UN'IMPRESA DIMENTICATA DEL PSOE: IL PIANO ZENMentre la Spagna del PSOE conduce con determinazione un'offensiva diplomatica internazionale per darsi una vernice di onorabilità di Stato di diritto ed ottenere la collaborazione degli organismi internazionali e degli Stati nella sua politica di repressione contro il Movimento di Liberazione Nazionale Basco, ci è parso necessario ricordare che il piano ZEN, opera del PSOE, viene sempre applicato in Euskadi. Definizione del piano ZEN Esso contiene le disposizioni accettate dal governo del PSOE dopo la sua ascesa al potere nell'ottobre 1982. Queste disposizioni riguardano il rafforzamento della lotta contro il Movimento di Liberazione Nazionale Basco e interessano le quattro province di Euskadi sud. Il piano ZEN è entrato in vigore nel febbraio 1983. ZEN vuol dire Zona Speciale Nord. I cinque livelli d'intervento del piano ZEN 1. Livello politico: la strategia messa in atto mira ad ottenere la collaborazione delle istituzioni sorte dallo Statuto cosiddetto di Autonomia del 1979. In effetti, dopo la mancata approvazione della Costituzione spagnola nel 1978 da parte dei Baschi e la conseguente delegittimazione dello Stato spagnolo in Euskadi sud, il PSOE si sforzerà di fare in modo che il funzionamento delle istituzioni create nel quadro dello Statuto cosiddetto di Autonomia e la pratica delle organizzazioni politiche che vi sono legate conducano ad una legittimazione di fatto dello Stato spagnolo in Euskadi sud. Risultati raggiunti: a) conseguimento del patto di legislatura PNV/PSOE; b) conseguimento dell'accordo per la normalizzazione e la pacificazione firmato il 12 gennaio 1988, cioè del patto anti-ETA, che va interpretato come accettazione da parte dei partiti politici baschi (tranne Herri Batasuna) della politica repressiva e anti-basca del PSOE; c) la polizia cosiddetta autonoma basca (Ertzantza) e le polizie municipali sono sempre più integrate nei compiti di mantenimento dell'ordine pubblico propri della Polizia Nazionale spagnola: lo abbiamo potuto constatare durante le feste di Donostia [San Sebastián, n.d.r.] e Bilbao ("incidenti" significativi assai poco riportati dalla stampa internazionale). E' un fenomeno che si è prodotto in tutte le colonie: dagli "harkis" d'Algeria ai "cipayes" dell'India. 2. Livello sociale: il piano ZEN si propone di distruggere la base sociale di ETA usando soprattutto i mezzi di comunicazione e dando impulso ad una politica di intossicazione, manipolazione e disinformazione. Si tratta di distruggere agli occhi dell'opinione pubblica l'immagine dei "gudaris", cioè dei combattenti. Bisogna invece sostituirla col termine "terrorismo", presentare il resistente basco come un "fanatico", un "settario", un "nevrotico", perfino un "fascista". Risultati: se si osserva il comportamento di gran parte della stampa e la terminologia utilizzata, si può dire che il successo è reale. Al contrario è un fallimento per quanto riguarda il restringimento della base sociale di ETA. 3. Livello legale: messa in opera di una strategia tesa a far accettare agli strati popolari l'insieme delle leggi eccezionali e ad ottenere dei "terroristi pentiti" sul modello italiano. Risultati: è un netto fallimento. Ben pochi prigionieri si sono lasciati ingannare dalla politica di "reinserimento sociale". Il fallimento in questo campo si comprende facilmente: paragonare la resistenza basca alle Brigate Rosse è un errore grossolano. 4. Livello poliziesco: oltre alla centralizzazione e al coordinamento degli organi preposti alla lotta contro i commandos di ETA, il piano ZEN accorda ormai una grande importanza alla formazione all'azione psicologica. Si tratta da una parte di permettere una migliore penetrazione della polizia nel tessuto sociale basco e, dall'altra, di affidare gli "interrogatori" ad un personale specializzato, affinché non si verifichino più casi come quello di Joseba Arregui (morto sotto le torture nel febbraio 1981). Risultati: a) il nuovo metodo (tortura + psicologo) è stato impiegato con successo contro Alfonso Etchegarai; b) in questi ultimi tempi non è stato possibile provare numerosi casi di tortura, perché ormai i maltrattamenti inflitti lasciano poche tracce. Grazie al piano ZEN, i torturatori sono diventati raffinati a tal punto che persino le organizzazioni umanitarie cadono nel tranello. 5. Livello internazionale: a questo livello, citiamo semplicemente il testo del piano ZEN: «Mantenere i contatti con i paesi che hanno subìto il flagello del terrorismo ed integrarsi sempre più nella rete d'informazione sul terrorismo a livello europeo. Le azioni - nel caso di ETA - devono avere una particolare incidenza sullo Stato francese... I governi democratici non prendono decisioni in contrasto con l'opinione pubblica interna e dei paesi stranieri, fornendo informazioni oggettive sulla realtà terrorista». Col piano ZEN la Spagna del PSOE ha elaborato una strategia attiva diretta ad ottenere la collaborazione delle organizzazioni internazionali e degli Stati. I risultati conseguiti sono reali: a) il bilancio della cooperazione franco-spagnola è ricco; b) il bilancio dell'azione del GAL è possibile in pratica solo nella misura in cui si considera che esso deve la sua esistenza alla collaborazione tra Parigi e Madrid; c) il PSOE ottiene ora a Strasburgo delle mozioni di condanna di ETA e del movimento popolare basco; è da notare che queste mozioni di condanna raccolgono l'unanime consenso di tutti i settori spagnoli, estrema destra e destra comprese. La Spagna è una; d) soprattutto la stampa francese è completamente a disposizione del PSOE per diffondere il suo messaggio: diritto, democrazia, modernismo, antiterrorismo, ecc. Thierry Maliniak, del giornale Le Monde, è un modello del genere. Anne Sinclair su TF1 sa ugualmente bene usare la sua penna per far brillare e diffondere l'immagine della "giovane democrazia spagnola" minacciata dal terrorismo basco. (da Euskadi Information, settembre 1988) |