I RAPPORTI DEL COINTELPROArticolo tratto dal numero del 5 maggio di "Workers Vanguard", bimensile della Spartacist League. Mentre il prigioniero politico Mumia Abu-Jamal lotta per la propria vita nel braccio della morte di "Greene", carcere di massima sicurezza della Pennsylvania, il Fraterno Ordine di Polizia di Philadelphia (FOP) e i suoi alleati nel governo e nei media rafforzano la propria campagna con l'obiettivo di assassinare questo grande portavoce degli oppressi. Il Governatore Tom Ridge sta firmando ordini di esecuzione ad un ritmo febbrile fin dal momento del suo insediamento in gennaio, e i poliziotti attraverso i loro portavoce richiedono insistentemente che Jamal sia il primo della lista, cercando di sovrastare le molte migliaia di voci che da ogni parte del mondo ribadiscono che "Mumia Abu-Jamal non deve morire!". Per raggiungere questo obiettivo la polizia ha orchestrato nelle ultime settimane un vero e proprio bombardamento propagandistico cercando di dipingere questo onesto e schietto uomo nero come un perverso "assassino di poliziotti". Poco importa se Jamal è innocente del crimine per cui è stato condannato a morte, l'omicidio di un poliziotto a Philadelphia nel dicembre del 1981. Questa coalizione di giustizieri vuole Jamal morto per quello che rappresenta: la causa dell'emancipazione nera. La sentenza di morte contro Mumia Abu-Jamal era già stata scritta molto tempo prima che fosse portato in un'aula di Tribunale. All'età di 14 anni venne brutalmente bastonato da una squadraccia razzista, composta anche da poliziotti, e quindi arrestato per aver osato protestare ad un comizio elettorale del segregazionista George Wallace nel 1968. Lo stesso anno il fanatico capo del FBI, J. Edgard Hoover, se ne usciva con questa affermazione: "I Negri giovani e moderati devono capire che se cedono all'ideologia rivoluzionaria, diventeranno dei rivoluzionari... morti!" . Dal momento in cui il giovane Mumia Abu-Jamal (che si chiamava allora Wesley Cook) aderì al Partito delle Pantere Nere, che era il principale obiettivo del famigerato Programma di Controinsurrezione (Cointelpro) di Hoover, egli divenne, per il FBI e la polizia di Philadelphia, un uomo morto. Il PDC ha scritto in un numero speciale dedicato alla campagna per Mumia di Class Struggle Defence Notes (n. 10 del 4/89): "La sentenza di morte per Mumia è opera del lungo braccio del Cointelpro che lo ha raggiunto nell'aula del Tribunale. Mumia è stato condannato a morte per le sue concezioni politiche, per quello che ha scritto, per quello che ha detto, per quelli con cui si è "associato", per quello che è". Il fatto che si sia trattato di una vendetta razzista dello Stato contro Jamal è confermato dalle 700 pagine di dossier del FBI che si sono riusciti ad acquisire recentemente dopo tre anni di battaglie legali. Anche se il testo è pieno zeppo di "omissis" e molti documenti sono stati censurati, questi incartamenti mostrano chiaramente come fosse un compito preciso del FBI e della polizia quello di usare ogni sorta di "sporco gioco" del loro arsenale di strumenti terroristici extralegali, per ridurre al silenzio l'uomo che sarebbe stato conosciuto come "la voce dei senza voce" per la sua abilità di giornalista e per la sua capacità di denunciare il terrore e l'oppressione della polizia razzista. Dal momento in cui Jamal appare nella scena politica di Philadelphia come portavoce del Partito delle Pantere Nere, all'età di 15 anni, la polizia, il FBI e non sappiamo quali e quante altre agenzie governative lo centrarono nel loro mirino. Questi documenti provano, al di là di ogni ragionevole dubbio, l'ampia collisione esistente tra il FBI, il Dipartimento di polizia di Philadelphia (e in particolare la sua Unità contro la Disobbedienza civile) e almeno altre quattro agenzie di sicurezza e cioè: l'Ufficio Informazioni della Marina, lo Spionaggio militare, l'Ufficio per le