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IL BOLLETTINO DEI COMITATI CONTRO LA REPRESSIONE

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IL BOLLETTINO: NOTIZIE EUROPA

Spagna:

CENTO GIORNI DI SCIOPERO DELLA FAME

E' da più di cento giorni che cinquanta rivoluzionari prigionieri, militanti del PCE(r) e dei GRAPO, hanno iniziato uno sciopero della fame per difendersi dalle aggressioni del governo del PSOE. Sono già più tre mesi che lottano nelle prigioni per ottenere il rispetto della loro dignità, dei loro diritti più elementari, per avere la possibilità di studiare e lavorare in carcere, per poter mantenere contatti regolari con i familiari e gli amici. Niente di trascendentale. E nonostante la maggioranza dei prigionieri in sciopero della fame siano ricoverati in vari ospedali in condizioni di salute molto gravi e qualcuno di loro possa morire da un momento all'altro, il governo del PSOE continua a non accettare le loro giuste e basilari rivendicazioni. Il PSOE, abituato ad imporre con la forza i suoi interessi, pensava di poter facilmente sottomettere i prigionieri politici rinchiusi nelle prigioni, confidando nell'opera distruttiva del carcere e di poter in questo modo assestare un duro colpo morale alle forze rivoluzionarie e ai settori sociali progressisti che, come noi, si oppongono alla prepotenza e arroganza del governo del PSOE. L'obiettivo del governo è disgregare il movimento popolare, facendo pentire le avanguardie, i compagni più combattivi, i migliori figli del nostro popolo. E ancora una volta gli è andata male! I prigionieri politici non hanno accettato il ricatto ed hanno risposto all'aggressione con la resistenza, nell'unico modo che loro è consentito: lo sciopero della fame a tempo indeterminato, rischiando la loro vita perchè tutti potessero conoscere quello che succede in quei luoghi di tortura e sterminio, perchè tutti potessero vedere chiaramente il vero volto del governo.

E' chiaro che il PSOE vuol far pagare cara a questi compagni la loro audacia, il loro rifiuto di arrendersi pacificamente, nonostante la prigionia e le enormi difficoltà da essa derivanti. La resistenza dei prigionieri politici ha vanificato le mire ed i piani del governo ed è proprio questo che il governo vuole far loro pagare al prezzo della morte dei prigionieri in sciopero della fame. Solo noi possiamo impedirlo, poichè loro stanno facendo tutto il possibile: continuano a resistere, che è già molto se teniamo presente che vengono sottoposti alla tortura dell'alimentazione forzata che serve solo ad aumentare le loro sofferenze e ad allungare la loro agonia con l'intento di farli desistere dallo sciopero. Essi sono in carcere perchè hanno lottato e continuano a lottare per le stesse cose per cui lottiamo noi. Alcune libertà e alcuni diritti di cui noi oggi possiamo usufruire sono dovuti in qualche modo anche al loro sforzo e al loro impegno. Abbiamo tutti un dovere morale nei loro confronti.

Non possiamo abbandonarli ora che hanno più bisogno del nostro appoggio e della nostra solidarietà. La loro vita dipende dal nostro impegno, dalla nostra partecipazione a tutte le iniziative che si sviluppano in appoggio allo sciopero della fame e da quelle che noi stessi possiamo promuovere nei nostri luoghi di lavoro, nei nostri quesrieri, ecc. La lotta per la dignità nelle carceri è la stessa lotta per la dignità sul posto di lavoro, nel quartiere, nell'università. E' la stessa lotta e solo con la solidarietà e opponendoci insieme al governo del PSOE e ai suoi seguaci potremo vincere.

Solidarietà' con i prigionieri politici!

I prigionieri in sciopero non devono morire!

Associazione dei familiari e amici dei prigionieri politici
(A.F.A.P.P.)

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Pagina modificata il 18 marzo 1999 - no copyright, Coordinamento contro la repressione a sostegno di Mumia Abu Jamal


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