PACIFICAZIONE O LIBERAZIONE? SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE E LIBERTA' PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI (Berlino 1-5 aprile 1999)

SULLA REPRESSIONE-CONTRORIVOLUZIONE NELL'UNIONE EUROPEA (UE)

Materiali per un dibattito - Compagne e compagni di Crotone

"Con l'azione comune del 26 maggio 1997 il Consiglio ha rafforzato la cooperazione tra forze di polizia in occasione di manifestazioni nel senso più ampio del termine. Il nucleo di questa azione comune consiste nella cooperazione tra i centri nazionali di coordinamento, nel comando di ufficiali di coordinamento, nello scambio di dati e nell'organizzazione di incontri annuali tra i capi delle autorità centrali responsabili dell'ordine pubblico e della pubblica sicurezza"
(Risultati nel settore "Giustizia e Affari interni" nel corso del 1997 - Relazione del Consiglio dell'UE al Consiglio Europeo)

Nel triennio 1997-1999 abbiamo assistito ad un significativo salto di qualità nella struttura e nell'attività della repressione-controrivoluzione europea. Il coordinamento tra le forze di polizia degli Stati europei è un dato strutturale (e oramai scontato) per lo meno a partire dalla prima metà degli anni '70: ciò che sta avvenendo negli ultimi anni non è solo il rafforzamento di questo coordinamento, ma soprattutto l'affermarsi di una progressiva strutturazione delle attività repressivo-controrivoluzionarie dell'UE come elemento istituzionale, il cui ambito di attività è il continente europeo come insieme.

Un esempio significativo in questo senso è rappresentato dall'Europol:

"In seguito alla ratifica della convenzione da parte degli Stati membri, l'Europol sarà operativo nel 1999. Ne possono conseguire numerosi sviluppi, ivi compreso un ampliamento delle competenze dell'Europol onde includere il terrorismo... [...]
Obiettivi per il 1999: [...] - creazione e mantenimento di collegamenti efficaci tra l'Europol, le unità nazionali [dell'Europol], gli ufficiali di collegamento che consentano di instradare le informazioni relative a indagini e operazioni tramite la rete delle unità nazionali e degli UCE [Ufficiali di Collegamento Europol] [...]
I principali sviluppi previsti nel 1999 sono: - la creazione di un ufficio per l'intelligence e le conoscenze specialistiche... [...]
- conformemente all'accordo di massima del Consiglio del mese di maggio, è stato creato un gruppo responsabile di progetti in materia di terrorismo. a decorrere dal 1 gennaio 1999 avrà inizio la fase di avvio delle attività nel settore...
Il primo compito svolto dal Gruppo è stata l'elaborazione di un piano del progetto, contenente un elenco delle priorità per i prossimi mesi ed un esame delle implicazioni finanziarie"
(Programma di lavoro dell'Europol per il 1999 - datato 3/12/98)

Quanto appena riportato dimostra, abbastanza chiaramente, che la repressione europea non si articola più esclusivamente attraverso l'ausilio prestato da uno o più Stati ad un altro o più Stati membri dell'UE, o attraverso il semplice scambio di informazioni, ma attraverso istituti, uomini e mezzi che vanno a comporre una struttura repressiva propriamente europea, con una propria gerarchia, una propria dislocazione in tutto il territorio continentale, dei propri "ufficiali di collegamento", delle proprie scuole di formazione: con una vita propria, gestita e finanziata direttamente dall'Unione.
E' evidente che questo salto di qualità dell'attività repressiva è legato all'accelerazione subita negli ultimissimi anni dal processo di statualizzazione europea (Trattato di Amsterdam, varo dell'Euro e della BCE): la piena attivazione del Sistema Informativo Schengen e dello stesso Europol sono parte integrante di questo processo.

Un secondo esempio, forse ancor più significativo, può evidenziare un altro aspetto (inscindibilmente legato al primo) che caratterizza la repressione nel continente: questa, infatti, diventa sempre più europea anche quando a portarla materialmente avanti nel proprio territorio è l'apparato di uno solo degli Stati membri.
Nel dicembre scorso l'UE ha stanziato ben 613 miliardi di fondi europei per finanziare l'attività della polizia e dei carabinieri italiani.
Anche se il progetto repressivo che si avvarrà di questa enorme quantità di soldi è stato "secretato" nelle sue parti fondamentali, alcuni giornali ne hanno riportato "le linee di azione".
Apprendiamo così che i finanziamenti verranno impiegati in alcune zone del sud dell'Italia (tra le quali anche Crotone) per: - costruire una "rete di telecomunicazioni in ponte radio per la trasmissione (riservata) di informazioni anche multimediali e un sistema di controllo satellitare che realizzano quello che in Italia sembrava impossibile:
il reale coordinamento sul territorio dell'operatività di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza" in collegamento anche con le vigilanze private;
- attivare un "sistema di telecamere intelligenti, sia fisse che mobili, in grado per esempio di segnalare automaticamente il passaggio di un'auto con targa sospetta" e di controllare, fin nei minimi particolari, una porzione di territorio;
- aumentare il "controllo del territorio" e "consentire una tranquilla attività d'impresa";
- istituire un "sistema di visualizzazione con apparecchiature che consentono già alla distanza di 20 miglia dalla costa di individuare un obiettivo e - grazie a tecnologie radar e sistemi optronici - effettuare una serie di operazioni, come la fotografia degli occupanti di un natante";
- istituire un "sistema che consente il rilevamento immediato di alcune caratteristiche come le impronte digitali, ma anche la ricostruzione del volto".
La polizia italiana, infine, "sottolinea con soddisfazione la possibilità di mettere in campo delle sofisticatissime tecnologie che in condizioni di normalità finanziaria [cioè senza i fondi dell'Unione] forse non sarebbero mai state acquistate". E' quindi evidente che, anche in zone territorialmente ristrette, la repressione aumenta in intensità ed attività grazie alla sua progressiva europeizzazione.

Tutto questo per noi significa una cosa sola: per i compagni e i proletari che lottano nel vecchio continente non è più sufficiente avere la consapevolezza che gli Stati europei coordinano tra loro la propria attività repressivo-controrivoluzionaria.
E' necessario acquisire la consapevolezza che la repressione ha oramai superato la fase "orizzontale" dei rapporti tra Stati per assumere una fisionomia "verticale", che si articola attraverso il rapporto dimensione-continentale/intervento locale.
Questo significa che ogni azione repressiva di UNO qualsiasi degli Stati membri dell'UE possiede intrinsecamente ed oggettivamente una "qualità europea" ed una "forza europea" e che la lotta contro di essa, per essere efficace, non può che articolarsi sul medesimo piano ed attraverso una visione d'insieme continentale.

Saremmo felicissimi che queste note, nonostante la loro brevità, vi siano utili come spunti di dibattito.

Auguri di buon lavoro,

Crotone, marzo 1999

Compagne e compagni di Crotone