CONTROINFORMAZIONE INTERNAZIONALE N.7

UN GOLPE DI CARTA

Il fascista Fujimori sfoga la propria impotenza sui prigionieri di guerra

Il 6 maggio '92, nel Carcere di Canto Grande a Lima, 10 compagne prigioniere, 10 comuniste combattenti del Partito Comunista del Perù (Sendero Luminoso), 10 rivoluzionarie sono morte combattendo, assassinate dalle forze repressive di Fujimori, fedele servitore dell'imperialismo e massacratore del popolo peruviano. Il 9 maggio '92, sempre nel carcere di Canto Grande, durante un nuovo assalto delle forze armate assassine di Fujimori, sono stati uccisi altri 20 compagni.

Un tentativo di irruzione da parte di centinaia di agenti delle Forze di Polizia e militari nei padiglioni del carcere dove si trovano rinchiusi più di 700 prigionieri di guerra del PCP, con lo scopo di prelevare alcune compagne, ha generato una dura e decisa resistenza da parte delle compagne e dei compagni che si sono battuti con coraggio, con ogni tipo di arma disponibile, contro le forze assassine della repressione; il bilancio degli scontri è stato di 30 compagni caduti e numerosi feriti; 2 i morti e molti i feriti tra gli assassini delle forze speciali antiguerriglia (i dati sono quelli forniti dalle agenzie).

Non è la prima volta che i reazionari peruviani scagliano contro i prigionieri, ostaggi nelle loro mani, la propria rabbia disperata per l'incapacità di fermare l'avanzata della guerra rivoluzionaria condotta da ormai 12 anni, sotto la guida del PCP, contro lo Stato peruviano; una guerra di popolo combattuta dall'Esercito Guerrigliero Popolare, che ormai coinvolge tutto il territorio nazionale, dalla Sierra alla Selva fino alle città, Lima in primo luogo. La rivoluzione è ormai giunta alla fase dell'equilibrio strategico, ci sono preparativi di insurrezione nelle città, il Nuovo Potere si sviluppa nelle Basi di Appoggio, zone liberate governate dai Comitati Popolari. Ci si muove, in definitiva, verso la conquista del Potere in tutto il paese. Di fronte a tale situazione, le forze assassine della reazione legate all'imperialismo si sono ancora una volta scagliate contro i compagni prigionieri.

Già il 4 ottobre '85, sotto il governo di destra di Belaunde, 30 compagni prigionieri furono uccisi ed alcune decine feriti dalla polizia nel carcere di Lurigancho, a Lima. Il 18-19 giugno '86, sotto la guida del socialdemocratico Alan Garcia Perez e con l'appoggio diretto dell'Internazionale Socialista riunita a Lima, sono stati massacrati, con una vera e propria azione di guerra, con l'impiego dell'artiglieria e dell'aviazione, più di 300 compagne e compagni, combattenti della guerriglia maoista, rinchiusi nelle carceri di Lurigancho, El Fronton e Callao a Lima. Ora Fujimori, il presidente del "Golpe bianco", fedele servo dell'imperialismo, e le sue Forze Armate hanno eseguito un nuovo massacro. Solo la dura resistenza delle compagne e dei compagni prigionieri è riuscita in passato a rivolgere contro il nemico di classe le sue azioni assassine e così è stato e sarà anche questa volta.

La guerriglia maoista non sarà fermata dai genocidi e la giustizia proletaria, unica vera forma di giustizia, saprà punire i colpevoli diretti e chi li appoggia dentro e fuori dal Perù. Tra questi il governo italiano, uno dei primi finanziatori del governo genocida di Fujimori e della sua guerra controrivoluzionaria condotta contro le masse popolari, i proletari ed i contadini peruviani. Esprimiamo tutto il nostro appoggio internazionalista e rivoluzionario alla Guerra Popolare peruviana ed al PCP che la dirige, in particolare alle compagne ed ai compagni prigionieri in Perù, come a tutti i prigionieri rivoluzionari rinchiusi nelle carceri imperialiste di tutto il mondo, coscienti che la loro lotta è la nostra lotta, che contro il nemico comune si combatte la stessa battaglia.

Comitato di Appoggio alla Guerra Popolare in Perù

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