"Uomini che si rifiutano di porre fine alla lotta - e vincono, invece di perdere e morire."
(dall'ultima lettera di Holger Meins)
José Manuel Sevillano è morto. E' stato ucciso in maggio, dopo 177 giorni di sciopero della fame, dal governo spagnolo. Le compagne e i compagni prigionieri dei GRAPO e del PCE(r) lottano da otto mesi con un duro e lungo sciopero della fame per il loro raggruppamento. Essi devono riuscire nel loro obiettivo e hanno bisogno per questo della solidarietà e dell'iniziativa di tutti coloro per i quali lottare per cambiamenti radicali e per una società umana è un fatto serio e fondamentale.
Finora lo Stato spagnolo ha opposto ai prigionieri la linea dura e la tortura.
E' sua la responsabilità e la decisione, ma la direttiva per questo è stata stabilita nell'ambito dell'Europa Occidentale della NATO, e per questo motivo è la Repubblica Federale Tedesca, come potenza leader europea, direttamente responsabile della morte di José Manuel Sevillano.
Il 27 luglio 1990 abbiamo attaccato, con il "Comando José Manuel Sevillano", l'esperto in lotte insurrezionali Hans Neusel, Segretario di Stato al Ministero dell'Interno di Bonn. Abbiamo fallito l'obiettivo militare dell'azione: l'esplosione doveva assicurare la sua morte, ma doveva anche garantire la protezione al cento per cento degli estranei. In questo margine abbiamo calcolato una quantità di esplosivo insufficiente.
Volevamo far pagare a Neusel i suoi crimini. Egli organizza e dirige la guerra contro tutti coloro che lottano per la liberazione, l'autodeterminazione ed una vita degna dell'uomo e contro la distruzione che scaturisce da questo sistema.
Neusel, dall'85, è l'elemento propulsivo di molti vertici del Gruppo di Trevi; da lui vengono e venivano numerose iniziative per l'intensificazione e l'unificazione della lotta contro la resistenza in Europa Occidentale, ed una politica dei rifugiati che disprezza gli uomini. Si deve all'iniziativa di Neusel e del Ministro degli Interni francese se gli "esperti di terrorismo" degli Stati del vertice dell'economia mondiale si incontrano regolarmente dall'87.
Neusel è presente -spesso come presidente - in tutti gli " stati maggiori di crisi" che hanno a che fare con la lotta contro la Resistenza (per il sequestro di dirigenti di multinazionali tedesche in Libano, il coordinamento delle indagini dopo le nostre azioni ecc.) e nei comitati governativi per i servizi segreti.
All'inizio dell'89, quando i prigionieri in RFT erano in sciopero della fame per ottenere il loro raggruppamento, era Neusel (prima della nomina di Schauble a Ministro dell'Interno) l'effettivo capo del Ministero: in modo non ufficiale, Zimmermann si era congedato da questa funzione già molto prima.
In quel tempo, il Ministero dell'Interno aveva fatto circolare provocatoriamente la parola d'ordine: "Lo Stato non si lascia ricattare su ciò da questi prigionieri".
Oltre a ciò, Neusel era presente agli incontri dei rappresentanti dei Ministeri di Giustizia dei lander per rappresentarvi la linea del Ministero degli Interni.
In rapporto allo sciopero della fame in RFT, la questione era chiara fina dall'inizio: la linea dura del Governo non viene spezzata attraverso la lotta dei prigionieri e di tutti coloro che hanno fatto proprio l'impegno del raggiungimento della richiesta del raggruppamento finché Neusel è parte della frazione che vuole passare sopra ai cadaveri delle nostre compagne e dei nostri compagni.
Neusel rappresenta attualmente per il Governo Federale la linea dura della NATO nell'attacco della bestia euro-occidentale contro i prigionieri rivoluzionari in Spagna.
Neusel incarna - anche se indirettamente - la continuità in sé del fascismo tedesco del Terzo Reich con la Grande Germania che va verso il Quarto Reich. Egli ha fatto la sua carriera politica per molti anni accanto al vecchio nazista ed ex-presidente federale Cartens ed ha formulato apertamente i suoi pensieri e le concezioni fasciste senza alcun tentativo di mascheramento apparentemente democratico.
Ciò si verifica nell'87, riguardo all'accoglimento di quattordici rivoluzionari cileni prigionieri che erano stati condannati a morte dal regime militare fascista, quando Neusel pretese prima, per loro, l'"invalidamento delle accuse sollevate contro di loro", il che non significava altro che chiedere la loro esecuzione.
Neusel ha pieni poteri decisionali sull'attività Gsg-9 e partecipa alle decisioni su coloro che vengono addestrati da questa truppa-killer, come ad esempio le unità speciali turche che oggi massacrano il popolo del Kurdistan.
L'offensiva contro i prigionieri in Spagna, con cui il Governo socialista di Gonzales vuole definirsi, proprio riguardo all'Europa del '92, come membro fidato degli Stati forti del blocco di potere europeo, si sviluppa con la piena copertura degli altri Stati dell'Europa Occidentale. Questo blocco, con al vertice la RFT, si è eretto a potenza mondiale e deve raggiungere la stabilità interna contro coloro che continuamente inaspriscono le contraddizioni e che non si lasciano più a lungo pacificare.