indagini Speciali, e il Servizio segreto. Usando le loro registrazioni a distanza, i loro informatori, e le loro spie, il governo seguiva ogni mossa del giovane Jamal, pedinandolo inesorabilmente alle manifestazioni, nei centri di documentazione, nelle assemblee, e ...ai picnic. Sapevano quando lasciava la città e quando vi tornava, lo intercettavano mentre saliva su un aereo e disponevano servizi di osservazione negli aeroporti di arrivo. Interrogarono maestri e impiegati, molestarono sua madre. E i documenti del FBI sono solo la punta dell'iceberg. Durante gli anni '60 e '70 la polizia di Philadelphia raccolse anch'essa voluminosi dossier che riguardavano circa 18.000 persone, ma nessuno di questi incartamenti è stato reso pubblico. Quale storia permetterebbero di ricostruire? Ma anche questi dossier censurati del FBI dimostrano che Jamal era l'obiettivo di qualcosa di più che una semplice sorveglianza. Il suo nome appariva in due elenchi: il "FBI Security Index" (SI), che comprendeva quanti era considerati un "pericolo per la sicurezza nazionale" e l' "Administrative Index" (ADEX) che elencava i nomi di quanti dovevano essere catturati e rinchiusi in campo di concentramento in caso di "emergenza nazionale". Molti dei dossier riportano la notazione "Smith Act" che fa riferimento alla famigerata legge contro le "intenzioni criminali" che venne utilizzata contro i trozkisti e contro i militanti del Partito Comunista per incarcerarli con l'accusa di "propaganda rivoluzionaria". I dossier provano come, anni prima che Jamal fosse coinvolto nell'omicidio del poliziotto di Philadelphia, i federali avessero ripetutamente tentato di addossargli pesanti accuse, tra cui l'omicidio, senza alcuna prova o indizio. Questa era la "procedura operativa standard" (S.O.P.) della guerra contro i militanti neri condotta dal governo sulla base del Cointelpro. Il FBI istruiva i suoi agenti in questi termini: "l'obiettivo è l'annientamento... non è importante se esistono prove che sostanzino le accuse" (Brin Glick, War at Home [1989]). Si arriva all'assurdo con gli "incidenti internazionali". Quando, nel 1973, venne assassinato il governatore delle Bermude, i federali tentarono di convolgere Jamal, che non era mai stato alle Bermude, nell'omicidio. I federali cercarono di dipingerlo, sapendo di affermare il falso, come un "guerrigliero urbano", collegato con il Black Liberation Army, in modo tale da spingere la polizia ad ucciderlo a tradimento allo stesso modo in cui aveva assassinato il leader del BLA, Zayd Shakur. Prima che Jamal diventasse maggiorenne, 38 dei suoi compagni che militavano nelle Pantere vennero ammazzati dalla polizia e altre centinaia vennero arrestati sulla base di montature del FBI. Jamal stesso divenne uno dei principali obiettivi di questa crociata omicida. I dossier sottolineano ripetutamente come Jamal era senz'ombra di dubbio un portavoce delle Pantere e un giornalista della rivista Black Panther. Sottolineano anche come la sua abilità fosse di enorme contributo alla causa delle Pantere. Ma nonostante tutto, non uno dei rapporti sfornati a getto continuo per il quartier generale del FBI sulle attività di Jamal (mediamente uno a settimana) ha mai potuto mostrare che Jamal fosse coinvolto in qualcosa di diverso dallo parlare e dallo scrivere. Ma nonostante che il FBI sapesse che Jamal "non ha mai mostrato propensione per la violenza" e che egli non fosse mai stato trovato in possesso di un'arma durante tutto il periodo di intensa sorveglianza, nei dossier Jamal viene etichettato come "pericoloso e armato", il che equivaleva ad una licenza di ucciderlo per gli sbirri e i federali. E alla fine gli spararono, la notte del 9 dicembre 1991. L'arresto, il processo e la condanna a morte furono solo una montatura politica, così come è stato per i martiri di Haymarket, per Sacco e Vanzetti, per i Rosenberg. Si è trattato del punto di arrivo