L'INTERVENTO DEL COORDINAMENTOIl coordinamento nazionale a sostegno di Mumia Abu Jamal nasce più di due anni fa come coordinamento delle strutture che in Italia sostenevano la campagna internazionale per impedire l'assassinio del militante afroamericano. Nel corso della campagna abbiamo verificato in prima persona la potenzialità di questo percorso che ha portato a confrontarsi non solo con la necessità di impedire un assassinio, ma anche e soprattutto con Mumia come soggetto, con il punto di vista rivoluzionario che espone nei suoi articoli ed interventi; con la dimensione internazionale della mobilitazione dei prigionieri rivoluzionari per Mumia; con la controrivoluzione, come elemento strutturale dell'imperialismo; con la concezione di periferia interna alla metropoli imperialista (di cui parla spesso Mumia) come fenomeno globale e collegato all'attuale fase di crisi del modo di produzione capitalistico... Nel corso di questi due anni di attività il Coordinamento ha sviluppato un processo di maturazione che lo ha portato ad affrontare stabilmente la problematica dei prigionieri e delle prigioniere rivoluzionarie, reinvestendo il patrimonio di esperienza sedimentato nel corso della mobilitazione a sostegno di Mumia. Per far comprendere questo processo di maturazione vogliamo ricordare due tra gli aspetti principali che hanno caratterizzato questa campagna in italia. Il primo è che questa campagna è nata dalla spinta dei prigionieri e delle prigioniere rivoluzionarie ed è stata alimentata dai loro interventi che hanno contribuito a spostare su di un terreno più avanzato il dibattito delle strutture di movimento che partecipavano alla campagna. In questo modo si è resa evidente che i prigionieri rivoluzionari sono parte integrante dello scontro di classe presente e futuro, e non solo di quello passato. Il secondo riguarda la comunicazione e il confronto che hanno consentito che la campagna fosse internazionale e che ogni singola realtà si sentisse pienamente parte di essa, e hanno dimostrato, in tutta la loro concretezza, la possibilità di costruire un dibattito internazionale sulla questione dei prigionieri e delle prigioniere rivoluzionarie, una dimensione internazionale che è strategica sia per i prigionieri e le prigioniere rivoluzionarie sia per i compagni e le compagne che affrontano la questione del carcere. Questi due elementi hanno fatto sì che la campgna per Mumia non si sia caratterizzata principalmente come iniziativa di tipo umanitario e solidaristico, e che non si sia decontestualizzata la liberazione di un singolo prigioniero rivoluzionario dalla lotta più generale contro l'oppressione di classe. Al contrario la lotta per la liberazione dei prigionieri si sviluppa in dialettica con la ricostruzione di una prospettiva di liberazione per il proletariato, prospettiva che in questa fase non può che essere internazionale. Infatti il processo di globalizzazione del capitale imperialista guidato e governato da molteplici organismi politici economici e finanziari sovranazionali (come G7, UE, BM, FMI, WTO, ecc.) impone lo sviluppo di una coscienza di classe antimperialista internazionalista che assuma il livello dello scontro imposto dalla borghesia imperialista. Quindi sostenere le lotte dei prigionieri e delle prigioniere rivoluzionarie nel mondo e lottare per la loro liberazione significa valorizzare il loro ruolo ed esempio di resistenza e lotta di difesa dell'identità politica e riappropriarsi della memoria rivoluzionaria che la borghesia imperialista ha sempre cercato di impedire che si trasmetta alle generazioni future traducendosi in prospettiva di liberazione. La costruzione e lo sviluppo di connessioni internazionali stabili e permanenti, anche con e fra i prigionieri e le prigioniere rivoluzionari, consente la circolazione e la socializzazione di questa memoria comune come riflessione su quelle esperienze per comprendere i limiti e i problemi della situazione mondiale attuale. Partendo da questo patrimonio e dalla comprensione e conoscenza dei rapporti di forza oggi esistenti a livello mondiale, crediamo si possa assumere la qualità e il livello dello scontro in questa fase e contribuire ad una prospettiva di liberazione per la classi e i popoli oppressi a livello mondiale. Fin qui abbiamo tentato di riassumere e di sintetizzare in che direzione si è sviluppato il nostro dibattito. Ora in che modo vogliamo tradurlo in iniziativa politica concreta? E in che modo pensiamo si possa rimettere assieme quella forza che nel corso della campagna per la vita di Mumia si è riusciti a sviluppare ad un punto tale da costringere la superpotenza Yankee a rinunciare alle sue decisioni assassine? Vediamo attorno a noi numerosissimi momenti di iniziativa e di dibattito sulla questione dei prigionieri: quelli che si sono sviluppati a livello mondiale a partire dall'iniziativa armata dal MRTA in Perù; quelli che si sono sviluppati a partire dagli incontri promossi dall'EZLN, l'anno scorso in Messico e quest'anno in Spagna; così come quelli che si sviluppano in ogni paese del mondo in appoggio alla lotta dei prigionieri e delle prigioniere: Paesi Baschi, Palestina, Turchia, Curdistan.... Allo stesso tempo vediamo il rideterminarsi di dibattito e iniziative in appoggio ai prigionieri rivoluzionari in paesi del centro imperialista come ad esempio l'Italia e la Germania. Questi dibattiti e queste iniziative sono per noi tra i possibili punti di partenza per la ricostruzione materiale dei rapporti di forza necessari per praticare la parola d'ordine della liberazione senza condizioni dei rivoluzionari prigionieri. Quello che è necessario è assumersi la responsabilità di costruire i collegamenti e il confronto, di definire UNA discussione e UNA iniziativa, lì dove oggi si danno discussione e iniziative tra loro separate. Consideriamo quindi il convegno proposto da Libertad sul tema "Pacificazione o liberazione" un passaggio significativo in questa direzione e, quindi, la nostra presenza in questa assemblea non è un fatto formale, di pura solidarietà, ma è l'espressione di un punto di vista che vogliamo continuare a praticare costantemente, perché - come già evidenziato - é un momento fondamentale sia per i prigionieri/e rivoluzionari/e, sia per lo scontro di classe in generale. |