Svizzera: LA PROCURA FEDERALE SVIZZERA APPOGGIA LA TORTURA - IL MINISTERO DEGLI ESTERI SVIZZERO PROTEGGE UN REGIME FASCISTAComunicato stampa Il 19 maggio 1991 la polizia turca ha eseguito un raid di grosse proporzioni a Istanbul. Diciotto persone sono state arrestate. Si ritiene che un uomo e una donna siano stati assassinati nel loro appartamento dopo aver opposto una strenua resistenza - questa almeno è la versione ufficiale fornita nella prima conferenza stampa. Ma il giorno dopo era già chiaro che si era trattato di un'esecuzione. Le due persone erano disarmate e non avevano opposto resistenza. Nel loro appartamento non si è trovato traccia di uno scontro a fuoco. I mass media svizzeri non hanno neanche riportato la notizia di questa brutale esecuzione. L'esecuzione doveva essere diretta contro l'uomo, ma ha coinvolto anche la donna in qualità di testimone. Fra le persone arrestate c'era anche la compagna svizzera Barbara che all'epoca si trovava a Istanbul. Durante i primi quattordici giorni di detenzione essa venne portata nel centro di tortura di Gayretteppe, come accade normalmente a tutti i detenuti politici. Anche Barbara, come la maggior parte dei detenuti politici, è stata torturata. Durante le prime quaranta ore di detenzione è stata torturata senza interruzioni. L'hanno spogliata, appesa ad un trave e le hanno applicato delle scariche elettriche sulla pancia, sul petto e sul collo. Inoltre l'hanno sottoposta a violenti getti di acqua fredda. Nello stesso tempo è stata costretta a sedere su una sedia mentre le veniva colpita ripetutamente e violentemente la regione cervicale. Quando in seguito si è vista riflessa nel vetro di una finestra, non è stata in grado di riconoscersi. I colpi nella regione cervicale non producono sangue, ma hanno l'effetto di deformare i lineamenti della persona. La deformazione scompare abbastanza velocemente e difficilmente lascia tracce. Anche le sue ferite sono state curate con un liquido speciale per accelerarne la rimarginazione. Per più di otto giorni il capo della polizia di Istanbul non ha permesso al vice console svizzero, Chäfli, di visitarla. La versione fornita successivamente è che non era affatto necessario. Perché i rapporti esistenti fra il governo federale svizzero e il regime fascista turco sono molto più importanti per il vice console che scoprire la verità su Barbara. Quando finalmente riuscì a vederla al centro di detenzione, non ebbe alcun problema a mentire pubblicamente. Affermò che le condizioni di salute di Barbara erano buone e che non era stata torturata. Il Ministero degli Esteri svizzero sostiene tuttora questa menzogna, del tutto indifferente alle chiare dichiarazioni della madre di Barbara e del suo avvocato che avevano entrambi visitato Barbara e le avevano parlato. La Procura svizzera non ha voluto perdere l'occasione di rafforzare la già stretta collaborazione tra il regime turco e il governo svizzero. Sin dagli esordi del caso, infatti, la Procura inviò immediatamente il suo fascicolo su Barbara al regime fascista turco. Questo fascicolo contiene indagini preliminari a carico di Barbara, che si riferiscono alla detenzione di esplosivi. Barbara era completamente all'oscuro dell'esistenza di queste indagini. Non era mai stata invitata a comparire né le era mai stato comunicato nessun avviso di reato. Nel frattempo Barbara venne trasferita in un regime di detenzione normale dove ora si trova insieme ad altre detenute politiche. Lì non è più stata torturata. In seguito alle torture che le sono state inflitte, le sue condizioni di salute ora non sono buone. Il caso di Barbara è un caso di dimensioni internazionali. Ci sono delle indagini preliminari a suo carico in Svizzera. Queste indagini, evidentemente, sono state portate avanti per diversi anni senza che la Procura svizzera avesse la minima prova contro di lei. Esse si basavano solo su dei sospetti. In Turchia, ora Barbara è accusata di terrorismo internazionale. Ciò è perfettamente in linea con l'aspirazione della Turchia di entrare a far parte della Comunità Economica Europea e dell'Europa Unita nel 1992. La Turchia sta lavorando per il governo svizzero. In tal modo gli altri governi europei saranno disposti a chiudere un occhio di fronte al fatto che la tortura viene ancora normalmente praticata nelle carceri turche. Per il governo turco ciò rappresenta, nello stesso tempo, un'occasione per applicare la nuova legge "antiterrorismo", la legge n. 3713. Vi è infatti una grossa opposizione contro questa legge. Ora essi possono legittimarla con un caso di "terrorismo internazionale". L'Unificazione dell'Europa nel 1992 significa anche un'Europa basata sull'oppressione e sullo sfruttamento. Un mondo dove i bisogni e gli interessi umani vengono ridotti agli interessi dei capitalisti e dei loro governanti che non esitano a commettere genocidi e torture contro gli uomini e le donne che combattono questa Europa unificata. Barbara è solo un esempio di questa politica, che rappresenta gli innumerevoli detenuti politici in Turchia e nel Kurdistan. A loro va tutta la nostra solidarietà. Solidarietà a tutti i detenuti politici! Libertà per tutti i detenuti politici! Zurigo, giugno 1991 |