IL BOLLETTINO: NOTIZIE EUROPA

Paesi Baschi :

ETA VALUTA L'AZIONE ATTUALE DEI PARTITI BASCHI

ETA aveva previsto l'aumento della repressione, l'intensificarsi della collaborazione francese e le attuali posizioni dei partiti baschi, secondo quanto si può desumere da un'analisi di congiuntura realizzata dall'organizzazione armata lo scorso mese di agosto e resa nota in questi giorni. Nel documento si affronta anche il punto di vista dell'organizzazione sui già noti contatti stabiliti ad Algeri e l'interpretazione che a partire dalla propria stessa strategia si dà del futuro processo di negoziazione.

L'attuale congiuntura politica vissuta da Euskadi sud, in cui si può inquadrare la rincorsa tra le posizioni del governo e quelle di ETA, con un continuo botta e risposta che può entrare in fase risolutiva a partire dalle prossime elezioni legislative, era già esposta nel documento firmato dall'organizzazione armata. Nell'analisi svolta, ETA valuta le diverse posizioni dell'intera gamma delle forze politiche basche.

Per l'organizzazione, il processo basco si sta internazionalizzando in conseguenza dell'interpretazione e della strategia del capitale multinazionale in Euskadi sud. «L'esistenza di una serie di fattori, come l'evoluzione delle strutture economiche dell'Europa capitalista verso un'economia integrata al servizio del capitale internazionale e la continua capacità di lotta del Popolo Basco per la sua liberazione nazionale, hanno profondamente acutizzato le contraddizioni del processo di Riforma. In questo quadro, i centri finanziari multinazionali vedono nella questione nazionale basca, soprattutto per quanto concerne il suo progetto politico, un elemento di perturbazione che mette permanentemente in discussione i loro interessi, ragion per cui esigono, come contropartita ai loro progetti di investimento e sviluppo nella zona economica basca, una situazione politica e sociale che garantisca i suddetti interessi finanziari».

Parimenti ETA valuta che la borghesia basca si agita vedendo che le decisioni che la riguardano in modo diretto vengono adottate al di fuori dei suoi circoli di influenza. «E' a questo punto che prende corpo l'internazionalizzazione del nostro processo, dato che il capitale multinazionale non può tollerare la presenza di un MLNV [Movimento di Liberazione Nazionale Basco, n.d.r.] che metta continuamente in discussione le sue strutture sociopolitiche. Per questo motivo esso si identifica con il processo intrapreso dalla Riforma tentando, con coloro che la gestiscono, di far sì che l'attuale "Stato delle autonomie" si stabilizzi, soprattutto in Euskadi sud, per emarginare in questo modo il MLNV e affrontare senza problemi i suoi progetti politico-economici».

L'analisi svolta dall'organizzazione armata aggiunge che «dentro questa situazione emergono elementi esterni, come le pressioni politiche e la collaborazione internazionale sul piano repressivo, frutto della strategia dispiegata dal governo del PSOE mediante l'appoggio dell'Internazionale Socialista, della NATO e dei suoi accoliti, al fine di togliere prestigio e delegittimare la lotta del MNLV, associandola al "terrorismo internazionale"».

Pressioni sul governo spagnolo

Parimenti, il documento segnala che «il governo del PSOE e lo Stato spagnolo si vedono nella imperativa necessità di risolvere in un modo o nell'altro il loro problema perennemente in sospeso, "la questione nazionale basca"». ETA aggiunge che «il governo spagnolo è oggetto di pressioni sul piano internazionale, il quale gli offre la sua interessata collaborazione in cambio di facilitazioni commerciali, condizionando il suo futuro aiuto alla risoluzione del problema di cui, dopo la creazione di un mercato unico europeo, non è disposto a farsi carico».

L'analisi svolta dall'organizzazione armata valuta concretamente che «all'inizio cercheranno di far sì che questo aiuto sia unicamente repressivo, a fronte della situazione attuale, condizionata dall'avanzare del processo di lotta e di consolidamento del MLNV e dal fallimento della strategia repressiva che è stata scatenata».

Blocco riformista

L'analisi di questa nuova situazione porta ETA a studiare a fondo il comportamento di tutti i gruppi politici di particolare rilevanza in Euskadi. «Il progressivo materializzarsi della transnazionalizzazione dei mercati finanziari e industriali, la perdita d'importanza e l'indebolimento degli ambiti statali e regionali e la impraticabilità della via autonomistica attuale come strumento adeguato per la creazione di uno spazio politico-finanziario che garantisca i settori che l'hanno sostenuta, sono i parametri essenziali che guideranno la vita politica al di fuori dell'azione dei partiti regionalisti e che, insieme col consolidamento e l'avanzare della lotta del MLNV, obbligheranno i partiti del blocco della Riforma in Hegoalde [Euskadi sud, n.d.r.] a prese di posizione che permetteranno progressivamente la chiarificazione dei progetti politici, finora fumosi, come il concetto generico di "abertzales" [patrioti, n.d.r.]».

Per questa organizzazione, «l'attuale situazione di crisi di governo vissuta dal PNV è solo una conseguenza del patto contro-natura col PSOE».

