Spagna: CHE COSA SONO I GRAPO?DICHIARAZIONE DI MILAGROS CABALLERO CARBONNEL, MILITANTE DEI GRAPO I GRAPO sono un'organizzazione armata il cui obiettivo è la distruzione dell'apparato burocratico-militare fascista del regime dei grandi monopoli in Spagna e l'instaurazione di una Repubblica Popolare nella quale saranno rappresentate tutte le classi e gli strati sociali che hanno lottato contro il fascismo. Di conseguenza l'Organizzazione non ha un'ideologia definita. Essa è composta di comunisti, anarchici, democratici, antifascisti. I GRAPO, in quanto organizzazione armata rivoluzionaria, sono una componente del Movimento di Resistenza in Spagna, a fianco dei movimenti di sciopero, delle manifestazioni e di tutte le forme di lotta (legali e illegali, pacifiche e violente) utilizzate dalle masse. GIUSTIFICAZIONE DELLA LOTTA ARMATALa Spagna è uno stato fascista, repressivo e militarizzato, dove una minoranza (gli uomini dei grandi monopoli sostenuti dai militari) sfrutta e opprime la grande maggioranza del popolo. In Spagna non c'è libertà, non c'è libertà d'espressione. Quando si tenta di esprimersi, di lottare per vie legali e pacifiche, si è violentemente repressi, incarcerati, torturati e assassinati. I grandi capitalisti si mantengono al potere con la forza dei fucili, con la repressione. Per fronteggiarli, per lottare per una vera democrazia popolare, noi siamo costretti ad utilizzare tutti i mezzi, compresi i mezzi violenti. Bisogna combattere i grandi capitalisti con le stesse armi che essi usano contro il popolo. L'unico mezzo che lo stato fascista spagnolo lascia al popolo per conquistare i suoi diritti legittimi e la sua libertà è la lotta armata. Noi non amiamo la violenza ma di fronte alla violenza degli oppressori fascisti e terroristi, bisogna utilizzare la violenza degli oppressi, rivoluzionaria e liberatrice. E' in questo spirito che nel 1982, in occasione della salita al potere del PSOE, i GRAPO hanno deciso una tregua unilaterale. Si trattava di verificare fino a che punto sarebbe arrivata la buona volontà del governo e che ne sarebbe stato delle sue promesse: reale democratizzazione del paese, uscita dalla NATO, creazione di 800.000 nuovi posti di lavoro, ricerca di uno sbocco politico pacifico e negoziazione con le organizzazioni guerrigliere, ecc. La risposta del PSOE fu l'assassinio del dirigente dei GRAPO Juan Martin Luna, soltanto tre giorni dopo la formazione del nuovo governo. Da allora, la repressione e lo sfruttamento non hanno cessato di inasprirsi. Di fronte alla sconfitta dei vecchi metodi apertamente fascisti, l'oligarchia ha completamente rinnovato il suo sistema di dominio ed ha adattato le vecchie forme parlamentari alle nuove condizioni. Ma essa non lascia la minima possibilità alle masse operaie e popolari di utilizzarle a proprio favore. In realtà, in Spagna, viviamo in uno stato d'emergenza permanente, del quale possiamo dare qualche esempio: - la «legge anti-terrorista» (prima essa aveva un carattere transitorio ma, da quando il PSOE è al governo, non ha più limiti di durata). Questa legge autorizza la carcerazione e le perquisizioni senza mandato giudiziario, legalizza la tortura (si rimane 10 giorni nelle mani dei torturatori senza l'assistenza dell'avvocato, ecc.). Con questa legge chiunque può essere arrestato. Bisogna sapere che ogni anno 6.000 persone vengono arrestate in virtù di questa legge. Seimila persone la gran parte delle quali (i 2/3) viene poi rimessa in libertà per mancanza d'indizi dopo essere stata torturata. Un terzo soltanto di queste persone viene messo a disposizione dell'autorità giudiziaria e, di questo terzo, la maggioranza viene poi rimessa in libertà dal giudice. Denunciare le torture non serve a niente: i torturatori vengono decorati per i servizi resi e coloro che denunciano le torture e i maltrattamenti vengono incriminati per ingiurie e calunnie; - tribunali eccezionali, tribunali speciali come l'Audiencia Nacional; - più di 1.000 prigionieri politici rinchiusi nei campi di sterminio, le carceri di massima sicurezza; - piani speciali di controllo della popolazione: Piano ZEN (Zona Speciale Nord) per i Paesi Baschi, altri piani per Madrid, Barcellona, la Galizia, Valencia, Sevilla, ecc. Rastrellamenti di quartieri e di interi paesi. Con il governo del PSOE, fra l'ottobre 1982 