LA SARDEGNA HA IL DOVERE DI ESSERE RIVOLUZIONARIAPietro Coccone - comunicato agli atti del processo Guiso Non esiste nessun rapporto, neanche formale, tra me e la mia militanza e questo processo nel cui merito non voglio entrare perché non mi riguarda da nessun punto di vista. Non sono venuto qui per difendermi, ma per rivendicare la mia identità politica e, insieme, il percorso collettivo all'interno del quale questa identità si è affermata e cresciuta. Ciò anche perché dietro l'impalcatura giuridica di questo processo non è difficile individuare una mira politica: la pretesa cioè di processare attraverso me una esperienza rivoluzionaria sviluppatasi durante le seconda metà degli anni '70 che a quanto pare deve ancora essere vinta, resa inoffensiva e riscritta per l'immaginario collettivo secondo i canoni di una storiografia misteriologa e tribunalizia che vorrebbe velleitaria qualunque iniziativa rivoluzionaria, per disarmare la memoria di questa esperienza dalle sue potenzialità politiche, della capacità cioè di rispondere ancora alla domanda di giustizia sociale che sale da questo paese. Affermando la mia identità di comunista, la mia appartenenza al movimento rivoluzionario sardo rivendico alla mia classe ed al mio popolo il patrimonio storico e culturale di quel percorso collettivo che affonda le radici nell'esperienza rivoluzionaria di Barbagia Rossa, ma le cui ragioni sociali sono ancora radicalmente presenti nelle contraddizioni di classe che attraversano la Sardegna e con le quali si misura ogni giorno la sua gente. Non sono venuto quindi per sostenere esclusivamente i valori di una scelta ormai trascorsa, ma per testimoniarne la vitalità e la necessità politica. Il percorso che origina con Barbagia Rossa procede sviluppandosi nelle mutate condizioni dello scontro, è un processo vivo, perché il futuro della Sardegna riposa ancora tutto quanto nelle capacità rivoluzionarie del suo proletariato. Oggi più di ieri la Sardegna ha il dovere di essere rivoluzionaria. Perché si è fatto insostenibile, ben oltre le sue possibilità, il fardello di ingiustizie sociali che deve sopportare, perché la miseria persino morale di chi la opprime consegue una legittimazione anche di massa e non più soltanto politica della lotta armata per il comunismo, perché sono maturi i tempi affinché si affermi e vinca un progetto di liberazione nazionale e di classe della Sardegna. Sono mille le ragioni nuove, al di là di quelle antiche, per essere comunisti oggi in Sardegna, per andare avanti secondo il solco tracciato da Barbagia Rossa e in quanto comunista, non da imputato sono presente in quest'aula, non ho nulla di cui difendermi. Voglio rendere onore infine alla memoria di Isabel, Pedro e Valen, militanti rivoluzionari del Grapo caduti in combattimento durante la scorsa estate, e con loro intendo ricordare Francesco, Giovanni, Mario, Nicola alle nuove generazioni della Barbagia. Onore a tutte le compagne e a tutti i compagni che sono caduti per il comunismo. 20 ottobre 1993 Pietro Coccone |