee optò per garantire un'indipendenza "per fasi" alle loro colonie africane. Gli Usa a quel punto si trovavano di fronte alla prospettiva di migliaia di persone del personale diplomatico africano, i loro staff, le loro famiglie che entravano negli Usa per l'Onu, girovaganti in un campo minato di incidenti razziali, particolarmente per le visite di stato nella capitale federale rigidamente segregata. Ciò poteva solo spingere ciascuna nazione africana emergente nelle file del socialismo. Per contrastare questa possibilità, gli Usa decisero di de-segregare. Come risultato, il 17 maggio 1954, la Corte Suprema Usa dichiarò illegale la segregazione nelle scuole.
Su questa traccia, il caso Brown v. Board of Education, che annunciava l'inizio della fine della segregazione ufficiale negli Stati Uniti; la Corte Suprema era stata pienamente sensibilizzata circa le relazioni tra le politiche interne dell'America e i suoi interessi in politica estera, da una lettera del governo federale. Una lettera amicus curiae (cioè amica della corte) che diceva:
"Il problema della discriminazione razziale deve essere visto nel contesto dell'attuale lotta mondiale tra libertà e tirannia... la discriminazione contro i gruppi delle minoranze negli Stati Uniti ha un cattivo effetto sulle nostre relazioni con altri paesi. La discriminazione razziale fornisce materia per la macchina della propaganda comunista, e solleva dubbi persino tra le nazioni amiche circa l'intensità della loro devozione alla fede democratica."
Malcolm X diede un'interpretazione simile del ragionamento che stava dietro alla decisione Usa di de-segregare. Durante il suo discorso del 16 febbraio 1965 nella chiesa metodista di Corn Hill, Rochester, New York, disse:
Dal 1954 al 1964, questo è il periodo che può essere definito senza difficoltà come l'epoca dello stato africano emergente. E poiché lo stato africano emergeva... quale effetto ha avuto sul Nero americano? Quando si dice il Nero del continente [africano] che prende posizione, lo si fa diventare anche pieno di desiderio di prendere una posizione... Poiché gli Usa dovevano cambiare il loro approccio con i popoli del continente africano, hanno cominciato a cambiare anche il loro approccio con il nostro popolo in questo continente. Poiché hanno usato i gesti simbolici [le concessioni, ndt] sul continente africano, cominciano a fare lo stesso con noi qui negli States... gesti simbolici... Ogni gesto che loro hanno fatto è un gesto simbolico. Hanno fatto ratificare la de-segregazione dalla Corte Suprema ma non l'hanno messa ancora in pratica. Non a Rochester, non di più che in Mississippi. [applauso]".
Origine del movimento per i diritti civili
Il 1 dicembre 1955 la signora Rose Parks sfidò le leggi di segregazione dei bus a Montgomery in Alabama, rifiutando di cedere il suo posto a un bianco. Il suo susseguente arresto e il successivo boicottaggio di massa dei bus da parte della comunità new afrikan di Montgomery, diede l'avvio al movimento per i diritti civili. Martin Luther King Jr., un giovane ministro di culto battista, fu scelto per coordinare e dirigere questo boicottaggio, innanzi tutto perché era appena arrivato in città, intelligente, rispettato e non aveva accumulato i rancori del nemico come quelli della vecchia guardia. L'essere selezionato per la direzione lo catapultò sul palcoscenico della storia. Il boicottaggio, lungo 381 giorni, rovesciò il codice di segregazione sui bus di Montgomery.
Un anno dopo, nel 1957, il Ghana fu il primo di una serie di nazioni sub-sahariane a cui fu data l'indipendenza.
Così come la discriminazione al nord, lo straripare dei ghetti e l'influsso delle droghe stavano provocando una crescita del numero dei new afrikan dietro le mura; la segregazione al sud, l'emergere di nazioni africane indipendenti e il conseguente movimento per i diritti civili diedero a ognuno di essi una comune prospettiva politica generale: eguaglianza e antidiscriminazione.
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DAI DIRITTI CIVILI ALL'EPOCA DEL BLACK POWER |
Lotte religiose in carcere
Nel frattempo, dietro le mura, piccoli segmenti di new afrikan cominciavano a rifiutare la cristianità occidentale: si volsero all'islam come predicato da Elijah Muhammad della Nazione dell'Islam (Noi) e da Noble Drew Ali del Tempio della Scienza Musulmana di America (Mst). Il Noi predicava che l'islam era la vera religione del popolo Nero e che i Neri in America sono una nazione con il bisogno di terra e indipendenza. Il Mst sosteneva che la gente Nera e asiatica in America doveva proclamare la propria nazionalità come discendenti degli antichi mori del Nord Africa. Queste nuove religioni produssero successi significativi nell'aiutare i prigionieri new afrikan a riabilitarsi, con l'affermazione di un rinnovato senso di orgoglio, dignità, devozione e industriosità.
Queste religioni sembravano strane e minacciose per gli ufficiali del carcere: si mossero immediatamente per sopprimerle, e molti dei primi musulmani furono violentemente perseguitati, picchiati e anche uccisi per aver voluto praticare il loro credo. I musulmani lottarono fieramente.
Lotte per i diritti civili in carcere
Come la società americana, anche le carceri erano rigidamente segregate. I new afrikan erano relegati a svolgere i lavori più sporchi e duri - lavoro dei campi, lavanderia, lavapiatti, spazzatura - e veniva loro impedito di svolgere lavori come impiegati, assistenti del caposquadra, elettricisti o ogni tipo di lavoro usualmente riservato ai prigionieri bianchi. Simile tipo di discriminazione veniva applicato a tutte le altre aree della vita carceraria. Ai new afrikan veniva proibito di vivere in determinati blocchi di celle, di mangiare in certe parti della sala mensa, e dovevano sedere dietro nelle sale tv o in altre strutture ricreative.
Influenzati dall'aspetto di antidiscriminazione del movimento dei diritti civili, un crescente numero di new afrikan dietro le mura cominciò a intensificare la lotta contro le discriminazioni in carcere.
Audaci new afrikan cominciarono a violare i vecchi codici di segregazione, sedendo davanti al cinema, a mensa, nelle sale tv - e parecchi morirono colpiti alle spalle. Altri diedero il loro meglio e meglio ancora. In più, i new afrikan cominciarono a contestare le discriminazioni sul lavoro, le politiche di alloggio e le altre infami condizioni. Molti furono presi di mira e attaccati, mandati nella buca [luogo di punizione, ndt] per anni, o peggio. Quelli individuati come dirigenti erano oggetto delle peggiori attenzioni. La gran parte della violenza veniva dalle guardie e dai prigionieri bianchi che proteggevano le loro posizioni privilegiate; violenza però venne anche dai new afrikan e dai musulmani che proteggevano le loro vite, prendendo posizione e lottavando.
Da questa silente, non sbandierata battaglia contro le discriminazioni razziali e religiose in carcere emerse la lotta di liberazione new afrikan dietro le mura durante l'epoca dei diritti civili negli anni 50.
Infine le corti, influenzate dall'aspetto "uguaglianza/antidiscriminazione" del movimento dei diritti civili, decretarono che le carceri dovevano riconoscere la religione musulmana su una base di "eguaglianza" con le altre religioni accettate, e che i codici carcerari di discriminazione razziale dovevano essere considerati fuorilegge.