Anche EA [Eusko Alkartasuna, n.d.r.] merita una particolare attenzione «non già perché il suo progetto politico differisca da quello del PNV, bensì per il carattere "decaffeinato" di questo rispetto alle rivendicazioni del MLNV». In questo senso, ETA considera che EA «vuole, senza riuscirci, porsi come una forza di ricambio sul piano politico, presentandosi come la "terza via" che renda possibile un'ipotetica riforma della Riforma, e a tal fine non esita ad utilizzare un falso e demagogico linguaggio abertzale, che esce allo scoperto con l'avvio di una politica di alleanze diretta ad escludere HB [Herri Batasuna, n.d.r.] dai diversi governi municipali».

Rispetto all'esperienza europea di EA, l'organizzazione armata segnala che EA ha dimostrato «il suo interesse ad intralciare l'azione del MLNV nei differenti fori internazionali in cui sono stati entrambi presenti. Va sottolineato, infine, che sotto la "realtà" del progetto europeo, EA nasconde la ambiziosa intenzione di riempire una parte dello spazio politico attualmente rappresentato dall'Unità Popolare [Herri Batasuna, n.d.r.], ragion per cui non risparmierà nessun tipo di manovra elettoralistica, o di altro genere, per conseguire il suo obiettivo».

«Una buona prova di ciò - continua il documento - è la sua presentazione ufficiale in Iparralde [Euskadi nord, n.d.r.], durante le elezioni legislative che si svolsero nel giugno '86 nello Stato spagnolo. I canti del cigno intonati da EA a proposito della territorialità o di altri problemi di Euskal Herria [Paese Basco, n.d.r.], non si udirono più con la firma del patto "antiabertzale" [antipatriottico, n.d.r.] di Gasteiz [patto contro le forze del MLNV firmato da tutti i partiti politici fuorché Herri Batasuna, n.d.r.], rifiutato dalla militanza di Iparralde, cosa questa che comportò serie contraddizioni in seno al partito. Iparralde non gioca che il ruolo di una carta congiunturale per abbellire il progetto di "terza via" con il generico concetto di "Zazpiak Bat"».

Secondo l'organizzazione armata «la direzione di EA intraprenderà, per mezzo di questa triste realtà europea, diverse campagne impregnate di radicalismo dialettico, con lo scopo di avvicinarsi al MLNV. Campagne di ammorbidimento, come può essere quella del diritto all'autodeterminazione, in cui una volta di più risalterà la sua vocazione ad attutire la forza delle rivendicazioni nazionali basche, agitate dal MLNV, con il fine di limitare il protagonismo del Popolo Lavoratore Basco e, in modo folcloristico, formalizzare un progetto politico che risponda a determinati interessi economico-politici».

In tutta questa faccenda ETA avverte una certa convergenza nella strategia dei due partiti. «Le direzioni di EA e del PNV affrontano l'attuale fase politica condizionate e legate ai disegni della strategia dello Stato e di coloro che lo gestiscono. La strategia di entrambi i partiti ha come oppositore il MLNV e la loro azione politica si colloca nelle coordinate Costituzione-Statuto che legittimano l'opera della Riforma. Insistiamo sul fatto che le direzioni di questi partiti sono vincolate dal loro progetto politico e di conseguenza dipendono esclusivamente dagli interessi a breve e medio termine delineati dal PSOE, senza la possibilità di manovrare politicamente in modo unilaterale, con l'eccessivo logoramento che ciò comporta, per quanto questo venga solitamente ricompensato con alcune concessioni che non fanno altro che acutizzare le contraddizioni all'interno della famiglia "jeltzale", soprattutto se si producono grazie alla loro politica di servilismo, in coincidenza con la tattica dei gestori dei poteri di fatto».

Parimenti, l'organizzazione armata cita la «progressiva decantazione di EE [Euskadiko Ezkerra, n.d.r.] dal liquidazionismo verso posizioni eurocomuniste (all'inizio), e la sua attuale caratterizzazione socialdemocratica parallela all'abbandono delle tesi nazionaliste; EE si configura, nella congiuntura, come una formazione di tecnocrati al servizio del PSOE, legata e alimentata dall'apparato burocratico delle istituzioni della Riforma nel Paese Basco, un partito prediletto da Madrid e dalla stampa "antiabertzale", ma con un radicamento scarso, se non nullo, e scarsa capacità di mobilitazione».

Intossicazione e conversazioni

Secondo questa analisi l'internazionalizzazione del conflitto e i contatti col governo spagnolo sono in evidente correlazione; da ciò deriva l'avvertimento circa informazioni interessate.

«L'internazionalizzazione repressiva del conflitto che oppone il Popolo Basco allo Stato spagnolo, insieme alla più grande campagna di intossicazione tramite informazione che sia mai stata scatenata e al rafforzamento del tessuto giuridico repressivo, è una conseguenza rimarchevole della strategia repressiva del governo PSOE, intesa a nascondere all'opinione pubblica l'incapacità e l'inettitudine del gestore della Riforma, e dei suoi accoliti baschi, e ad emarginare il MLNV; ed è un inutile tentativo di mostrare fermezza dinanzi alle contraddizioni che il mancato consolidamento della Riforma in Euskadi sud sta generando».

