Francia: SULL'ESTRADIZIONE IN SPAGNA DI UMBERTO PASSIGATTICOMUNICATO DELLA COMMISSIONE CARCERE-REPRESSIONE DI PARIGI Umberto Passigatti, militante comunista italiano espulso dalla Francia e inviato con la forza in Spagna giovedì mattina, ha dato inizio venerdì ad uno sciopero della fame e della sete nei locali del tribunale dell'Audiencia Nacional a Madrid. Umberto intende denunciare in questo modo la vera associazione a delinquere formata da Francia, Italia e Spagna per consegnarlo alla polizia italiana, in contrasto con tutte le disposizioni di legge. Condannato nel suo paese a sei anni di carcere per un reato politico (partecipazione a banda armata), Umberto non poteva essere né espulso né estradato direttamente dalla Francia verso l'Italia. La Spagna, la cui legislazione ereditata dal franchismo prevede l'estradizione anche per i reati politici, si è offerta come intermediaria. Umberto è stato espulso e inviato a Madrid giovedì sera ed è stato immediatamente arrestato dalla Brigata d'Informazioni Estere. Come previsto, egli è stato rinviato a giudizio, venerdì mattina, davanti al tribunale speciale dell'Audiencia Nacional, per l'apertura di un procedimento di estradizione su richiesta dell'Italia. Nulla fa dubitare che la manovra sarà rapidamente portata a termine: la Spagna, non più della Francia di Pasqua (ministro degli Interni francese, n.d.t.), non intende preoccuparsi delle forme giuridiche. Già questa mattina i giudici spagnoli hanno impedito ad Umberto di leggere una dichiarazione che egli aveva preparato e gli hanno imposto un poliziotto come interprete. Di conseguenza, Umberto si è rifiutato di rispondere a qualsiasi domanda. La Commissione Carcere-Repressione in Francia, l'Associazione delle Famiglie e degli Amici dei Prigionieri Politici in Spagna sono decisi a mettere in atto tutte le misure per far fallire la scellerata manovra dei governi italiano, francese e spagnolo, per far cessare le pratiche banditesche che si nascondono dietro la pomposa sigla di «Collaborazione Europea delle Polizie e degli Apparati Giudiziari». Parigi, 3 luglio |