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IL BLACK POWER ATTRAVERSO L'EPOCA DELLA BLACK LIBERATION |
Come la lotta per i diritti civili si inoltrava negli anni 60, i college di studenti new afrikan si incamminavano nella lotta con innovativi sit-in nelle mense, marce della libertà e progetti di registrazione degli elettori. Lo Student NonViolent Coordinating Committee (Sncc) fu fondato in questo periodo per coordinare e istruire gli studenti volontari in metodi nonviolenti di organizzazione dei progetti di registrazione degli elettori e altri lavori dei diritti civili. Questi energici giovani studenti, e la gioventù in generale, fungevano da soldati di base del movimento. Essi pensarono ai servizi indispensabili, al sostegno e protezione dei leaders delle comunità locali come Fannie Lou Hamer del Mississippi, Ella Baker ed altre eroine ed eroi del movimento dei diritti civili. Sebbene essi ottenessero un parziale successo, le atrocità razziste bianche si accrescevano quotidianamente sui lavoratori senza la difesa dei diritti civili.
I giovani new afrikan in generale cominciarono a coltivare un crescente disincanto rispetto alla filosofia nonviolenta di Martin Luther King. Molti cominciarono a guardare sempre più a Malcolm X, il fiero giovane ministro del Tempio n. 7, della Noi, in Harlem, New York. Egli chiamava "all'autodifesa, libertà con ogni mezzo necessario, e terra e indipendenza". Come Malcolm Little, era stato introdotto alla dottrina della Noi mentre era in carcere nel Massachussets. Dopo la scarcerazione, andò a Detroit per incontrare Elijah Muhammad, si convertì all'islam, gli fu dato il cognome "X" per rimpiazzare il suo nome originario cancellato dai padroni di schiavi. La "X" simbolizzava il suo cognome originario perduto nella storia quando i suoi antenati furono rapiti in Africa, spogliati del loro nome, linguaggio e identità, e portati come schiavi in America. Poiché Malcolm divenne uno dei più devoti discepoli di Elijah Muhammad, andò al ministero nazionale, diventando portavoce della Noi. Il suo intelletto acuto, la sua integrità incorruttibile, il suo coraggio instancabile, la sua chiara e risonante oratoria, la sua sagace capacità nei dibattiti, e le sue superbe capacità organizzative portarono presto la Noi a una posizione di preminenza in tutti i ghetti Neri negli Usa.
Nel 1963 definì apertamente la Marcia su Washington una farsa. Spiegò che il desiderio di una marcia di massa sulla capitale della nazione proveniva originariamente dalla base Nera: la media degli uomini e donne Neri nelle strade. Era il loro modo di dimostrare una massa di Neri che reclama lavoro e libertà. Quando venne il momento della marcia, il presidente Kennedy convocò un incontro dei leaders delle sei maggiori organizzazioni dei diritti civili, soprannominate "the big six" (Naacp, National Association for the Advancement of Colored People; Sclc, Southern Christian Leadership Conference; Core, Congress of Racial Equality; Nul, National Urban League; Student NonViolent Coordinating Committee; Naacp, Legal Defence and Education Found), e chiese loro di fermare la marcia proposta. Essi risposero dicendo che non potevano fermarla perché non erano loro a dirigerla o a farla partire, e che essa era scaturita dalle masse della gente Nera.
Anche se loro non guidavano la marcia, il presidente decise di farne i leaders distribuendo forti somme di danaro a ciascuno dei big six, pubblicizzando il loro ruolo dirigente nei mass media, e dando loro un copione da seguire circa l'allestimento dell'evento. Il copione pianificava la marcia in ogni più piccolo dettaglio. Malcolm spiegò che il governo ufficiale disse ai big six a quella ora cominciare la marcia, dove marciare, chi poteva parlare alla marcia e chi no, in generale che cosa poteva essere detto e cosa no, quali emblemi portare, dove andare al bagno (forniti dal governo), e a quale ora concludere l'evento e partire dalla città. Il copione fu seguito da una "T", e la maggior parte delle 200.000 persone partecipanti non ne fu mai al corrente. Da allora i membri del Sncc criticarono la marcia come troppo moderata e denunciarono la violenza che impazzava al sud.
In ultima analisi, la storia ha provato che la denuncia della "farsa" di Malcolm X era corretta, con libri pubblicati dai partecipanti alla pianificazione della marcia e con la pubblicazione di documenti governativi in merito.
Origine dei "The five percenters"
Clarence 13X (Smith) fu espulso dal Tempio n. 7 in Harlem nel 1963, perché non voleva conformarsi alle pratiche della Noi. Si era spesso unito alle numerose bande di strada che in quel tempo abbondavano a New York, e sentiva che la Noi non faceva abbastanza sforzi per reclutare questa gioventù. Dopo l'espulsione lavorò attivamente tra queste bande di strada e altri giovani duri, e nel 1964 fondò il suo 'movimento' chiamato "the five percenters". Il nome proviene dalla loro convinzione che l'85% della gente Nera è come bestie, continua a mangiare animali velenosi (il maiale), è cieca alla fede di Dio e continua a dare la sua fedeltà a chi non mette certo al primo posto il loro interesse; che il 10% della gente Nera sono sanguisughe - politici, preti e altri individui parassiti che si arricchiscono sul lavoro e l'ignoranza dell'85% docile e sfruttato; e il restante 5% sono i poveri giusti maestri di libertà, giustizia ed eguaglianza che conoscono la fede del Dio 'Nero' e non si fanno ingannare dalle pratiche del 10% di sanguisughe. Il movimento dei "the five percenters" si allargò dappertutto nel sistema carcerario dello stato di New York e nei ghetti neri dell'area metropolitana di New York.
Origini del New World of Islam
Nel dicembre 1965, il sindaco di Newark, Hugh Addonizio, vide una macchina in fuga che proveniva da una rapina in banca, e ordinò al suo autista di seguirla a sirene spiegate. I rapinatori fuggitivi si schiantarono su un palo telefonico, uscirono dalla loro macchina e spararono contro il parabrezza del sindaco.
Le macchine della polizia accorse sulla scena catturarono Nuhammad Ali Hassan, conosciuto come Alberto Dickens, e James Washington. Entrambi frequentavano regolarmente il Tempio n. 25 della Noi di Newark, capeggiato dal ministro James 3X Shabazz. Ali Hassan e Washington erano membri della New World Nation of Islam (Nwi). Ali Hassan, il suo leader e comandante in capo supremo, dichiara che la nascita del Nwi è datata al 26 febbraio 1960, quando cioè Elijah Muhammad autorizzò la Nwi sotto la direzione del supremo ministro in campo Fard Savior e dichiarò che il ministro in campo ha autorità su tutti i musulmani della Noi.
Ali Hassan e Washington furono imputati di rapina e mandati al Trenton State Prison.
Il credo del Nwi nella suprema autorità di Fard Savior fu rifiutato dal ministro Shabazz della Noi, e in seguito una non facile pace prevalse tra i seguaci di Shabazz, che manteneva il controllo del Tempio n. 25 della Noi di Newark, e i seguaci del Nwi che cercavano di ottenerlo al posto suo.