di anni di sforzi tesi alla "neutralizzazione" di Jamal. Per mandare Jamal nel braccio della morte, il pubblico ministero Joseph McGill racconto alla giuria, composta quasi esclusivamente di bianchi, che Jamal aveva premeditato di uccidere poliziotti "in tutti i modi possibili". Al contrario i dossier dimostrano come sia lo Stato che ha cercato di far fuori Jamal "in tutti i modi possibili" e mostrano chiaramente la sequenza delle provocazioni che hanno portato alla montatura del 1982 con cui Jamal venne condannato a morte. La vendetta razzista del FBI Delle 293 operazioni del Cointelpro contro gruppi Neri, 233 furono effettuate contro le Pantere. Risorse infinite, ad ogni livello di governo, furono utilizzate in questi tentativi feroci di distruggere questa organizzazione che, contro il terrorismo razzista, rivendicava per i Neri il diritto (per altro sancito dalla legislazione americana - ndt) di detenere armi per l'autodifesa, e che trascinava i giovani militanti carichi di rabbia contro il sistema capitalista e razzista. Pure con tutte le loro censure e omissioni, i dossier su Jamal offrono una rapida immagine del poderoso arsenale e disposizione della repressione statale contro il Partito delle Pantere e i suoi militanti. I federali decisero di aprire un dossier su Jamal dopo la sua partecipazione alla dimostrazione del 1° Maggio per la liberazione del leader del Partito delle Pantere Nere, Huey Newton. Da quel giorno un flusso continuo di lettere e di memorandum (chiamati "airtel" e "nitel") tra il quartier generale del FBI e i suoi agenti sul campo, seguono ogni azione politica di Mumia. Prendendo ad esempio un periodo di quattro settimane nell'estate del 1969 i dossier del FBI comprendono: un memorandum datato 11 agosto che riguarda l'intervento di Jamal alla manifestazione di Philadelphia per l'anniversario di Hiroshima; due "airtels" al direttore del FBI, datati 14 agosto; un "FBI notice", sempre del 14 agosto; un "Memorandum del Governo" del 19 agosto che esprimeva parere sfavorevole alla manifestazione per Hiroshima; un rapporto del FBI del 4 settembre sulle manifestazioni promosse dal Partito Socialista dei Lavoratori in cui Mumia "ha parlato dei poliziotti definendoli "porci"; e infine un rapporto del 5 settembre intitolato "Wesley Cook, altrimenti conosciuto come Wes Mumia". I dossier contengono infiniti ritagli degli articoli del giornale Black Panther scritti da Jamal e resoconti dei suoi discorsi pubblici. Era il notevole talento di Jamal nella sua attività di propagandista e di giornalista rivoluzionario che gli attirava le attenzioni del FBI. Questo suo talento lo rendeva particolarmente pericoloso agli occhi delle autorità capitaliste. Fin dal periodo della schiavitù il potere razzista ha sempre temuto gli uomini neri istruiti e consapevoli che possono mettere in discussione il loro potere. Un rapporto del 24 ottobre 1969 chiede che Jamal sia posto urgentemente sotto stretta sorveglianza perché: "Nonostante la giovane età del soggetto (15 anni), la sua continua partecipazione alle attività del Partito delle Pantere Nere, la sua posizione nella sezione di Philadelphia del Partito, la sua propensione a presenziare e intervenire nelle assemblee pubbliche, consigliano di includere il soggetto nel Security Index". Immediatamente dopo il giovane militante delle Pantere conobbe in prima persona cosa voleva dire essere nel mirino delle operazioni di controinsurrezione dello Stato. Un "airtel" del 6 ottobre 1969 riporta il resoconto di un "blitz" effettuato alcune settimane prima dal FBI negli uffici delle Pantere Nere e nel vicino bar Webb, che era frequentato da militanti delle Pantere. Nella sua autobiografia raccolta del libro "Vita dal braccio della morte" Jamal ricorda come in quell'occasione un poliziotto gli puntò la 38 special a due millimetri dal naso urlandogli: "se muovi anche solo un dito ti stacco quella