In questo quadro si sviluppa attualmente, attraverso tutti i paesi euro-occidentali, il tentativo di soffocare ogni idea di resistenza e di autodeterminazione in una morsa d'acciaio, con la continua dimostrazione, da parte dei Governi euro-occidentali, della totalità del loro potere.
E, in questo contesto, la questione se i prigionieri in Spagna la spunteranno con la loro lotta, ha un grosso significato per l'intera prossima fase, per la nuova costruzione della prassi rivoluzionaria in Europa Occidentale.
Così come lo Stato-RFT ha tentato nel '77, sulla nostra sconfitta, di farla finita una volta per sempre con il problema della guerriglia e, contemporaneamente, di far precipitare l'intera sinistra in RFT nella più profonda rassegnazione ed impotenza, così l'attacco ai prigionieri dei GRAPO e del PCE(r) ha come obiettivo, nello stesso tempo, l'intero movimento rivoluzionario e tutte le forze progressiste in Europa Occidentale.
La distruzione del collettivo e l'isolamento delle compagne e dei compagni deve avviare una svolta nello sviluppo dell'ultimo anno e rispondere precisamente alla questione se sono state sviluppate nel modo più ampio l'unità e la coscienza della necessità di iniziative comuni fra i movimenti rivoluzionari e gli strati favorevoli ad un radicale cambiamento in Europa Occidentale.
Il tentativo di realizzare questo cambiamento scaturisce dallo sviluppo internazionale: l'imperialismo ha vinto la guerra fredda.
La dissoluzione del blocco socialista e, con ciò, anche della sua funzione storica nei confronti del processo di liberazione nel Tricontinente, ha condotto ad una nuova stabilizzazione del blocco di potere imperialista.
Il vertiginoso sviluppo degli ultimi mesi e l'incorporazione della Repubblica Democratica Tedesca ha portato la RFT ad un predominio illimitato all'interno dell'Europa Occidentale e l'intero blocco europeo-occidentale a potenza mondiale.
Da questa nuova posizione di forza i Governi europei-occidentali tentano oggi in ogni situazione di riguadagnare terreno contro tutte le lotte rivoluzionarie e quelle sulle condizioni di vita e, nelle situazioni nelle quali sia stato raggiunto l'obiettivo, invertirne lo sviluppo.
Dall'inizio alla metà degli anni Ottanta, dato che il processo di liberazione a livello mondiale era stato portato al suo limite estremo, ovunque i combattenti dovevano iniziare a cercare nuove strade. Questo significava, in molti paesi del Tricontinente, che dai movimenti di liberazione rivoluzionari nascevano movimenti di base che lottavano per il cambiamento di una condizione di vita inumana ed indegna e che iniziavano a organizzare la propria vita quotidiana. Così si è costruito un potere dal basso in diversi paesi (l'Intifada in Palestina e in Kurdistan, i movimenti di liberazione nel Salvador e nelle Filippine) che esiste accanto al potere reazionario di Stato.
Questo sviluppo ha la propria espressione anche nella metropoli.
Le lotte che si sono sviluppate negli ultimi anni e in cui si sono incontrati uomini diversi, sono lotte per il cambiamento "qui e subito". Da una parte si dispongono contro il progetto distruttivo imperialista, dall'altra si costruiscono lotte per rapporti di vita autodeterminati, sulla base dell'esperienza di molti, contro la vita quotidiana capitalistica, con la sua concorrenza, l'assenza di relazioni interumane, la vita nell'isolamento distruttivo.
Questo è il nocciolo dal quale, per esempio, nascono in tutta l'Europa Occidentale movimenti per l'occupazione di case. Ogni qualvolta gli uomini hanno conquistato spazi autodeterminati, si sono formate nuove possibilità ed opportunità per la costruzione di un movimento rivoluzionario.
Gli imperialisti vogliono riportare indietro e ribaltare questo sviluppo. L'attuale progetto della controrivoluzione: la distruzione del collettivo prigionieri in Spagna, la repressione delle rivolte di prigionieri in diversi paesi, il brutale sgombero, dopo anni, delle case occupate e il carcere a Groningen (Olanda), in Danimarca, le perquisizioni e le provocazioni contro la Hafenstrasse, stanno sulla stessa linea. I governi imperialisti colpiscono tutte le situazioni che, come ad esempio la Hafenstrasse in RFT, affermano che è possibile raggiungere il proprio obiettivo contro il loro apparato di potere e che può esistere, contro la giornata capitalistica di 24 ore, una realtà determinata dagli uomini.
Di fronte allo sviluppo internazionale, ma anche di fronte al passaggio fascista ed all'approdo della RFT a nuova potenza mondiale grande-germanica, molti compagni ed altri uomini, che si sono ribellati contro questo sistema dell'oppressione e della disumanizzazione, dicono che non abbiamo alcuna possibilità di farcela, perché il nemico è soverchiante e le forze per il sovvertimento sono deboli.
