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SCIOPERO DELLA FAME DELLE PRIGIONIERE POLITICHE DEL CARCERE DI ALBACETEIl collettivo delle prigioniere politiche di Albacete, composto da quattro prigioniere italiane, da una francese e da una catalana, ha iniziato uno sciopero della fame il giorno 16 marzo. Di fronte alle insostenibili condizioni di vita (ambienti insalubri, sovraffollamento, mancanza di assistenza sanitaria, atti arbitrari della Direzione in relazione al regolamento interno) e di fronte alle continue provocazioni della stessa Direzione, le compagne si sono viste costrette a ricorrere allo sciopero della fame per ottenere condizioni di vita minimamente dignitose. La totale responsabilità di questa situazione ricade sul governo spagnolo con la sua politica repressiva. Come è noto, i "democratici" del PSOE riservano agli oppositori politici un trattamento carcerario speciale, un regime di massima sicurezza. Nel caso delle compagne prigioniere di Albacete (come già era avvenuto con vari prigionieri di ETA, PCE(r) e GRAPO), a questo trattamento generale si aggiunge la chiara volontà, da parte del Ministero degli Interni, di isolarle dal resto delle prigioniere politiche rinchiuse nelle carceri spagnole. Ed è in base a questi due criteri che esse sono state trasferite in un carcere come quello di Albacete, che non possiede l'attrezzatura sufficiente per garantire una vita dignitosa e collettiva. La stessa cosa è accaduta anche con il combattente palestinese NASSER HASSAN AL-ALI, trasferito nel carcere di Puerto de Santa María, dove ha iniziato uno sciopero della fame contro questa politica di isolamento. Il motivo politico che ha spinto gli "umanisti" del Ministero degli Interni ad agire in questo modo è molto chiaro. Si tratta di isolare militanti politici di differenti paesi, isolare esperienze organizzative e di lotta che, negli ultimi decenni, si sono scontrate con la politica bellicista ed antipopolare, con l'oppressione nazionale, ecc. degli Stati imperialisti. La politica di separazione, di dispersione dei prigionieri politici è già stata combattuta, ed il governo ha già fatto marcia indietro in diverse occasioni. In questo caso pensano che, trovandosi di fronte a prigionieri/e stranieri/e, il loro progetto di divisione incontri una resistenza minore. Una volta ancora costruiscono castelli in aria. La risposta delle compagne di Albacete e di Nasser non si è fatta attendere. E questa è la risposta di ogni prigioniero politico che rivendica il diritto di decidere le condizioni della sua esistenza per preservare la sua identità di militante e di persona. Appoggiamo la lotta delle compagne di Albacete e di Nasser! Appoggiamo la lotta per rendere meno dure le loro condizioni di vita, per difendere la loro e la nostra integrità politica e personale! Contro l'isolamento come forma di annientamento politico, fisico e psichico! Per il raggruppamento dei prigionieri politici! Carcere di Alcalá-Meco, 24 marzo 1988 Prigionieri politici italiani - Prigionieri politici palestinesi - Prigionieri politici ETA (m) - Prigionieri politici ETA (pm) - Prigionieri politici autonomi - Prigionieri politici GRAPO - Prigionieri politici PCE(r) (firmano il comunicato le Sezioni di Compimento pena 1,2,3 e 4 al completo) |
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Pagina modificata il 18 marzo 1999 - no copyright, Coordinamento contro la repressione a sostegno di Mumia Abu Jamal