PACIFICAZIONE O LIBERAZIONE? SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE E LIBERTA' PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI (Berlino 1-5 aprile 1999)

LE PROSPETTIVE DELLA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE

Intervento del Coordinamento Mumia Abu Jamal a introduzione del dibattito della terza giornata

Il contenuto profondo della solidarietà che lega tutte le situazioni di classe che lottano in ogni angolo del mondo è, innanzitutto, quello di riconoscersi, oggi più che mai, come persone che vivono uno stesso scontro sulla propria pelle, e resistono e lottano contro lo stesso sistema di sfruttamento globale fatto di rapina selvaggia, precarizzazione della vita e del lavoro, razzismo, guerra e genocidio Questa esigenza oggettiva è data non solo dall'esistenza di un nemico comune, ma anche dai processi di globalizzazione dei capitali, dei rapporti di produzione, dei mercati che ridisegnano l'intera formazione economico-sociale, legando con mille fili, in un'inestricabile interdipendenza, le nostre vite e le nostre lotte in ogni angolo del mondo.

La solidarietà, quindi, significa unità delle lotte. E la lotta contro la repressione significa concretamente sostenere le lotte che divampano fuori e dentro le carceri. Si tratta, dunque, di considerarla oggi non come un contributo "dall'esterno" ad una lotta più o meno "lontana", più o meno "diversa" da noi, ma come il riconoscersi e lo schierarsi fianco a fianco, "dalla stessa parte della barricata". E' necessario ora più che mai considerare la solidarietà come una condizione stabile, continua, un ambito costante della propria lotta superando la frammentazione e l'episodicità che troppe volte hanno portato ad un solidarismo fine a se stesso.

L'assassinio dei militanti del MRTA, drammatico epilogo dell'occupazione giapponese a Lima per la liberazione dei loro compagni prigionieri, costituisce un mortale esempio del livello di coordinamento degli stati in materia di prevenzione e repressione. La decisione di ammazzare i compagni è stata, infatti, determinata dal G7 convocato in riunione straordinaria per la "soluzione" di questo "caso". Inoltre, i guerriglieri erano controllati, in ogni istante, all'interno dell'ambasciata da un satellite statunitense. Si tratta, quindi, di una strategia di eliminazione e prevenzione di ogni conflitto adottata da un imperialismo unito a livello mondiale e non disposto a mediazioni, a cui dobbiamo contrapporre una solidarietà internazionale proletaria organizzata e strutturata.

Naturalmente, non basta nominare le cose per ottenerle, ma è necessario oggi più che mai sviluppare un vero e proprio lavoro politico, costruire i passaggi concreti necessari, le strutture e i punti di riferimento, misurandosi all'attuale livello dello scontro.

Coordinamento contro la repressione a sostegno di Mumia Abu-Jamal