fottuta testa da negro dal collo". Alcuni mesi dopo Jamal fu oggetto di un'altra provocazione, mentre si imbarcava a bordo del volo per San Francisco nel marzo 1970, diretto al quartier generale delle Pantere Nere. Il dossier del 2 arile 1970 riporta il fermo di Cook autorizzato dal Sostituto Procuratore Tony Lombardo per presunta violazione delle leggi sul traffico aereo. Molti altri militanti delle Pantere erano stati assassinati dalla polizia in occasioni analoghe, approfittando della confusione che seguiva al fermo e facendo passare poi la cosa come un episodio di "resistenza a pubblico ufficiale". Dal 1970 il Partito delle Pantere nere cominciò a cadere a pezzi da una parte per l'attacco terroristico dello Stato e dall'altra per la divisione tra la frazione di Huey newton e quella di Elridge Cleaver, che dal suo esilio in Algeria sosteneva una strategia di tipo guerrigliero. Jamal lascio le Pantere poco dopo l'Assemblea Costituzionale Rivoluzionaria del Popolo che si tenne all'università di Philadelphia nel settembre 1970, ma il Governo non si dimenticò di lui. Questa volta Jamal fu arrestato insieme ad altri sette studenti per aver dimostrato e distribuito opuscoli a favore del "Potere studentesco rivoluzionario nero". Nel momento in cui Jamal cominciò a pubblicare una rivista chiamata "Black Liberation News" il FBI diede istruzioni ai suoi agenti della zona di scoprire "se il giornale veniva pubblicato a Philadelphia" e di corredare il rapporto con "informazioni esaustive sulla redazione, la tipografia, la distribuzione, il finanziamento e ogni altro fatto importante" ("Arteil" del 19 novembre 1970). Il 9 dicembre 1971 un memorandum del quartier generale del FBI riporta la decisione di inserire Mumia nell'elenco Adex: "Il soggetto deve essere collocato nella II categoria dal momento che le sue attività portano a ritenere che si collochi nella frazione di Cleaver". Un'altra volta Jamal scrisse qualcosa che irritò in modo particolare i federali e questi fecero immediatamente rapporto corredandolo con il fatto che Jamal era corrispondente da Philadelphia per il giornale Babylon (che sosteneva Cleaver) e "che Cook nel passato con i suoi discorsi pubblici e con i suoi scritti ha sostenuto una posizione ultramilitante nel Partito delle Pantere Nere". L'anno seguente la polizia cercò di sbarazzarsi di Jamal con l'accusa di detenzione di armi; sull'episodio il CDU fa rapporto al FBI in questi termini: "è stato fermato in possesso di un coltello Exacto da sei pollici". L'accusa cadde. Jamal infatti aveva il coltello per motivi di lavoro. Tra le più spettacolari rivelazioni contenute nei dossier del FBI su Jamal c'è il maldestro tentativo - che preannunzia quello del 1981 - di affibbiargli il duplice omicidio del governatore delle Bermude Sir Richard Sharples e del suo aiutante. Il tutto si basava solo sulla presenza di Jamal, nel 1972 al Vermont's Goddard College - dove seguiva i corsi del Dipartimento di Studi sul Terzo Mondo - e sulla supposto incontro con un "leader estremista nero delle Bermude". In una sua lettera del 13 marzo 1973, il Direttore Operativo del FBI sostiene in questo modo il collegamento di Jamal con gli omicidi: "Visto il suo passato di estremista nero, il suo possibile coinvolgimento nelle azioni di guerriglia del Black Liberation Army, la sua presenza al Goddard College in concomitanza con quella di estremisti neri delle Bermude, devono essere intensificate le attività di pedinamento e di controllo e deve essere fatto ogni sforzo possibile per verificare se il soggetto ha lasciato il paese nel week-end del 9-11 marzo 1973"; Il dossier è un insieme di menzogne e di insinuazioni dall'inizio alla fine. I federali sapevano benissimo che Jamal era giornalista e oratore pubblico, e non un "guerrigliero urbano" e che non aveva contatti con il BLA. Ma dal momento che la Bell Telephone di Philadelphia, presso cui Jamal