Nel frattempo, Ali Hassan pubblicò un libro intitolato "Uncle Yah Yah" e fece uscire il Nwi fuori dalla sua cella. Insieme al più radicato e influente Noi, l'influenza del Nwi si allargò a tutto il sistema carcerario e in tutti i ghetti metropolitani del New Jersey. Il Nwi cominciò organizzando mense cooperative, barbieri, case per insegnare l'islam, e sale stampa; e procacciò terre nel South Carolina, tutto in vista di creare una nazione Nera indipendente.
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L'EPOCA DEL BLACK LIBERATION |
Le Black Panthers si introdussero nel Black Liberation Movement.
A metà degli anni 60, il 21 febbraio 1965, Malcolm fu assassinato, ma la sua stella continuò a crescere e i suoi semi caddero in un suolo fertile. L'anno successivo, nell'ottobre 1966, a Oakland, California, Huey Newton e un pugno di giovani armati fondarono il Black Panther Party di autodifesa sui principi che Malcolm aveva predicato - e il Black Liberation Movement (Blm) era nato.
In seguito il nome fu accorciato in Black Panther Party (Bpp) e furono elaborati i dieci punti di programma, che così dichiaravano:
1. Noi vogliamo libertà. Vogliamo potere per determinare il destino della nostra comunità Nera.
2. Vogliamo piena occupazione per il nostro popolo.
3. Vogliamo una fine della rapina capitalista sulla nostra comunità Nera.
4. Vogliamo case decenti, buone per accogliere essere umani.
5. Vogliamo istruzione per il nostro popolo che denuncia la vera natura di questa decadente società americana. Vogliamo l'istruzione che ci insegni la nostra vera storia e il ruolo nella società attuale.
6. Vogliamo che tutti i Neri siano esonerati dal servizio militare.
7. Vogliamo un blocco immediato alla brutalità poliziesca e agli assassini della gente Nera.
8. Vogliamo la libertà per tutti i Neri detenuti in carceri e prigioni federali, statali, di contea e cittadini.
9. Vogliamo che ogni persona Nera portata in giudizio, venga giudicata da una giuria formata anche da gente della comunità Nera, come definito dalla Costituzione degli Stati Uniti.
10. Vogliamo terra, pane, case, istruzione, da vestire, giustizia e pace. Come nostro principale obiettivo politico, un plebiscito con la supervisione delle Nazioni Unite da tenere in tutta la comunità nera a cui possono partecipare soltanto soggetti coloniali Neri, con lo scopo di determinare la volontà della gente nera rispetto al suo destino nazionale.
Le Pantere stabilirono numerosi programmi per il ghetto di Oakland - colazione gratuita per i bambini, cure mediche gratuite, asilo gratis e classi di educazione politica gratuite. Il programma che concentrava l'attenzione del ghetto era la loro campagna per "fermare gli assassini polizieschi e le brutalità sui Neri". Huey, uno studente di giurisprudenza, scoprì che era legale per i cittadini portare apertamente armi in California. Con questa assicurazione il Bpp cominciò a organizzare macchine armate che sorvegliavano i poliziotti che pattugliavano la colonia Nera di Oakland. Quando una pattuglia si fermava per fare un arresto, la macchina della Pantera si fermava. Si sparpagliavano sul posto, le armi pronte e osservavano, registravano e raccomandavano un avvocato alla vittima dell'arresto. Non ci volle molto perché la polizia cominciasse le ritorsioni. Una volta si scontrarono con Huey vicino a casa sua. Le armi spararono, lasciando Huey gravemente ferito, un poliziotto morto e un altro ferito. Le Pantere della comunità di Oakland Bay risposero con una campagna massiccia per salvare Huey dalla camera a gas. Il Senato della California cominciò la procedura per revocare la legge che permetteva ai cittadini di portare armi nella città.
Le Pantere presenziarono armati l'udienza al Campidoglio di Sacramento per protestare contro l'iniziativa del Senato, un'azione che ottenne una risonanza nazionale. Questa risonanza, insieme alla filosofia del nazionalismo rivoluzionario delle Pantere, all'autodifesa, alla campagna "free Huey", catapultarono il Bpp sulla scena nazionale.
Ma non senza costi. Nell'agosto 1967, J. Edgard Hoover fece uscire il suo infame memorandum Counter Intelligence Program (Cointelpro) che indirizzava il Fbi (e le polizie locali) a distruggere specifiche organizzazioni Nere e a neutralizzare i loro leaders in modo da prevenire "il nascere di un messia Nero".
Crescita degli attacchi sui rivoluzionari
Le Pantere si spostarono a Est, aprendo uffici in ciascun principale ghetto del nord. Come arrivarono, vararono i programmi rivoluzionari in ogni comunità; venivano gestiti per dare alla comunità controllo sulle scuole, controllo degli inquilini sull'affitto delle case, colazione gratis per i bambini a scuola, cure mediche gratis e cliniche legali, e classi di educazione politica gratuite per la comunità. Iniziarono anche una campagna per buttar fuori gli spacciatori dalla comunità, e campagne per bloccare gli assassini e le brutalità della polizia contro i Neri. Nell'organizzazione di questi diversi programmi per la comunità si scontrarono frequentemente con la polizia, furono attaccati o arrestati, e qualcuno fu anche ucciso in questi scontri.
Altri organizzatori rivoluzionari ebbero scontri simili. Herman Ferguson e Nax Stamford del Revolutionary Action Movement furono arrestati nel 1967 con la falsa accusa di aver cospirato per uccidere leaders dei diritti civili. Nello stesso anno, Amiri Baraka (il poeta e drammaturgo LeRoi Jones) fu arrestato per trasporto di armi in un furgone durante le rivolte di Newark; fece un breve periodo nel carcere statale di Trenton finché in appello non riuscì a capovolgere le accuse. Rap Brown del Sncc, Stokely Carmicheal e altri oratori furono costantemente minacciati o accusati di "incitazione alla rivolta" poiché loro giravano in lungo e in largo il paese parlando nelle assemblee di massa [o comizi]. Il Congresso approvò la cosiddetta legge "Rap Brown" per scoraggiare gli oratori dall'attraversare le frontiere di stato per partecipare a comizi che potevano causare tumulti e disordini, lasciandoli così vulnerabili ai capi d'accusa federali e passibili d'arresto. E numerosi organizzatori e oratori rivoluzionari furono imprigionati.
Il flusso iniziale di rivoluzionari in carcere cominciò ad allargare la conoscenza nazionalista rivoluzionaria tra i nuovi africani dietro le mura. I prigionieri new afrikan furono influenzati sia dall'atmosfera rivoluzionaria interna, sia dalle lotte di liberazione in Africa, Asia e Latino America. Piccoli gruppi cominciarono a studiare, da soli o collettivamente, i lavori di Malcolm X, Huey P. Newton, The black Panther Newspaper, The Militant newspaper, dirigenti contemporanei delle lotte di liberazione nazionale come Kwane Nkrumah, Jomo Keniatta, Frantz Fanon, Che Guevara, Fidel Castro, Ho Chi Minh e Mao Tze-tung, più Marx, Lenin e anche Bakunin. Un numero crescente di prigionieri new afrikan e del terzo mondo divenne più cosciente della politica di liberazione nazionale.
Le percentuali di prigionieri new afrikan e del terzo mondo crescevano, mentre quelle dei prigionieri bianchi calavano in tutte le carceri Usa. Sotto questo assalto di crescente coscienza della liberazione nazionale, con l'incremento delle percentuali di prigionieri new afrikan e del terzo mondo e il calo dei prigionieri bianchi, l'ultimo dei carceri con politiche apertamente di segregazione fu abbattuto lungo la strada.
