IL PROCESSO A NEMIE HOXHACircolo Culturale "29 novembre 1944" Il processo a Nexmie Hoxha: una montatura nei contenuti ed un assurdo giuridico, una tragica farsa per sviare l'opinione pubblica dai gravi problemi interni. Sabato 9 gennaio 1993 è iniziato a Tirana il processo contro Nexmie Hoxha (in carcere da oltre un anno), accusata di essersi appropriata, nella sua qualità di alto dirigente dello stato albanese, di miserevoli somme. Si tratta di una persecuzione e di un processo vergognosi, costruiti su accuse false, infondate e spesso ridicole: l'attuale classe dirigente albanese, corrotta ed antidemocratica, vuole processare Nexmie Hoxha per quello che è stata e per le idee che rappresenta, in quanto militante antifascista e partigiana combattente contro il nazifascismo, in quanto dirigente di primo piano della lotta di emancipazione della donna albanese, in quanto vedova di Enver Hoxha. Non potendola processare per questi "crimini", perché le accuse si ritorcerebbero contro chi le fa, si è ricorsi alla farsa di un processo politico mascherato da processo per corruzione. Questo processo è una montatura dal punto di vista dei contenuti perché Enver e Nexmie Hoxha, nonostante fossero tra i massimi dirigenti dello stato e del paese, hanno sempre condotto una vita dignitosa ed aliena da sprechi e da lussi. E' un dato di fatto, paradossalmente confermato anche dal processo con le sue accuse ridicole, che i privilegi da essi goduti sono stati, non solo largamente inferiori, ma del tutto imparagonabili a quelli goduti da qualsiasi altro dirigente statale di qualsiasi paese del mondo, dei paesi occidentali o del terzo mondo o degli ex paesi dell'est, sia dal punto di vista assoluto che relativo alle differenze con il livello di vita della popolazione. Questo processo è un assurdo giuridico in quanto Nexmie Hoxha è accusata: a) Di aver goduto privilegi (minimi) che erano sanciti apertamente dalle leggi albanesi per le famiglie dei dirigenti della Lotta di Liberazione Nazionale o per i dirigenti dello stato, "privilegi" che erano conosciuti da tutti, in Albania e all'estero ed addirittura erano, per la loro misura limitata, oggetto di propaganda. b) Di aver "sperperato" denaro pubblico organizzando ricevimenti ufficilai (per capi di stato esteri, ecc.) a cui era tenuta e che era decisi dal governo. Il reale carattere di questo processo è chiarito, al di là di ogni dubbio, dalle parole della pubblica accusa, secondo cui le ruberie e le malversazioni di Nexmie Hoxha sono la cuasa della disastrosa situazione economica del paese!!! Questo processo è una tragica farsa con cui la classe dirigente albanese attuale tenta di creare un diversivo demagogico per l'opinione pubblica del paese esasperata dalla crisi economica, dai licenziamenti di massa, dalla mancanza di riscaldamento e di elettricità, dalla situazione di sfacelo in cui è stato gettato il paese dopo la fine del socialismo. E' un disperato tentativo della attuale classe dirigente di mantenersio in sella oggi, usando lo strumento propagandistico della criminalizzazione del comunismo, domani ricorrendo alla propaganda nazionalista sciovinista ed alla guerra con la vicina Jugoslavia come stanno facendo i loro omologhi croati e jugoslavi ecc. L'imbarazzato silenzio dei mass media italiani riguardo questo processo è la dimostrazione di come essp sia insostenibile dal punto di vista dei diritti democratici e dal punto di vista giuridico, di come sia una vera e propria vergogna, non solo per la classe dirigente albanese che lo ha montato, ma anche per l'Italia e per l' "Europa" che di quella classe dirigente è complice e mandante. Facciamo quindi appello a tutti i sinceri democratici ed antifascisti, ai partigiani, alle organizzazioni progressiste, perché facciano sentire la loro voce nei confronti del governo albanese, per condannare il carattere politico antidemocratico del processo, perché chiedano con decisione la cessazione di questa montatura politica e l'immediata liberazione di Nexmie Hoxha. Milano, 19 gennaio 1993 Circolo Culturale "29
novembre 1944" |