era impiegato, confermò che Jamal era al lavoro nei giorni tra il 9 e l'11 marzo 1973, lo Stato dovette aspettare fino al 1981 per costruire una nuova montatura contro Jamal, accusandolo questa volta dell'omicidio di un poliziotto di Philadelphia, Daniel Faulkner. La storia di una montatura Mumia Abu-Jamal sopravvisse all'attacco del governo contro il Partito Pantere nere, tra la fine degli anni '60 e l'inizio dei '70. Mumia non fu assassinato nel cuore della notte, mentre dormiva, come le Pantere di Chicago Fred Hampton e Mark Clark. Non fu murato vivo in una prigione come il leader delle Pantere di Los Angeles Geronimo ji Jaga (Pratt), che ha passato gli ultimi 25 anni della sua vita sepolto vivo per un crimine che il governo sa che non ha commesso, dal momento che esistono registrazioni che provano la sua innocenza. Ma i federali e la polizia di Philadelphia non rinunciarono alla loro vendetta contro Jamal dopo che si sciolse il Partito delle Pantere. Al contrario aumentò il loro odio contro di Mumia, per la sua abile e appassionata difesa dei diritti dei Neri e soprattutto perché Mumia sfidava frontalmente la repressione dello stato e l'oppressione razzista. I dossier del FBI riportano più volte come i federali non nutrissero alcuna speranza sull'ipotesi che Jamal cominciasse a collaborare con loro e abbandonasse la causa per cui lottava. In uno di questi dossier i federali scrivono: "Anche se ha solo 16 anni, non è un potenziale informatore, è molto intelligente ed è bene documentato su ciò di cui parla." C'è stata una piena collusione tra il FBI e il Dipartimento di Polizia di Philadelphia, guidato da Frank Rizzo. Ad esempio si nota come nei dossier del FBI sia riportata la notizia che Jamal era stato arrestato nel 1968 durante la protesta contro Wallace, con la seguente annotazione: "Cook aveva solo 14 anni, e quindi non era penalmente responsabile". Proprio per la sua età l'accusa doveva essere cancellata assieme ad ogni riferimento sul suo arresto. Ma gli squadristi in divisa di Frank Rizzo volevano avere il massimo controllo su questo giovane e determinato oppositore del razzismo e del terrore poliziesco, e pertanto socializzavano ogni informazione con i federali. Senza dubbio Jamal, che i dossier del FBI indicavano come uno dei tre maggiori leader delle Pantere a Philadelphia, era l'obiettivo principale dei picchiatori razzisti in divisa di Frank Rizzo. Documento dopo documento i dossier del FBI riportano come loro fonti non meglio identificati poliziotti del CDU o della Intelligence Division. Come scrive S.A. Paoloantonio, biografo dell'allora commissario della polizia di Philadelphia Frank Rizzo, la CDU di Philadelphia, guidata da George Fencl: "aveva un numero enorme di informatori pagati direttamente dal FBI. Infatti nel momento in cui il FBI avviò il suo Programma di Controinsurrezione (Cointelpro) l'Agenzia uso l'esperienza della squadra CDU di Fencl come un modello. Prima della nomina di Rizzo a commissario il Dipartimento di Polizia di Philadelphia lavorava a stretto contatto con J. Edgard Hoover, di cui tutti avevano profonda ammirazione. Rizzo strinse rapporti ancora più stretti." E Rizzo e i suoi poliziotti tenevano sotto controllo Jamal. I dossier del FBI sono pieni zeppi di rapporti sulle denunce contro Jamal per aver parlato e scritto contro il razzismo della polizia di Philadelphia e in particolare contro Rizzo. Jamal suscitò la loro ira un'altra volta nel 1978, quando, giornalista radiofonico affermato, difese l'organizzazione Move la cui sede a Pewelton Village era in quel momento sottoposta ad vero e proprio assedio da parte della polizia. Assedio durante il quale un poliziotto venne ucciso dal fuoco dei suoi stessi colleghi. Alla conferenza stampa quando Jamal denunciò questo fatto, l'allora maggiore Rizzo lo minacciò con queste parole: "La gente crede a quello che scrivi, a quello che dici. Io penso che