FERMARE I LINCIAGGI LEGALI RAZZISTIDi fronte alla brutale realtà della disoccupazione dilagante, dell'impoverimento e della diffusione del fenomeno dei senza-tetto, i padroni della società americana non hanno altra soluzione che aumentare la repressione. Le scuole crollano? Costruiscono più prigioni. Le fabbriche chiudono? Dissanguano lo stato sociale e assumono più poliziotti. Disoccupazione per i giovani neri al 60%? Li buttano nell'esercito. Mancano le case? Dichiarano una "guerra alla droga" e assaltano le case popolari, gettando intere famiglie in mezzo alla strada. Con un milione e mezzo di persone dietro le sbarre, gli Usa costituiscono di gran lunga il più grande carceriere del mondo, con una percentuale di neri in galera che i governanti dell'apartheid sudafricano nemmeno si sarebbero sognati. Più del 25% dei giovani neri uomini sono sotto la "supervisione" del sistema criminale della "ingiustizia". La pena capitale è un omicidio razzista istituzionalizzato. Rappresenta l'eredità del linciaggio legale schiavista - una continuazione dell'ideologia che proclama che i neri non sono esseri umani e possono essere uccisi impunemente. Le esecuzioni di stato sono un atto sociale inteso ad intimidire e brutalizzare un intero popolo. La pena di morte congiunge l'antica tradizione della tortura con la macchina spietata del moderno stato capitalista. Il Texas ha aperto il nuovo anno con l'esecuzione di Jesse Dwayne Jacobs, un uomo che sapevano essere innocente per il crimine per cui era stato condannato a morte! Questo grottesco assassinio evidenzia il valore simbolico della pena di morte per la classe dominante: lo stato onnipotente deciderà chi vive e chi muore. Nella pena di morte riconosciamo chiaramente l'impulso del genocidio. Come Jamal scrisse nel prestigioso Yale Law Journal, "Troverete un mondo più nero nel braccio della morte. Gli Afroamericani, appena il 12 percento della popolazione nazionale, costituiscono circa il 40% della popolazione del braccio della morte". Più dell'80% di coloro che sono stati mandati a morte dalla Filadelfia di Jamal sono neri, circa un terzo di quelli che sono nel braccio della morte a Filadelfia ci sono stati mandati dal... giudice Sabo. Nella causa del 1987 McCleskey v. Georgia, la Corte suprema degli Stati uniti riconobbe il preponderante pregiudizio razziale nell'applicazione della pena di morte ma sostenne che ciò non importa perché, "(questo) condotto alla sua logica conclusione mette seriamente in questione i principi su cui si basa il nostro sistema di giustizia criminale." Così il giudice capo Rehnquist e i suoi amici riaffermano il principio avanzato dal giudice Roger Taney nell'infame caso Dred Scott, che i neri "non avevano diritti che il bianco fosse obbligato a rispettare." La pena di morte razzista va a braccetto con il terrore extralegale del KKK e le esecuzioni sommarie dei poliziotti nelle strade per tenere i neri "al loro posto." La battaglia per abolire la pena di morte è parte della storica lotta per l'uguaglianza dei neri |