Il New Afrikan Indipendence Movement
I semi di Malcolm misero ulteriormente radici il 29 marzo 1968. In quella data fu fondato il governo provvisorio della Republic of New Africa (Rra), in un congresso tenuto al Twenty Grand Motel in Detroit (di proprietà Nera). Più di 500 attivisti di base si misero insieme per fare uscire una Dichiarazione di Indipendenza a nome della nazione nera oppressa nel Nord America: il New Afrikan Indipendence Movement (Naim) era nato. Da allora, i Neri che vogliono una nazione Nera si sono definiti, se stessi e gli altri Neri negli Usa, come new afrikan.
Nello stesso mese, marzo 1968, durante la marcia di Martin Luther King a Menphis, giovani incazzati ai margini della marcia si staccarono e cominciarono a spaccare finestre di negozi, a saccheggiare e a lanciare molotov. Un ragazzo di sedici anni fu ucciso e 50 persone ferite negli scontri successivi. Tutto ciò lasciò Martin profondamente scosso, si interrogava se la sua filosofia era ancora in grado di mantenere la gioventù in un impegno non violento. Il 4 aprile tornò a Menphis, cercando la risposta attraverso un'altra marcia, e trovò la pallottola di un assassino. I ghetti esplosero in fiamme l'uno dopo l'altro in tutta la superficie dell'America. La filosofia della Black Liberation nasceva all'avanguardia tra i giovani.
E non solo tra i giovani. In seguito a una serie di provocazioni poliziesche a Cleveland, il 23 luglio 1968, attivisti del New Libya Movement fecero un'imboscata in cui morirono parecchi poliziotti. Un quarantenne, Ahmed Evans, fu accusato degli omicidi e morì in carcere, dieci anni dopo, di "cancro".
Molte droghe della Cia si diffondevano nei ghetti, dal triangolo d'oro del Sud-est asiatico.
I rivoluzionari intensificarono le loro attività organizzative da entrambi i lati delle mura.
Dietro le mura la percentuale dei new afrikan cresceva continuamente.
Gli attacchi del Cointelpro
Nel 1969 il Cointelpro lanciò il suo principale attacco sul Black Liberation Movement. Cominciò con l'arresto di massa di Lumumba Shakur e i 21 delle New York Panther. Seguirono una serie di raid militari sul Black Panther Party, contro gli uffici di Philadelphia, Baltimore, New Haven, Hersey City, Detroit, Chicago, Denver, Omaha, Sacramento e San Diego; insuperabile l'assedio di 4 ore che riversò migliaia di pallottole sull'ufficio del Bpp di Los Angeles. Fortunatamente, Geronimo Ji-Jaga, un veterano decorato del Vietnam, aveva prima fortificato l'ufficio per poter fronteggiare un assalto, e nessuna pantera fu ferita seriamente. Comunque, le ripercussioni dello scontro lo portarono infine alla clandestinità.
Gli attacchi diffusi causarono la morte di pantere in tutto il paese - Fred Hampton, Mark Clark, Bunchy Carter, John Higgins, John Savage, Walter Toure Pope, Bobby Hutton, Sylvester Bell, Frank "Capt. Franco" Diggs, Fred Bennet, James Carr, Larry Robeson, Spurgeon "Jake" Winters, Alex Rackley, Arthur Morris, Steve Bartholemew, Robert Lawrence, Tommy Lewis, Nathaniel Clark, Welton Armstead, Sideny Miller, Sterling Jones, Babatunde Omawali, Samuel Napier, Harold Russle, Robert Webb, e tanti altri. Nei tre anni successivi all'infame memorandum Cointelpro di J. Edgar Hoover datato 2 agosto 1967, 31 membri del Bpp furono uccisi, quasi un migliaio arrestati, e i dirigenti chiave furono mandati in galera. Altri andarono in clandestinità. Altri ancora, come il comandante in campo Donald "DC" Cox, andarono in esilio oltremare.
Ugualmente nel 1969, Clarence 13X, fondatore dei "The five percenters", fu misteriosamente ucciso nell'ascensore di un edificio in costruzione ad Harlem. Il suo killer non fu mai scoperto e i suoi compagni sospettarono la complicità del governo nella sua morte.
Il Rna fu attaccato in modo simile in quello stesso anno. Durante il loro secondo congresso annuale, nel marzo 1969, tenuto a Detroit nella chiesa New Bethel del reverendo C. I. Franklin, una provocazione della polizia portò ad un assedio in cui furono sparate almeno 800 pallottole intorno alla chiesa. Parecchi partecipanti al congresso furono feriti; un poliziotto ucciso, un altro ferito e l'intero congresso, 140 persone, fu arrestato in massa. Quando il reverendo Franklin (padre della "regina del soul", la cantante Aretha Franklin) e James Del Rio della Rappresentanza Nera di Stato, furono informati dell'incidente, chiamarono il giudice Nero George Crockett, che andò alla stazione di polizia dove trovò un totale caos legale. Quasi 150 persone venivano detenute senza nessuna comunicazione ufficiale. Venivano interrogate, identificate e sottoposte al guanto di paraffina per vedere se avevano sparato, nel più totale spregio delle fondamentali procedure costituzionali. Ore dopo la retata c'era una lista di persone che era detenuta senza che nessuna fosse formalmente arrestata. Un indignato giudice Crockett convocò una corte nella stazione di polizia e chiese che la polizia formalizzasse le accuse o rilasciasse i loro prigionieri. Aveva maneggiato circa cinquanta casi quando, chiamato dalla polizia, intervenne il procuratore della contea. Il procuratore promise che l'uso di tutti i metodi irregolari sarebbe finito. Crockett aggiornò quella impropria corte e a mezzogiorno del giorno seguente la polizia aveva rilasciato tutti, tranne alcuni che avevano delle accuse specifiche. Chaka Fuller, Rafael Vierra e Alfred 2X Hibbits furono accusati di omicidio. Tutti e tre furono successivamente processati e assolti. Chaka Fuller fu misteriosamente assassinato pochi mesi dopo.
In tutto il paese i rivoluzionari furono attaccati e/o arrestati. TyariUhuru, Maka, Askufo e gli Smyrna Brothers in Delaware, Jojo Muhammad Bowens e Fred Burton a Philadelphia, e le pantere Mondo Langa, Ed Pointdexter e Veronza Daoud Bowers Jr. ad Omaha. La polizia organizzò un assalto all'ufficio delle Pantere nel Desiree Project di New Orleans, che finì con parecchi arresti. Un attacco simile fu fatto nell'ufficio del Peoples Party di Houston. Uno dei loro leader, Carl Hampton, fu ucciso dalla polizia, e un altro, Lee Otis Johnson, fu arrestato in seguito a un'accusa imprecisata e condannato a 41 anni di carcere per il possesso di una sigaretta di marijuana.
La crescita delle lotte carcerarie
Come le Panthers, la maggior parte degli arrestati portò con sé in carcere la propria filosofia. Allo stesso modo, gran parte di essi aveva sostenuto la comunità, a un livello o ad un altro, cosicché questa influenza di prigionieri politici legava la lotta dietro le mura con le lotte all'esterno, nelle comunità locali.