questo debba finire. E un giorno, spero mentre sono ancora in servizio, tu verrai inchiodato alla tue responsabilità". Quattro anni più tardi, il 9 dicembre 1981 Jamal fu ferito al torace dalla polizia in una strada di Philadelphia e lasciato sanguinante e in una condizioni disperate. Lì vicino fu trovato un poliziotto ferito che morì un'ora dopo. La polizia, che non era riuscita precedentemente ad incastrare Jamal, architettò una montatura che lo portasse nel braccio della morte. I dossier di Jamal riportano ripetutamente le citazioni che la Pantere facevano del Libretto Rosso di Mao e in particolare l'affermazione "il potere politico nasce dalla canna del fucile". La citazione, fatta da Mumia durante un'intervista del 4 gennaio 1970 al Philadelphia Inquirer (un'intervista che stranamente non è allegata ai dossier, che pure contiene numerosi altri ritagli di giornale) venne utilizzata come base della requisitoria dell'accusa 12 anni dopo, per condannare Jamal a morte per le sue concezioni politiche. Un'altro fatto paradossale del processo contro Jamal fu il contro-interrogatorio del testimone Sonia Sanchez, una nota poetessa. L'accusa, ricordando che Sonia Sanchez aveva scritto la prefazione per un libro di Assata Shakur, militante del Black Liberation Army, la definì "amica di un'assassina di poliziotti". In realtà Assata era riuscita a salvarsi (pur ferita) durante un'esecuzione sommaria da parte delle polizia del New Jersey, per essere poi accusata di avere ucciso uno di quelli che la volevano assassinare. In questo modo l'accusa volle suggestionare la giuria suggerendo che in fondo anche Jamal era "un assassino di poliziotti". Ma cosa spingeva l'accusa a tentare di dimostrare una connessione fra Jamal e Assata Shakur? Come al solito un rapporto del FBI del 26 settembre 1973 che affermava che il numero telefonico di Jamal "era stato rinvenuto in un'agenda sequestrata a ...omissis..., militante del BLA il ...omissis... al suo arresto da parte della polizia dello stato di New York". Questi dossier raccontano solo una parte della storia della vendetta del governo contro Mumia Abu-Jamal. Noi vediamo come, nonostante le assicurazioni da parte del FBI che il Cointelpro è finito a metà degli anni '70, continuino invece senza interruzione le provocazioni contro i militanti della sinistra, per non parlare delle pratiche assassine della polizia di Philadelphia. Infatti il FBI ha continuato a spiare Jamal anche nel braccio della morte: un rapporto del 1991 arriva all'assurdo di tentare un collegamento tra un militante tedesco di un'associazione per i diritti umani che ha visitato Jamal e "l'attacco a colpi di pistola contro l'Ambasciata americana a Bonn"!! E nel 1970, quando Jamal era un giornalista riconosciuto, i poliziotti di Rizzo ammazzarono "individui sospetti" disarmati in un numero 37 volte maggiore di quello della polizia di New York. E le collusioni tra il FBI e la polizia razzista di Philadelphia non finirono con Jamal e le Pantere. Quando la polizia di Philadelphia sganciò una bomba sulla comunità Move uccidendo undici persone tra uomini, donne e bambini e distruggendo un intero isolato della città, fu il FBI che le fornì l'esplosivo per la bomba. La lotta per salvare Jamal e abolire la pena di morte razzista è parte della lotta per l'uguaglianza dei Neri in America. E' necessaria una rivoluzione proletaria per distruggere una volta per tutte la macchina di morte dello stato e per fare giustizia degli squadristi mercenari che hanno commesso infiniti crimini contro la classe operaia e le minoranze in nome "della legge e dell'ordine". E solo quando potremo aprire tutti i dossier delle polizie segrete del governo sarà possibile sapere quanti sono stati questi crimini. Libertà per Mumia Abu-Jamal. Abolire la pena di morte razzista! Articolo tratto dal numero del 5 maggio di "Workers Vanguard", bimensile della Spartacist League. |