9 MARZO 1985 - 9 MARZO 1995Il 9 marzo 1985 in via Giulia a Trieste è stata eseguita dallo stato italiano la condanna a morte del militante comunista Pietro Greco. I boia furono l'agente del Sisde Nunzio Romano e gli agenti della Digos Bensa, Guidi e Passanisi. Nel 1995 negli Usa l'"imperialismo interno" americano vuole eseguire la condanna a morte di un prigioniero politico rivoluzionario, Mumia Abu Jamal. La prima condanna a morte spudoratamente politica dai tempi dei coniugi Rosemberg condannati per comunismo durante il periodo Maccartista. Ricordare la vita e la morte di Pedro ha il valore di aprire una riflessione sul rapporto tra lotte e repressione in un contesto storicamente determinato. Il contesto del capitalismo avanzato, dell'imperialismo e soprattutto della sua crisi, della possibilità del suo superamento all'interno di un processo di rivoluzione comunista. Il contesto del capitalismo italiano e del suo stato che ha puntato a sanzionare, anche con l'uccisione di Pedro, la chiusura di un ciclo di lotte economiche e politiche. Un terrorismo di stato che anche con la tortura, l'incarcerazione di migliaia di militanti comunisti, con l'uccisione di alcuni di loro ha cercato di chiudere la possibilità di uscire dalla crisi del capitalismo a partire dallo sviluppo della lotta di classe condotta dalla classe operaia e dal proletariato. Uno sviluppo che poneva necessariamente anche il problema del potere, della lotta per la conquista del potere. Questo per militanti comunisti come Pedro era sicuramente l'aspetto principale che caratterizzava quel ciclo di lotte operaie e proletarie. Lo stato ha difeso il suo potere, il potere della borghesia imperialista di continuare a sfruttare e a opprimere il proletariato, anche attraverso l'uccisione a sangue freddo di militanti comunisti, la tortura, le leggi speciali, i carceri speciali. Oggi ricordare Pedro vuol dire opporsi a questo potere, denunciarlo e contrastarlo nell'attualità dello scontro di classe; leggere la continuità di questo potere imperialista, il potere che, dopo la vittoria sul nazifascismo, ha disarmato la resistenza e imposto il regime democristiano, il potere che ha perpetrato le più orrende stragi di massa a partire dagli anni '60 all'apparire di quella che si era autonominata "nuova resistenza", il potere che si è dato come bravi servitori i gladiatori e i poliziotti della "Uno bianca". I poliziotti che hanno ucciso Pedro sono i fratelli maggiori di quelli della Uno bianca e i mandanti sono gli stessi, per questo il ricordo di Pedro non può essere commemorativo, ma è l'occasione per porsi il problema della repressione e della controrivoluzione oggi. La campagna per la difesa della vita di Mumia Abu Jamal oltre ad essere un impegno importantissimo da affrontare in termini di iniziativa e di lotta è anche l'occasione di sostanziare ulteriormente il dibattito sul ruolo dell'imperialismo americano e del suo versante interno, tutto questo a partire dalla consapevolezza che quello che accade lì caratterizza o caratterizzerà anche quello che accade qui. Se contribuiamo a costruire la forza internazionale in grado di fermare la mano del boia di Mumia Abu Jamal daremo sicuramente più forza alla nostra prospettiva rivoluzionaria qui. |