In questo contesto ETA dedica particolare attenzione al «tentativo - da parte dei poteri sovranazionali- di indurre Felipe Gonzalez a simulare uno sbocco negoziale, dando così inizio ai contatti mantenuti in Algeria nel 1986, durante i quali il governo del PSOE ha dispiegato tutto le sue capacità di intossicazione per creare false aspettative in seno al nostro popolo e dare il via, all'interno di una concezione globalmente repressivo-tattica, ad una nuova fase di distruzione del tessuto economico basco, di offensiva internazionale, di pressione contro i collettivi dei perseguitati del MLNV (prigionieri e rifugiati), di integrazione della legislazione eccezionale antiterrorismo nel Codice Penale ordinario, di politica dei patti unita al processo di sostituzione dell'"euskera" [lingua basca, n.d.r.]».

All'interno della campagna, «sottolineeremo - aggiunge il documento - l'attività collaborazionista dei mezzi di comunicazione, sia statali che baschi o della Navarra, controllati questi ultimi rispettivamente dal governo basco e locale [della Navarra, n.d.r.], sempre più assimilabili nei modi e nel linguaggio ai media spagnoli; sebbene questi sperino di riuscire ad addormentare e confondere l'opinione pubblica, non riescono a raggiungere il loro scopo, visto che essa dà loro sempre meno credito».

Il PSOE ha fretta

Il documento si incentra anche sull'azione e le prospettive del PSOE. «La politica contro-insurrezionale del PSOE non è priva di fratture. A questo dobbiamo aggiungere che, nel caso in cui non dovesse conseguire una vittoria nelle prossime elezioni legislative del '90, il PSOE si vedrebbe prevedibilmente sfuggire dalle mani l'inghippo della maggioranza assoluta, dinanzi alla qual cosa sarebbe obbligato a condividere la gestione del governo con altre forze, con tutto quello che ciò comporta in termini di instabilità e fragilità dell'azione del governo stesso».

«Il governo del PSOE - continua il documento - ha fretta ed è inquieto, dato che ogni giorno che passa le sue posizioni si vedono più indebolite; ne consegue che cercherà con tutti i mezzi di forzare il negoziato al ribasso e che sicuramente, e ancor prima della scadenza dei termini, si sforzerà di imporlo brutalmente».

Riferimento al blocco "abertzale" [patriottico, n.d.r.]

In questo senso ETA insiste sul fatto che «il Popolo Lavoratore Basco deve essere pronto a far fallire tutte le offensive repressive che lo Stato sia disposto a lanciargli contro, tanto sul piano interno quanto su quello internazionale».

«Il Popolo Lavoratore Basco, dinanzi a questo scontro che sta conducendo da più di 150 anni, non ha scadenze prefissate e concepisce il processo come un percorso che riemerge, instancabilmente, per la conquista della sua liberazione nazionale e sociale. All'interno di questo percorso, e come caratteristica ultima durante tutto il processo della Riforma, dobbiamo inquadrare il progressivo livello di sviluppo organizzativo e politico del MLNV, prova tangibile, d'altra parte, della correttezza dei presupposti e delle linee d'azione, sia delle organizzazioni del blocco che della UP-HB [Unità Popolare-Herri Batasuna, n.d.r.]. Una speciale menzione merita la Unità Popolare (HB), che a 10 anni dalla costituzione della Mesa di Alsasia, si è configurata come punto di riferimento della classe lavoratrice e degli strati popolari, adeguandosi e crescendo tanto sul piano organizzativo quanto su quello politico in ognuna delle fasi attraverso cui è passata la Riforma, ed è passato lo stesso processo di ricostruzione di "Euskal Herria" [Paese Basco, n.d.r.]».

«Una buona prova di questo sono l'attuale rinnovamento della Mesa Nacional [organismo direttivo di HB, n.d.r.] e la stessa ristrutturazione globale [di HB, n.d.r.], che fanno presagire nuovi progressi che HB, in quanto alleanza storica e strumento di aggregazione di forze, deve mettere politicamente a profitto, rendendo irreversibili i passi in avanti compiuti fino ad ottenere un nuovo quadro basato sull'alternativa KAS, preparandosi a conseguire gli obiettivi strategici, cioè la costruzione di uno Stato basco, indipendente, socialista e bascoparlante».

Per finire, l'organizzazione armata ribadisce che «la ristrutturazione dell'Unità Popolare, che cercherà di rispondere alle necessità che il Popolo Lavoratore Basco avrà a breve e medio termine, esige che l'insieme dei militanti facciano propria la nuova concezione, al fine di ottenere la partecipazione del maggior numero di forze ai differenti livelli dell'Unità Popolare, e di concretizzare così l'essenza di tale concezione».

(articolo tratto da Punto y Hora, n.537, dicembre 1988-gennaio 1989)

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http://www.senzacensura.org/

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