La combinazione fece crescere un alveare di attività politiche dietro le mura, e i prigionieri proseguirono la loro lotta per gli studi politici, afrikan, islamici e accademici, per l'accesso alla letteratura politica, per la fine delle punizioni arbitrarie, la possibilità di avere degli avvocati, adeguate librerie legali, adeguata istruzione professionale, colloqui senza vetri, miglior cibo, cure mediche, celle decenti e una miriade di altre lotte.
Le lotte carcerarie si esplicavano con forme di negoziato, come le petizioni di massa, lettere di denuncia, e indizione di campagne, dimostrazioni all'esterno, cause legali, scioperi della fame, del lavoro, ribellioni e azioni più drastiche.
Soprattutto, tutte le forme di lotta servivano a schiacciare le draconiane politiche carcerarie andate avanti per secoli, e per rafforzare lo sviluppo della lotta di liberazione new afrikan dietro le mura.
Queste lotte non avrebbero avuto così successo, o avrebbero avuto molti più costi in termini di vite perdute o ulteriori brutalità, se non fosse stato per il legame con la comunità e per il sostegno che i prigionieri portavano con sé in carcere, sebbene questo sostegno non fosse sempre sufficiente per quantità o qualità, o fosse talvolta inesistente o nascosto o segnato da frequenti conflitti. Nell'insieme, fu questa combinazione di prigionieri risoluti, il sostegno della comunità e il sostegno legale, che fu spesso motivo di successo per le lotte carcerarie.
Cambiamento di composizione nelle carceri
Negli anni 60 la percentuale di new afrikan e di altre nazionalità del terzo mondo si avvicinò al 50% della popolazione carceraria. La coscienza della liberazione nazionale divenne l'influenza dominante dietro le mura poiché l'intera composizione stava cambiando completamente da Bianca a Nera, Marrone e Rossa. Lungo il decennio, il generale decremento dei prigionieri, particolarmente bianchi, portò un abbassamento tra le 16.000 e le 28.
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DENTRO GLI ANNI 70 |
Una guardia della California, conosciuta come esperto tiratore, aprì il decennio degli anni 70 con la sparatoria del 13 gennaio, colpendo W. L. Nolan, Cleveland Edwards e Alvin "Jug" Miller nel cortile del carcere di Soledad. Furono lasciati ad agonizzare là dove si trovavano finché non fu troppo tardi per salvarli con le cure mediche. Nolan, in particolare, si era impegnato per organizzare la protesta contro le guardie che avevano ucciso altri due prigionieri Neri - Clarence Causey e William Powell - sempre a Soledad, e di conseguenza era una spina nel fianco degli ufficiali carcerari, ed un eroe per i detenuti. Quando la guardia fu assolta dei tre omicidi, due settimane più tardi, da una commissione di inchiesta, i prigionieri fecero rappresaglia buttando giù dal piano una guardia.
George Jackson, Fleeta Drumgo e John Cluchette furono accusati della morte della guardia e diventarono noti come i fratelli di Soledad. I prigionieri neri della California si rafforzarono nella catena di eventi attorno al caso dei fratelli di Soledad, e formarono il Black Guerrilla Family (Bgf).
Le Panthers fecero una campagna massiccia per salvare dalla camera a gas i fratelli di Soledad. L'aggregazione a livello nazionale dei prigionieri e il sostegno dei gruppi attorno al caso trasformarono le sparpagliate e disparate lotte carcerarie in un movimento nazionale delle carceri.
Nella notte del 10 marzo 1970, esplose una bomba uccidendo Ralph Featherstone e Che Payne, nella loro macchina, fuori dal palazzo di giustizia del Maryland, dove Rap Brown doveva essere processato il giorno successivo per l'accusa di "incitazione alla rivolta". Invece di presenziare, Rap andò clandestino, fu catturato un anno dopo durante la rapina ad Harlem del cosiddetto "bar della droga", e fu mandato dietro le mura. Scontò la sua pena e fu rilasciato.
Il 7 agosto 1970, Jonathan Jackson, il giovane fratello di George, tentò di liberare Rutchell Cinque Magee, William Christmas e James McClain dal palazzo di giustizia di Marin County in California. Jonathan, McClain, Christmas e il giudice del processo furono uccisi dalle squadre degli Swat, che ferirono anche il procuratore lasciandolo paralizzato per la vita. Miracolosamente, Rutchell e altri tre giurati feriti sopravvissero alla sparatoria.
Jonathan aveva spesso fatto da guardia del corpo a Angela Davis. Lei aveva procurato le armi per quello scopo, ma Jonathan usò quelle stesse armi nel tentativo di evasione. Immediatamente dopo, lei diventò l'oggetto di una "caccia alla donna" internazionale. Il 13 ottobre, Angela fu catturata a New York City e fu successivamente portata in California dove fece un processo astiosissimo, con Magee. Fu assolta da tutte le accuse. Magee fu processato separatamente e condannato sulla base di accuse meno gravi. A tutt'oggi è ancora in carcere [tuttora in condizioni pesantissime di isolamento nel famigerato carcere di Pelican Bay, California, ndt].
Il 21 agosto 1971 una guardia sparò e uccise George Jackson poiché era scappato dall'unità di controllo e correva verso il muro di San Quentin. Dentro l'unità c'erano tre guardie e due amministratori morti. Le circostanze che accompagnarono la leggendaria vita e morte di George Jackson, e l'acutezza dei suoi scritti pubblicati, lasciano un'eredità che ispira e insegna alla lotta di liberazione new afrikan su entrambi i lati del muro, anche oggi, e lo farà per gli anni a venire.
Il 13 settembre 1971 divenne il più sanguinoso giorno nella storia carceraria degli Stati Uniti, quando il governatore dello stato di New York, Nelson Rockfeller, ordinò la riconquista del carcere di Attica. Gli anni precedenti avevano visto scoppiare un numero di rivolte carcerarie in tutto il paese, poiché i prigionieri protestavano contro la diffusione dei maltrattamenti e le condizioni inumane. La maggior parte di essere erano state concluse con poche o nessuna perdita di vite umane, dopo negoziati tra prigionieri, Stato e guardie carcerarie. Ad Attica prigionieri Neri, Marrone, Bianchi, Rossi e Gialli presero un blocco del carcere e insieme lo tennero per cinque giorni cercando di negoziare per finirla con le loro condizioni inumane. La loro (ora) famosa frase dichiarava: "Siamo uomini, non bestie, e non vogliamo essere trattati come tali".
Ma Rockfeller aveva ambizioni presidenziali. Le richieste dei prigionieri in rivolta includevano anche una richiesta politica di asilo in un paese non imperialista. Il rifiuto di negoziare di Rockfeller faceva presagire un macabro replay del massacro ordinato da suo padre John D. contro i minatori in sciopero e le loro famiglie nel Colorado decenni prima.
In tutto, ad Attica morirono 43 persone. Le pallottole delle truppe dello stato di New York uccisero 39 persone - 29 prigionieri e 10 guardie - nel riprendere Attica, e sconvolsero il mondo con la nuda barbarie del sistema carcerario Usa.
Ancora oggi la rivolta di Attica rimane una pietra miliare nello sviluppo della lotta di liberazione dietro le mura dei new afrikan, e un simbolo del più alto sviluppo della solidarietà multinazionale tra prigionieri.