e la primavera 1985, 140 persone sono state uccise nel corso di controlli d'identità effettuati dalla polizia: 62 persone sono state assassinate dalla polizia soltanto nel 1984, ecc.; - processi contro i braccianti (più di 600 trascinati davanti ai tribunali per avere occupato pacificamente delle terre), contro operai e altri lavoratori per avere partecipato a scioperi. E pene che arrivano fino a due anni e mezzo di carcere. Processi contro giornalisti che hanno tentato di esprimersi contro le veline del governo... In Spagna, con la «democratizzazione» non è cresciuta soltanto la repressione ma anche il livello di sfruttamento e di miseria della popolazione: ristrutturazioni selvagge, flessibilità del lavoro, diminuzione del potere d'acquisto dei salari, ecc. Ci sono più di tre milioni di disoccupati, cioè più del 2O% della popolazione attiva. LA SPAGNA E' CAMBIATA DOPO FRANCO?E' chiaro che la forma dello stato oggi in Spagna, dopo la Riforma Politica, non è più la stessa che esisteva sotto Franco. Ma che cosa è cambiato: la natura o l'apparenza dello stato? Lo stato spagnolo si è evoluto, si è adattato ai tempi moderni, si è modernizzato per far fronte alla crisi politica ed economica ed al nuovo movimento rivoluzionario. Questa nuova forma dello stato, parlamentare, non punta che alla modernizzazione dell'apparato militare e repressivo, alla ristrutturazione dell'economia e all'annientamento di tutti coloro che non sono d'accordo. La Spagna è un sistema monopolistico di stato, fascista, dove soltanto l'apparenza è cambiata ma non la natura e l'essenza dello stato. Per i capitalisti era necessaria questa verniciatura di facciata perché tutto potesse continuare come prima. Essi avevano preparato questa «apertura democratica» già prima della morte di Franco poiché la dittatura, la repressione aperta e brutale, non serviva più al regime. Dopo il terrore dei primi anni di dittatura franchista, il movimento rivoluzionario è risorto sviluppandosi giorno per giorno con metodi di lotta sempre più radicali, legali e illegali, pacifici e violenti. Il sistema non poteva contenere più a lungo questo movimento cosciente e semi-spontaneo, come pure la grave crisi politica ed economica in cui si trovava. Da qui la necessità per il regime di ricorrere alla mascherata della «democrazia», con il concorso e la partecipazione dei partiti che da anni avevano tradito la classe operaia (PSOE e PCE). L'obiettivo non era di «democratizzare» il paese, di dare delle reali libertà, ma semplicemente quello di procedere ad una riverniciatura di facciata al fine di presentare al popolo lo stato di prima come nuovo e rabbonire così il movimento di massa. L'oligarchia si era resa conto che era molto più facile sfruttare le masse in nome della «democrazia» che in nome della dittatura. La natura dello stato non è cambiata. Coloro che detengono veramente il potere sono gli stessi di sempre: l'oligarchia finanziaria e i militari. Il re Juan Carlos, Adolfo Suarez, Felipe Gonzalez, ecc. non sono che dei semplici lacchè al servizio del grande capitale e non fanno che applicare la politica dettata dai loro padroni. La Spagna è uno stato poliziesco, militarista. Nulla è cambiato: lo stesso esercito, la stessa polizia, gli stessi tribunali fascisti, la stessa repressione e lo stesso sfruttamento delle masse; tutto come ai tempi di Franco. Sì, la polizia ha cambiato nome e anche uniforme (già tre volte, per tentare di cambiare la sua immagine, ma senza successo), ma sono gli stessi poliziotti, gli stessi torturatori. Il T.O.P. (Tribunale di Ordine Pubblico), tribunale speciale sotto il regime franchista, si chiama ora «Audiencia Nacional» ma i giudici sono gli stessi. La «legge contro il banditismo e il vagabondaggio» è diventata oggi la «legge anti-terrorista», ecc. In sostanza, cambiamenti di nomi, riverniciatura di facciata, ma tutto resta come prima. La Guerra Nazionale Rivoluzionaria che è iniziata nel luglio 1936 dopo il sollevamento militare fascista contro la Repubblica Democratica Popolare, instaurata nel febbraio dello stesso anno, non è ancora terminata. Coloro che hanno schiacciato col ferro e col fuoco la volontà popolare, coloro che hanno provocato un milione di morti, altrettanti esiliati e migliaia di prigionieri, sono sempre al potere... Milagros Caballero Carbonell |