E questa è l'altra faccia: questa rassegnazione, e in parte anche questa paralisi, impediscono molte iniziative che potrebbero costituire passi avanti verso la ricostruzione di un forte movimento rivoluzionario.
La decisione di lottare contro il sistema imperialista e per un mondo nel quale gli uomini possano vivere liberi e autodeterminati non può essere indipendente da questo: se in una determinata fase sia più forte la propria parte o il nemico, quindi se la vittoria sia a portata di mano o se dovrà essere conquistata alla fine di una lunga lotta. La decisione per la lotta rivoluzionaria può solo venire dalla propria esperienza nel sistema, dalla sua brutalità e distruttività e dai propri obiettivi e dalle proprie idee, in una parola da come si vuole vivere.
Noi diciamo che in ciò sta una chiave importante per molti, e anche per i più immediati passi nella costruzione del contropotere rivoluzionario: bisogna prendere coscienza di questa esperienza, poiché questa è la radice della propria ribellione, della ribellione di ciascun uomo. L'esperienza della distruzione attraverso il sistema potrà portare alla più cosciente e definitiva decisione per il sovvertimento della realtà dominante e per una vita autodeterminata ed auto-organizzata.
Noi tutti dobbiamo ora afferrare ciò, per diventare forza collettiva. La decisione di fare l'azione contro Neusel ora ed in relazione con lo sciopero in Spagna è per noi un nuovo passo sulla strada per costruire insieme contropotere, per il raggiungimento di un obiettivo che costituisce il centro di tutta la discussione.
Noi non avevamo intenzione, al principio, di intervenire nello svolgimento dello sciopero della fame delle compagne e dei compagni spagnoli. Non prima che fosse chiaro che il Governo intendeva tener ferma la sua linea dura, perfino dopo la morte di José Manuel Sevillano e l'inasprimento delle contraddizioni su questo punto nella stessa Spagna e le numerose e svariate iniziative sviluppate negli altri paesi dell'Europa Occidentale. Proprio la valutazione che il blocco euro-occidentale, con la distruzione del collettivo dei prigionieri in Spagna e la liquidazione dei compagni, vuole rovesciare l'intero sviluppo e le condizioni per tutte le lotte, ci ha spinti a decidere un intervento armato. Solo un'azione armata poteva riaprire nuovamente questa situazione bloccata. Essa può portare tutte le iniziative che si sono sviluppate sinora sullo sciopero della fame ad una nuova ampiezza, ed essa rende possibile prima di tutto un nuovo slancio, poiché apre lo spazio politico a questo scopo. Ogni iniziativa che viene ora, conta!
Tale è oggi la situazione e, a partire dalle diverse situazioni nei singoli paesi e dai diversi punti strategici da cui partono i combattenti in questi paesi, si andrà componendo il Fronte Antimperialista in Europa Occidentale che si comporrà attraverso una molteplicità di lotte.
Noi pensiamo che oggi ciò è possibile e che ciò può essere un primo passo comune nella nuova costruzione di un forte movimento rivoluzionario, pensiamo sia cioè possibile intendersi sulle questioni che costituiscono il cuore del confronto imperialismo/liberazione, per arrivare su questo ad un intervento comune.
Così il nostro attacco oggi deve agire in due direzioni: la prima è quella del raggiungimento dell'obiettivo dei prigionieri e della costruzione del contropotere rivoluzionario in Europa Occidentale mentre la seconda è costituita dall'inizio di una lunga fase di lotta contro il neonato potere mondiale grande-germanico, europeo-occidentale.
La RFT ed il nuovo gruppo dirigente della RDT marciano insieme verso la Grande Germania, verso lo stesso obiettivo e verso lo stesso piano imperiale del nazifascismo. La terza aggressione che il capitale tedesco conduce in questo secolo contro i popoli dell'Europa, è condotta con i mezzi dell'economia e della politica. La sottomissione di milioni di uomini ai principi del mercato, del profitto e del sistema delle merci porta nuovo dolore e miseria ai popoli.
Questa volta non ci saranno milioni di morti e paesi cancellati, ma milioni di uomini degradati e oppressi, colpiti e disperati nella loro vita distrutta.
E, sulla base del nuovo potere che il capitale tedesco, al vertice dell'Europa Occidentale, trae dal suo sviluppo, gli imperialisti vogliono lanciarsi in un nuovo giro di vite, nella sottomissione e nel saccheggio dei popoli del Tricontinente.
Noi ci poniamo con tutte le nostre forze contro questo sviluppo perché è nostro compito, nella guerra di classe internazionale, impedire che essi riescano in questo piano.
Contro il salto della bestia euro-occidentale, il nostro balzo sulla strada del contropotere rivoluzionario!
Conquistare insieme il raggruppamento dei prigionieri dei GRAPO e del PCE(r) - conquistare con la lotta il raggruppamento di tutti i prigionieri rivoluzionari e con ciò la prospettiva per la loro liberazione!
Guerra al potere mondiale RFT-Europa Occidentale!
Organizzare la lotta armata!
Lottare insieme e insieme vincere!
Rote Armee Fraktion
Comando "José Manuel Sevillano"
(da "Die Tageszeitung del 30 luglio e 1° agosto 1990)
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