New World si scontra con la Nation of Islam
Nel 1973 la lotta serpeggiante per il controllo del Tempio Noi n. 25 di Newark esplose apertamente.
Warren Marcello, un membro della New World, assassinò il ministro Shabazz del Tempio Noi n. 25. Come rappresaglia, parecchi membri della Nwi furono attaccati e uccisi nelle carceri del sistema penitenziario del New Jersey, e prima che l'anno finisse, i corpi di Marcello e di un suo compagno, furono trovati decapitati nel Weequahic Park. Ali Hassan, ancora in carcere, fu processato come uno degli ispiratori della morte di Shabazz e fu assolto.
Il Black Liberation Army
La distruzione del Bpp da parte del Cointelpro, forzò molti militanti alla clandestinità e diedero nascita al Bla, un'organizzazione guerrigliera new afrikan. Il Bla continuò la lotta conducendo la guerriglia urbana attraverso gli Usa tramite squadre d'attacco altamente mobili. La ricerca intensificata del governo rispetto al Bla durante i primi anni 70 portò alla cattura di Geronimo ji-Jaga a Dallas, Dhoruba Bin Wahad e Jamal Josephs a New York, Sha Sha Brown e Blood McCreary a St. Louis, Nuh Washington e Jalil Muntaqim a Los Angeles, Herman Bell a New Orleans, Francisco e Gabriel Torres a New York, Assata Shakur e Sundiata Acoli nel New Jersey, Ashanti Alston, Tarik e Walid a New Haven, Safya Bukhari e Masai Gibson in Virginia, e altri ancora. A essere lasciati morti per terra durante le operazioni di ricerca e distruzione ordinate dal governo furono Sandra Pratt (moglie di Geronimo ji-Jaga, assassinata mentre era visibilmente incinta), Mark Essex, Woodie Changa Green, Twyman Kakuyan, Olugbala Meyers, Frank "Heavy" Fields, Anthony Kimu White, Zayd Shakur, Melvin Rema Kerney, Alfred Kambui Butler, Ron Carter, Rory Hithe e John Thomas, tra gli altri. Red Adams, lasciato paralizzato dal collo in giù dalle pallottole della polizia, sarebbe morto per i postumi pochi anni dopo.
Altri combattenti della libertà new afrikan attaccati, perseguitati e catturati durante la stessa epoca, furono: Imari Omadel e Rna-11 a Jackson, Mississippi; Don Taylor e De Mau Mau di Chicago, Hasnif Shabazz, Abdul Aziz e i Vi-5 nelle Vifgin Islands, Mark Cook della Gerge Jackson Brigade a Seattle, Ahmed Obafemi del Rna in Florida, Atiba Shanna a Chicago, Mafundi Lake in Alabama, Robert Aswad Duren in California, Segou Kambui e Imani Harris in Alabama, Kojo Bomani Sababu e Dhoruba Cinque a Trenton, John Partee e Tommie Lee Hodges di Alkebulan a Menphis, Gary Tyler in Los Angeles, Kareem Saif Allah e i The Five Percenters-Bla-Islamic Brothers a New York, Ben Chavis e i Wilmington-10 in Nord Carolina, Delbert Africa e i membri dei Move in Philadelphia, e altri, senza dubbio troppo numerosi per nominarli tutti.
Conversioni politiche in carcere
Non tutti erano politici [nel senso di coscienza politica, ndt] prima dell'incarcerazione. John Andaliwa Clark lo divenne, e divenne un combattente della libertà per eccellenza, solo dopo essere finito dietro le sbarre. Egli pagò il sacrificio supremo sotto una pioggia di pallottole delle guardie del Trenton State Prison. Hugo Dahariki Pinelli divenne politico anch'egli dopo essere finito in carcere in California nel 1964. E' in carcere da allora. Joan Little prese una piccozza da una guardia bianca del North Carolina che la aveva usata per forzarla a fare del sesso orale con lui. Lei lo uccise, fuggì a New York, fu catturata e forzata a tornare nello stesso campo del North Carolina dove lei temeva per la sua vita. Un massiccio sostegno e vigilanza pubblica le permise di completare la condanna in relativa sicurezza e di ottenere poi il rilascio. Dessie Woods e Cheryl Todd, mentre facevano l'autostop in Georgia, furono prese su da un bianco che tentò di violentarle. Woods prese la sua arma, lo uccise e fu mandata in carcere dove degli ufficiali la drogarono e la brutalizzarono. Anche Todd fu incarcerata e rilasciata dopo aver scontato la sua condanna. A Woods fu negata la libertà su parola parecchie volte e dopo fu finalmente rilasciata.
Politico o no, ogni arresto si scontrava con una pubblicità pregiudizievole e altamente sensazionalizzata che continuava indisturbata lungo tutto il processo. I lampi di pubblicità negativa erano destinati a garantire una condanna, mettendo una cortina fumogena alle reali questioni in ballo, e per giustificare una immediata collocazione nelle più dure condizioni carcerarie possibile. Per gli uomini questo significava in genere il penitenziario federale di Marion, Illinois. Per le donne ha significato l'unità di controllo nel penitenziario federale di Alderson, West Virginia, o Lexington in Kentucky. Nel 1988 le prigioniere politiche Silvia Baraldini, Alejandrina Torres e Susan Rosenberg, vinsero la causa nella D.C. District Court, perorata dagli avvocati Adjoa Aiyetoro, Jan Susler e altri. La vittoria legale ha fermato temporaneamente la pratica dell'invio di prigionieri alle unità di controllo a causa del loro status di politici.
La decisione fu capovolta un anno dopo in appello. Quei prigionieri politici non inviati a Marion, Alderson o Lexington sono mandati ad altre unità di controllo modellate dopo Mario/Lexington ma collocate in carceri statali di massima sicurezza. Normalmente, questo significa 23 ore al giorno chiusi in unità di lungo termine, collocate in luoghi remotamente lontani dalle proprie famiglie, amici, avvocati, con pesante censura e restrizioni sulla comunicazione, le visite e i contatti con l'esterno, combinate a costanti maltrattamenti, provocazioni e brutalità da parte delle guardie carcerarie.
Effetti sulle carceri della presenza dei combattenti per la libertà catturati
L'influsso di così tanti combattenti per la libertà prigionieri (cioè prigionieri di guerra - Pow) con diversi gradi di esperienza guerrigliera, diede una notevole spinta alla lotta di liberazione new afrikan dietro le mura. Innanzitutto, accelerò le lotte carcerarie già al processo, in particolare l'attacco sulle unità di controllo. Una causa fu condotta da Michael Deutsch e Jeffrey Haas del People's Law Office di Chicago, che denunciavano le celle-tugurio dell'H-Unite di Marion. Un'altra causa fu intrapresa da Assata Shakur e il Centro per i Diritti Costituzionali che denunciò la sua assegnazione fuori dallo Stato, nell'unità di controllo di Alderson, West Virginia.
In secondo luogo, stimolò una generalizzata investigazione e denuncia della lunga mano del Cointelpro nel condurre una guerra di bassa intensità contro le nazionalità new afrikan e del terzo mondo negli Usa. Questo fu condotto da Geronimo ji-Jaga con l'ufficio legale di Stuart Hanlon a ovest, e da Dhoruba Bin-Wahad insieme agli avvocati Liz Fink, Robert Boyle e Jonathan Lubell ad est. Queste investigazioni sul Cointelpro sfociarono nel ribaltamento delle accuse a Bin-Wahad e nel suo rilascio dal carcere nel marzo 1990 dopo che aveva fatto 19 anni di galera per un reato non commesso.
