CONTROINFORMAZIONE INTERNAZIONALE N.1

ARGENTINA: L'ATTACCO ALLA TABLADA

Comunicato n°1 del FRP - Fronte di Resistenza Popolare (dalla TAZ del 15/3/89)

Quello che segue è il comunicato di rivendicazione dell'assalto alla caserma La Tablada effettuato il 23 gennaio 1989 in Argentina.

Le immagini di questo tragico episodio sono arrivate sulle TV di tutto il mondo, ma tutti i media si sono dati un gran da fare a dipingerlo come un episodio 'oscuro e inspiegabile' per coprire e nascondere le contraddizioni del nuovo regime democratico argentino.

La prova evidente di questa operazione di mistificazione e di disinformazione sta nel fatto che questo comunicato del FRP non è stato riportato nemmeno parzialmente da nessun organo di informazione ufficiale.

La lettura di questo testo, per quanto breve, è invece assai interessante ed istruttiva per una comprensione della reale dinamica societaria in Argentina, anche alla luce della più recenti rivolte e assalti per fame ai supermercati e ai grandi magazzini delle maggiori città argentine.

Comunicato n°1 del FRP (Fronte di Resistenza Popolare)

Il FRP riunisce compagni di diversi partiti ed organizzazioni che sono giunti alla conclusione che l'attuale 'democrazia' ci disarma e ci condanna ad una vita in cui saremo sempre oppressi. Ci siamo organizzati per opporre resistenza. Il 23 gennaio alla Tablada avrebbe dovuto esserci un'adunata in cui i militari avrebbero dovuto decidere di scendere in strada, di coinvolgere altre unità dell'esercito nella loro ribellione e di assassinare dozzine di attivisti. I militari avrebbero voluto con questa azione restringere ancora di più la libertà di opinione e raggiungere numerosi altri loro obiettivi.

L'azione del FRP ha bloccato questo progetto, che poteva diventare molto più difficile mandare all'aria a fatto compiuto. Di fronte all'urgenza non potevamo preparare meglio l'azione, e perciò la maggior parte dei compagni aveva con sè la propria carta d'identità ed era andato alla Tablada con la propria auto. Purtroppo molti compagni sono caduti nella battaglia, e non abbiamo saputo rendere chiaro il nostro obiettivo. I militari e i politici loro servi ci fanno ora passare per putchisti.

La motivazione dell'azione dei nostri compagni è da ricercare nelle condizioni di vita in Argentina: la miseria del popolo cresce, ci sono 50 milioni di mucche e ogni giorno i bambini muoiono di fame. Consiglieri criminali, deputati, senatori, alti funzionari dello stato e militari, hanno stipendi vertiginosi e fanno sporchi affari mentre i pensionati non hanno niente da mangiare.

La motivazione sta nella mancanza di lavoro e di prospettive per i giovani. La motivazione sta anche nel fatto che il poliziotto che ha ucciso tre giovani a Budigè è ancora oggi a piede libero come molti suoi colleghi. Sta nel fatto che tre civili che durante l'ultima ribellione militare avevano dimostrato davanti alla caserma 'Villa Martelli' sono stati uccisi. La motivazione sta anche nel fatto che i militari che hanno torturato e assassinato donne e bambini girano liberi, e che il governo e la maggior parte dell'opposizione approvano i loro delitti. Pensano solo a quanti seggi possono arraffare nelle prossime elezioni, per rubare meglio e di più. La motivazione sta anche nel fatto che in Argentina non c'è stata nemmeno la decisione di indire un referendum, come in Uruguay, attraverso il quale portare in tribunale i torturatori di stato.

Abbiamo rivendicato per cinque lunghi anni migliori condizioni economiche per il popolo. Abbiamo chiesto per cinque lunghi anni al Tribunale che desse risposta a queste domande: dove sono i desaparecidos? Chi li ha sequestrati? Quale pena è mai stata inflitta ai torturatori, ai rapitori e agli assassini?

Dobbiamo dimenticare? Guardare da un'altra parte? Dobbiamo convivere con i torturatori, i rapitori e gli assassini? No, questo non lo otterranno mai!

Il 23 gennaio abbiamo detto basta!

(dalla TAZ del 15/3/89)

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