In terzo luogo, allargò il peso del movimento carcerario all'arena internazionale con la presentazione iniziale della questione dei prigionieri politici e di guerra (Pp e Pow) negli Usa davanti alla Commissione Onu per i Diritti Umani. Questo approccio ebbe origine da Jalil Muntaqim, e fu condotto da lui e dal suo avvocato Kathryn Burke sulla West Coast, e da Sundiata Acoli e dall'avvocato Lennox Hinds della Conferenza Nazionale degli Avvocati Neri sulla East Coast.
Questa petizione diede rilievo alle violazioni dei diritti umani nelle carceri Usa, e di conseguenza affermò il diritto di un popolo colonizzato a lottare contro la dominazione aliena e contro i regimi razzisti, così come codificato dalla Convenzione di Ginevra.
In quarto luogo, intensificò, chiarificò e stagliò un nuovo terreno sulle questioni politiche e i dibattiti di particolare interesse per la comunità new afrikan, per esempio la "questione nazionale", condotta da Atiba Shanna nel Midwest.
Tutte queste lotte, insieme a quelle già in atto, furono portate avanti in una forma o nell'altra, da una combinazione tra prigionieri risoluti e sostegno legale e della comunità.
Il sostegno della comunità veniva da varie fonti - famiglia, compagni, amici; gruppi politici, religiosi, di studenti, per i diritti dei prigionieri; lavoratori, professionisti, giornali e stazioni radio progressiste. Alcuni di quelli impegnati da anni erano o sono: il National Committee for Defense of Political Prisoners, il Black Community News Service, Il African Peoples Party, la Republic of New Afrika, il African Peoples Socialist Party, The Ease, il Blisscord Communication Network, Liberation Book Store, Wdas Radio Philadelphia, Wbls Radio New York, Third World Newsreel, Libertad (giornale politico del Movimento di Liberazione Nazionale del Puerto Rico - Hln), il Praire Fire Organizing Committee, la 19th May Communist Organization, il Madame Binh Graphisc Collective, il Midnight Expres, il North West Iowa Socialist Party, il National Black United Front, la Nation of Islam, Arm the Spirit, Black News, International class Labor Defence, il Real Dragon Project, il John Brown Anti-Klan Committee, il National Prison Project, la House of Lord Church, il american Friends Service Committee, i legali Chuck Jones e Harold Ferguson del Rutgers Legal Clinic, il Jackson Advocate Newspaper, gli studenti in legge della Rutgers, il Committee to End the Marion Lockdown, l'american-Indian Movement, e altri ancora.
La fine degli anni 70
La fine del decennio dei 70 vide la decadenza del Noi in seguito alla morte di Elijah Muhammad e alla crescita dell'islam ortodosso fra significativi segmenti di new afrikan da entrambi i lati delle mura.
Dal 1979 la popolazione carceraria arrivò a 300.000 unità, un incremento di 100.000 in un solo decennio. Il precedente incremento da 100.000 a 200.000 unità si era dato nel tempo di 31 anni, dal 1927 al 1958.
L'incremento iniziale, i primi 100.000, aveva richiesto centinaia di anni, fin dai tempi delle origini coloniali dell'America. Gli anni 60 furono il decennio di transizione della parabola bianca, in cui si vide un significativo decremento della popolazione carceraria in generale, dovuto al decremento dei prigionieri bianchi. E poiché il totale di popolazione carceraria Nera crebbe solo di poco o in modo non significativo lungo il decennio degli insorgenti 60 fino al 73, ciò indica che i new afrikan vengono arrestati di meno quando lottano più duro.
Il decennio si concluse con il colpo da maestri del Bla's Multinational Task Force, che portò a termine la liberazione, il 2 novembre 1979, di Assata Shakur, "Anima del Bla" e importante prigionieri politica di quell'epoca. La Task Force dopo la portò verso la salvezza dell'asilo politico a Cuba, dove si trova tuttora.
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IL DECENNIO DEGLI ANNI 80 |
Nel giugno 1980 Ali Hassan fu rilasciato dopo 16 anni nelle carceri dello stato di New Jersey. Due mesi dopo, cinque membri del New World of Islam furono arrestati a North Brunswick, NJ, dopo una rapina in banca, in una macchina con targa falsa. La macchina apparteneva al recentemente rilasciato Ali Hassan, che l'aveva prestata ad un amico. Ali Hassan e altri 15 membri del Nwi rifiutarono di partecipare al successivo processo di massa che li processava per Racketeering Influenced Corrupt Organization (Rico) e cospirazione per rapinare banche allo scopo di finanziare varie imprese del Nwi per la promozione e creazione di una nazione nera indipendente. Tutti gli imputati furono condannati e mandati dietro le sbarre.
Gli anni 80 portarono dietro le sbarre un altro scaglione di combattenti per la libertà del Bla: Basheer Hameed e Abdul Majid, nell'80; Sekou Odinga, Kwasi Balagoon, Chui Ferguson-El, di nuovo Jamal Josephs, Mutulu Shakur e numerosi sostenitori della Task Force Bla, nel 1981; Terry Khalid Long, Leroi Ojore Bunting e altri nel 1982. La ramazzata governativa lasciò morto Mityari Sundiata, Kwasi Balagoon (morto di Aids in carcere), e Sekou Odinga, brutalmente torturato alla cattura, tortura che ha compreso le unghie strappate via e la rottura del pancreas durante i lunghi sadici pestaggi che lo hanno costretto a una ospedalizzazione per sei mesi.
Ma questo secondo round di combattenti del Bla catturati portò anche, forse per la prima volta, una batteria di avvocati new afrikan giovani e politicamente acuti - Chowke Lumumba, Jili Soffiyah Elijah, Nkechi Taifa, Adjoa Aiyetoro, Ashanti Chimurenga, Michael Tarif Warren e altri. Erano abili non solo nel rappresentare i Pows new afrikan, ma anche il movimento di indipendenza new afrikan, tutto aggiunto all'ulteriore sviluppo della lotta di liberazione new afrikan dietro le sbarre.
Il decennio degli 80 portò dietro le sbarre anche Mumia Abu-Jamal, il più rispettato annunciatore radio di Philadelphia, conosciuto popolarmente come "la voce di chi non ha voce". Mantenne un fermo tambureggiamento di sostegno radio ai prigionieri Move. Finiva il suo lavoro, la notte del 9 dicembre 81, quando uscendo dalla stazione radio vide un poliziotto che picchiava suo fratello piccolo. Spararono a Mumia e fu seriamente ferito, il poliziotto morto. Mumia è ora nel braccio della morte, ha un grandissimo bisogno di un sostegno di massa, da parte di ogni settore, se lo si vuole salvare dalla sedia elettrica.
Kazi Toure dell'United Freedom Front (Uff) andò in carcere nel 1982 ed è stato rilasciato nel 1991.
Gli 8 di New York - Coltrane Chimurenga, Viola Plummer e suo figlio Robert "R.T." Taylor, Roger Wareham, Omowale Clay, Lateefah Carter, Colette Peon e Yvette Kelly - furono arrestati il 17 ottobre 1984 e accusati di progettare tra di loro evasioni e rapine, e di possesso di armi ed esplosivi. Comunque i New York-8 divennero addirittura i NY-8 con altre 8 o 9 persone che furono incarcerate per resistenza al gran jury in connessione a questo caso. I NY-8 furono assolti il 5 agosto 1985.
Nello stesso anno Ramona Africa raggiunse altri compagni dei Move già dietro le sbarre. Il suo solo crimine fu di essere la sola sopravvissuta al bombardamento del 13 maggio 1985, ordinato dal sindaco Goode di Philadelphia, in cui furono inceneriti 11 membri dei Move, includendo i loro bambini, famiglie, casa e dintorni.
L'anno successivo, il 19 novembre 1986, un giovane di 20 anni del Bronx, NY, Larry Davis (ora Adam Abdul Hakeem) tentò una drammatica fuga durante un velocissimo scontro con la polizia che veniva a farlo fuori per essere scappato con i loro soldi, provenienti dalla vendita di droga. Parecchi poliziotti furono feriti nello scontro. Adam scappò incolume ma si consegnò settimane dopo in presenza dei media, della sua famiglia e di una massa di sostenitori del quartiere. Dopo numerose accuse, processi e assoluzioni in cui denunciò l'esistenza di un giro di droga controllato dalla polizia di New York, che costringeva i giovani Neri e portoricani a smerciare droga fornita dai poliziotti, fu mandato in galera con una condanna per possesso di armi. Dopo l'incarcerazione, i numerosi pestaggi delle guardie lo hanno paralizzato dalla cinta in giù e lo hanno costretto alla sedia a rotelle.
Il 16 luglio 1987, Abdul Haqq Muhammad, Arthur Majeed Barnes e Robert "R.I." Taylor, tutti membri del Black Men's Movement Against Crack, furono fermati, arrestati e mandati in carcere con l'accusa di possesso di varie armi.
Herman Ferguson a 68 anni tornò volontariamente negli Usa, il 6 aprile 1989, dopo venti anni di esilio in Ghana, Africa e in Guyana, Sud America. Aveva lasciato gli Usa alla fine degli anni 60 dopo che gli era stato negato l'appello su una pena dai 3 anni e mezzo ai 7, per l'accusa di aver cospirato per uccidere un leader dei diritti civili. Al suo ritorno, fu arrestato all'aeroporto e fu trasferito di continuo, un carcere dietro l'altro, per parecchi anni, come forma di maltrattamento.
Gli anni 80 sono stati l'epoca di Reagan, epoca di rollback sulle tendenze progressiste su un vasto fronte, che è sfociata anche in incidenti razzisti, vigilanza bianca, e assassini di gente new afrikan o del terzo mondo da parte della polizia. Portò anche alla rinascita e al ri-consolidamento della Noi, un certo numero di Pow new afrikan adottarono l'islam ortodosso al posto del nazionalismo rivoluzionario, vi fu l'emergere del Rna della New Afrikan People's Organization (Napo) e del su presidente Chowke Lumumba come portabandiera del New Afrikan Independence Movement (Naim), l'assassinio a New Orleans di Lumumba Shakur (uno dei Panther-21 di New York), e una rivolta con dimostrazioni politiche, conosciuta come "i giorni dell'oltraggio", a New York City, guidata tra gli altri dal Movimento 12 dicembre.
La fine del decennio ha visto anche la morte di Huey P. Newton, fondatore del Black Panther Party, ucciso secondo quanto si dice, da un giovane aderente del Black Guerrilla Family, il 22 agosto 1989, durante una disputa sul "crack".
Huey insegnò il socialismo alle masse nere, e lo rese popolare tramite lo slogan "potere al popolo". Armò la lotta nera e la rese popolare tramite lo slogan "Il potere politico nasce dalla canna del fucile". Perciò, e malgrado i suo umani difetti, fu un vero gigante della lotta Nera, perché il suo particolare contributo è comparabile a quello di altri giganti dei tempi moderni: Marcus Garvey, Elijah Muhammad, Malcolm X e Martin Luther King.
Le percentuali dell'Aids, del crack, del crimine di strada, della violenza tra bande, dei senza casa e degli arresti sono esplose dappertutto nelle colonie nere. Al 30 giugno 1989, la popolazione carceraria è salita a 673.000 unità, un incredibile aumento di 372.000 persone in meno di un decennio che ha provocato la triplicazione e il raddoppio della popolazione carceraria in 34 stati, e notevoli accrescimenti negli altri. Le carceri di New York City diventano così sovraffollate che cominciano ad usare la navi come carceri. William Bennet, ex ministro dell'educazione Usa e detto "lo zar della droga", ha annunciato piani per trasformare delle basi militari chiuse in campi di concentramento.
La costruzione di carceri cresce e si allarga, il tasso di carcerati pure. I nuovi prigionieri sono più giovani, più volubili, hanno lunghe condanne e sono irresistibilmente di nazionalità new afrikan e del terzo mondo. Si stima che dal 1994 gli Usa avranno più di un milione di prigionieri. Le proiezioni suggeriscono che più del 75% saranno Neri e di altri popoli di colore. Le donne sono più del previsto. La loro percentuale è salita al 5% nel 1980 da un 3% del 1970. I bianchi vengono arrestati più o meno nella stessa proporzione che in Europa occidentale, mentre il tasso di arresto dei new afrikan ha superato quello dei Neri in Sudafrica. Infatti, il tasso di carcerazione dei Neri negli Usa è ora il più alto del mondo. Per ogni 100.000 abitanti, i Neri vengono arrestati dieci volte di più rispetto ai bianchi.
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GLI ANNI 90 E OLTRE |
Poiché cominciamo a muoverci attraverso gli anni 90, la lotta di liberazione new afrikan dietro le mura si ritrova ad aggregarsi attorno a campagne per liberare i Pp (Prigionieri politici) e i Pow (Prigionieri di guerra), contribuendo a costruire una organizzazione nazionale dei Pp/Pow, rafforzando i suoi legami sul fronte interno e costruendo solidarietà sul piano internazionale. Sebbene i media dell'establishment concentrino l'attenzione sul sensazionalismo delle epidemie di crack nei ghetti, sul crimine di strada, sulle sparatorie fra macchine, la violenza tra bande, c'è un lungo tranquillo periodo di crescita della coscienza nelle colonie new afrikan, per l'impegno delle forze per l'indipendenza. Questo innalzamento della coscienza delle colonie sta solo cominciando a manifestarsi attraverso scintille apparentemente casuali e la crescita di tendenze culturali innovative, per esempio il "messaggio" della musica rap/hip hop, modi di pettinarsi contraddistinti culturalmente, diffusione di videocassette politiche e culturali, riproposizione di periodici d'agitazione e insorgenti, e la resurrezione di eroi dimenticati: tutti questi sono segni di un popolo oppresso che si prepara ad andare avanti di nuovo.
La lotta di liberazione new afrikan dietro le mura ora segue le leggi del suo sviluppo, pagato con il nostro stesso sangue, intrinsecamente legata al nostro popolo e profondamente radicata nel flusso e riflusso della nostra storia. Conoscere questa storia è già conoscere il suo sviluppo futuro e la sua direzione.
Sundiata Acoli
Leavenworth Penitentiary, Kansas - 29 febbraio 1992